martedì 29 dicembre 2009

Caro Mario


Caro Mario (Cardinali),

Mi perdonerai l'ardire di scriverti questa pìstola; e se poi non me lo perdoni, chi cazzo se ne frega. Tanto non ci si conosce, quindi l'inizio retorico era tutta una finta. Non c'è nulla da perdonare e neppure nulla da ardire.

Non ti dico nemmeno chi ti scrive; ammesso e non concesso che tu legga mai 'sta cosa, il nome è stampato bello chiaro sotto il titolo, con tanto di indirizzo e telefono. Ad ogni modo, alla fine lo ripeto.

Ti scrivo a proposito di una cosa precisa. Premetto che ho abitato per un po' a Livorno, (e una volta, a casa mia, è venuto nientepopodimeno che l'architetto Marchetti, alias Ettore Borzacchini: te ne ricordi?), che compravo il Vernacoliere quasi tutti i mesi, che anche in questo blog fo un bel po' di réclame a Don Zauker, e via discorrendo. Ora, però, il Vernacoliere ho smesso di comprarlo perché mi sono disgregato il creapòpoli di farti fare soldi abbastanza a palate.

La cosa ben precisa è la tua lettera di Gesù a don Santoro pubblicata nel penultimo numero del Vernacoliere, e che tanto & copioso successo ha ottenuto. E come poteva non ottenerlo, una cosa del genere? In un mese è diventata un cult, al pari di Ambrogio che tromba la Contessa e del pisano furbo nato dopo Chernobyl. Tutto, in questo paese, diventa cult. Siamo il paese del vaffancult.

Devo dirti però che hai toppato. E alla grande. Ti informo che, regolarmente, alla mezzanotte tra il 24 e il 25 dicembre Gesù Bambino è rinato. Senza sgarrare di un secondo. Altro che stavolta 'un rinasco. T'è andato in cuffia. Non solo. Dovunque fosse, ho il vago sospetto che pure don Santoro, alla mezzanotte, fosse alla messa; non so se a dirla o a ascoltarla, ma secondo me c'era anche lui a aspettare che il bimbetto palestinese rinascesse. E rinascerà ogni anno. Te lo dico io il perché.

Rinascerà perché è uno dei principali addetti al motore del mondo: la vendita. Vendere. Vendere e comprare. Finché esisterà questa cosa, esisterà Gesù Bambino. E, poveraccio, almeno un pochino gliene va dato atto. Arriva dicembre (ma che dico: i primi di novembre!) e gli tocca fare gli straordinari mentre è ancora in pancia a Maria. Ogni anno ci sarebbero gli estremi per una denuncia di sfruttamento del lavoro minorile (anzi, neonatale). E come ricompensa che ne ha? Letterine. Lettere. Chiunque si sente in dovere di scrivergliene, a lui e a quell'altro poeromo di Babbo Natale. Il vecchio e il bambino a lavorare, e gli altri a scrivere lettere. Compreso te, caro Mario. Anche se hai fatto finta di essere lui.

Fa comodo a tutti, un bel Gesù Bambino che rinasce ogni anno. Anche a te. Il fatto gli è che ha aiutato pure te, a vendere. Sai quanti bei Vernacolieri in più, con quella trovata geniale della lettera a don Santoro. Immaginiamo per un momento che avesse deciso davvero di non rinascere, come tu gli hai fatto scrivere: una tragedia. A chi l'avresti fatta scrivere, quella lettera? Dove lo trovi uno che rinasce ogni 25 dicembre e che si sobbarca, tra le centinaia di migliaia di altre cose, anche il successo del mensile satirico? Insomma, come direi, sei andato sul sicuro. Mica l'hai fatta scrivere a Horus, a Saturno o a Zoroastro, la lettera a don Santoro. Non sono venditori che funzionano. Gesù funziona sempre.

E non soltanto: oltre a farti vendere e stravendere, ché quella copia l'hanno comprata non dico tutti ma quasi, il Gesù Bambino ti ha reso un bel servizio anche in termini di immagine. La tua lettera la si trova riprodotta, ad esempio, in non so quanti blog. C'è gente che oramai vuole andare a vivere a Livorno (chissà cosa spera di trovarci). Per carità, non che non sia vero quel che c'è scritto nella lettera, e in particolare che le galere sono doventate mattatoi; il problema, però, è proprio il vendere. E anche qualcos'altro.

C'è gente, e tanta gente, caro Mario, che queste cose le dice ogni giorno. Senza vendere un cazzo. Senza locandine. Senza diventare nessun cult. Senza nulla. Gente che si mette alla tastiera scrivendo su un blogghino di merda che nessuno o quasi conosce. Le galere sono diventate mattatoi? Le galere, caro Mario, sono sempre state dei mattatoi. Non lo sono diventate né con Marcello Lonzi, né con Stefano Cucchi. E questo lo diciamo da anni, noi blogger, senza pigliare manco un soldo e non mettendo nulla in vendita. E, oltre a questo, diciamo tante di 'vell'artre 'ose che forse manco t'immagini. Rischiandoci, sovente, ben più di te. A gratis.

