mercoledì 11 giugno 2008

Quando il sonno se ne va, 1.



Quando il sonno se ne va, a volte è per colpa di canzoni. Non importa che siano "grandi" canzoni, possono essere anche canzonette qualsiasi che, il più delle volte senza nessun motivo, ti entrano in testa e si mettono a martellartela. Non ti ricordi un verso, una parola…e allora, alla fine, sbatti il cuscino in terra, tiri due madonne e ti alzi. Bisogna andare a cercare il testo, magari alle quattro di mattina, magari stanco morto; ma la canzonetta esige la sua notte. Sovente una cosa che viene dal passato, e che innesta ricordi ben precisi; così per la colpevole di questa notte, ed il termine "colpevole" è quanto mai adatto datone l'argomento stesso. Questo non è un blog di canzoni. Fanno capolino solo una volta ogni tanto, e così per caso. Però, chissà, anche una canzonetta senza pretese, che è pur sempre una storia, qualcosa da dire ce l'ha. Una cosa che, per un motivo o per un altro, si è rifiutata di andarti via dalla mente. Una cosa, poi, che nella sua canzonetta-senza-pretesità, ho sempre trovato del tutto, piacevolmente e indefinibilmente reminiscente di "Arsenico e vecchi merletti" e di quando l'assassino era il maggiordomo; ma stavolta, con tanto di "splash" e di cucù nella musica buffamente goticheggiante, il maggiordomo è il fedele complice. Per chi la volesse ascoltare, eccola su Daily Motion; è di un cantautore parigino nato nel mio stesso anno, che ha cantato anche la mirabolante storia d'amore fra un pipistrello e un ombrello e pure "Bella ciao" in italiano.
Curiosamente ha lo stesso cognome del famoso amante svedese di Maria Antonietta di Francia, quello da cui sembra essere partita la leggenda della "Primula Rossa".

MONSIEUR
di Thomas Fersen
1999

I passanti che incontra
Si levano il cappello,
Il cane gli lecca le mani,
La sua presenza rassicura.
Guardate quel bambino che strilla
Come lo soccorre,
E come aiuta il cieco
A attraversare la strada.
Nella pace del suo giardino
Coltiva le sue rose;
Monsieur è un assassino
Quando è depresso.
Strangola il proprio simile
Nel parco di Meudon
Quando è inconsolabile,
Quando ha il magone.
In barba ai vicini
Che lo trovano simpatico,
Monsieur è un assassino,
Io sono il suo domestico.
E archivio questo dossier
Sotto le rose canine,
Faccio un poco il giardiniere
E pure cucino.

Strangola il suo prossimo
Quando è in preda alla noia,
E poi, oplà! Dentro lo stagno
Sotto le ninfee.
E poi do una spazzatina
Sui luoghi del delitto
Dove lui non torna mai,
Neanche per far scena.
Senza destare sospetti,
Alle ore piccole
Rientriamo a casa,
Io sono il suo autista.

Ché con quell'aria anodina,
è un pazzo furioso,
Monsieur è un assassino,
Per lui è una cosa cronica.
Strangola il suo simile
Quando batte mezzanotte,
E io attiro il povero diavolo,
Al Bois de Boulogne.
Il cliente dentro una valigia
Con tanto di cappello,
Prenderà il treno per Venezia
E un po' di riposo.

Strangola il suo simile
Nel parco di Meudon
Quando è inconsolabile,
Quando ha il magone.
In barba ai vicini
Che lo trovano simpatico,
Monsieur è un assassino
E io sono il suo domestico.

Lo impiccherete, Monsieur,
E io perderò il posto,
Lo impiccherete, Monsieur
Ohimé! Tre volte ohimé!
Ma bisognava aspettarselo
E la prego, Vostro Onore,
Umilmente, di riprendermi
Come servitore.
E archivierò questo dossier
Sotto le rose canine,
Faccio un poco il giardiniere
E pure cucino.

1 commento:

  1. MONSIEUR
    Thomas Fersen, 1999

    Les passants sur son chemin
    Soulèvent leurs galures,
    Le chien lui lèche les mains
    Sa présence rassure.
    Voyez cet enfant qui beugle,
    Par lui secouru,
    Et comme il aide l'aveugle
    A traverser la rue.
    Dans la paix de son jardin
    Il cultive ses roses;
    Monsieur est un assassin
    Quand il est morose.
    Il étrangle son semblable
    Dans le bois d'Meudon
    Quand il est inconsolable,
    Quand il a l'bourdon.
    A la barbe des voisins
    Qui le trouvent sympathique,
    Monsieur est un assassin,
    Je suis son domestique,
    Et je classe ce dossier
    Sous les églantines,
    Je suis un peu jardinier
    Je fais la cuisine.

    Il étrangle son prochain
    Quand il a le cafard,
    Allez hop! Dans le bassin
    Sous les nénuphars.
    Et je donne un coup de balai
    Sur les lieux du crime
    Où il ne revient jamais,
    Même pas pour la frime.
    Sans éveiller les soupçons,
    Aux petites heures
    Nous rentrons à la maison,
    Je suis son chauffeur.

    Car sous son air anodin,
    C'est un lunatique,
    Monsieur est un assassin,
    Chez lui c'est chronique.
    Il étrangle son semblable
    Lorsque minuit sonne,
    Et moi je pousse le diable,
    Dans le Bois d'Boulogne.
    Le client dans une valise
    Avec son chapeau,
    Prendra le train pour Venise
    Et un peu de repos.

    Il étrangle son semblable
    Dans le bois d'Meudon
    Quand il est inconsolable
    Quand il a le bourdon.
    A la barbe des voisins
    Qui le trouvent sympathique,
    Monsieur est un assassin.
    Je suis son domestique.

    Vous allez pendre monsieur,
    Je vais perdre ma place,
    Vous allez pendre monsieur,
    Hélas! Trois fois Hélas!
    Mais il fallait s'y attendre
    Et je prie Votre Honneur,
    Humblement, de me reprendre
    Comme serviteur,
    Et je classerai ce dossier
    Sous les églantines,
    Je suis un peu jardinier
    Et je fais la cuisine.

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