Quasi una maledizione, quest'anno, al CPA Firenze Sud. La "Tre Giorni di musica popolare" di fine maggio c'è toccato farcela con un tempo da lupi; l'ultima serata, che di solito si svolge all'aperto e col caldo del periodo, sono state sistemate seicento persone tutte dentro, con le tavolate nei corridoi di tutti i piani, perché diluviava e faceva un freddo cane. Ieri pomeriggio, che invece dovevamo fare una certa cosa in occasione dei "fochi" di San Giovanni, su Firenze s'è scatenato un uragano o quasi. E' andata a finire che quella certa cosa l'abbiamo fatta lo stesso, così come c'è venuta; in compenso, verso le otto e mezzo, mentre eravamo al "Bar Inferno" (il bar estivo sul retro), ci siamo trovati di fronte la meraviglia che si vede nella foto. Un arcobaleno da far restare incantati; e, infatti, lo siamo restati sul serio. C'è chi ha preso delle seggiole e s'è messo a sedere, per guardarlo; gente che usciva dalla porta, e rimaneva a bocca aperta; un paio di donne che non frequentano normalmente il CPA, e che non s'aspettavano di vedere quel prodigio in mezzo all'autentica foresta primordiale che sta dietro a quella sèntina di terroristi, brigatisti, facinorosi, black bloc, schedati, denunciati, arrestati, cassintegrati, precari, strani tipi, cani e via discorrendo. Tutti lì con l'arcobaleno negli occhi, che a un certo punto s'è addirittura raddoppiato. Dopo la tempesta, l'arcobaleno; almeno per una volta ha funzionato così, e con un arcobaleno di quelli veri, indimenticabili. Domani si ricomincia con le tempeste, e fossero soltanto quelle atmosferiche. Mi piacerebbe solo pensare che le si affronteranno un po' meglio con un arcobaleno impresso dentro.