Ci abbiamo un'idea in testa, un'indignazione, una cosa da far sapere, una cretinata o una cosa seria: pigliamo quella maledetta tastiera e scriviamo, senza preoccuparci di nient'altro. E non per il "gusto di farlo", ma perché ci sentiamo obbligati a farlo. Per nessun altro motivo. Ed è per questo che noi siamo credibili, non tu. Il prezzo di copertina inficia ogni cosa. Gli abbonamenti, i numeri arretrati, il direttore responsabile, i collaboratori pagati e tutto il resto. Siamo noi a farle circolare, le idee, e anche a inventarle. Mi garberebbe vedere quanto ci spulci, sui blog, prima di scrivere l'editoriale di ogni numero. Gli stessi blog che poi, magari, ti osannano.

Non abbiamo nulla. Non siamo nemmeno blogger "cubani" o "iraniani", di quelli da Internazionale. Non siamo giornalisti. Siamo gente. La gente che ancora tiene a galla questo paese di merda, e lo tiene a galla gratuitamente. Siamo quelli che se c'è il bel film semisconosciuto, ne parla. Siamo quelli che vanno contro alle fanfare. Siamo quelli che fanno conoscere le valigie di fotografie spagnole. Quelli che, delle galere, non diciamo che sono doventati mattatoi, ma che le vorremmo vedere abbattute. Quelli che parlando di sé parlano del mondo, e che parlando del mondo parlano anche di sé.

Ma sono certo, caro Mario, che tutte queste cose tu le sai benissimo. Come io so benissimo che il tuo mestiere è pigliare per il culo. Castigas ridendo mores. E lo fai splendidamente, ad esempio con la letterina di Gesù Bambino a don Santoro. Talmente bene, che ci sono cascati tutti.

Ma, al prossimo Natale, prova a fare una cosa. Prova a regalarlo, il Vernacoliere. Scrivici una lettera di Satana al cardinale Tettamanzi, di Buddha a Roberto Baggio, di Khomeini a Vladimir Luxuria, o, perché no, anche del solito Gesù a chissa chi andrà di moda nel 2010. Fai un'edizione natalizia gratuita, in libera distribuzione. Mettila in scaricamento libero su Internet; ma non dopo un certo tempo, dico subito. Fai vedere che anche tu, caro Mario, scrivi per combattere e non per guadagnare vaìni divertendoti. E i collaboratori pagati insieme a te, ché tanto anche loro mica ce ne hanno tanto bisogno. L'altro giorno, qui a Firenze, son passato per caso sotto casa di Federico Maria Sardelli in Oltrarno; non mi è sembrata una casa popolare, e se tanto mi dà tanto nemmeno te abiti a Shangay o allo Stringi-Stringi.

Ché poi, caro Mario, non so se ti sei accorto di un'altra cosa.

Non fai più male a nessuno. Oramai sei istituzionalizzato. Una specie di Canard Enchaîné o di Charlie Hebdo, ma senza inchieste, senza approfondimento, senza midollo. Il Canard, perlomeno, con certe sue inchieste ha fatto tremare i palazzi e spedito a casa un président; tu cosa fai tremare? Nemmeno la Gelateria Popolare di piazza del Voltone. Fai ridere, raccogli applausi e raccogli quattrini. Non per niente vogliono chiuderci i blog, a noi; a te non ti vuole chiudere nessuno. Non lo hai notato? Nemmeno un numerino sequestrato, quando a noi ci minacciano ogni giorno. Servi a far vedere che in questo paese c'è ancora la "libertà", ma la libertà, quella vera, ce l'ha in mano chi, come noi, non ha bisogno di vendere per esprimerla.

Ché, tanto, arriviamo sempre prima di te. Zàc. Senza disegnini, è vero. Senza Luana la Babysitter, senza il Troio, senza nonno Quagliotti, senza la Tryppa. Senze carriere collaterali. Senza un cazzo. Eppure di noi hanno paura; di te no.

E allora comincia a far paura almeno un pochino.
Smettila di fare il paraculo a pagamento.
Pìgliati qualche rischio serio.
La letterina a don Santoro farebbe divertire anche Berlusconi.
Il Tafferuglio Interiore no, tanto così per restare a Livorno.

Saluti e buon anno.

Riccardo Venturi, via dell'Argingrosso 65/C
50142 Firenze
ex abitante di via Garibaldi 41
57122 Livorno
Interprete e traduttore in sospensione
Autista di ambulanze
Blogger asociale.




Nessun commento: