martedì 15 aprile 2014

Humile richiesta di Riccardo Venturi, vilipensore e peccatore, al Sig. Giudice affinché voglia affidarlo a' Servizi Sociali.



Signor Giudice,

Rivolgomi a Vostro Onore con l'animo contryto, e ben conscio della colpa che ho commesso e dell'orrendo crimine che dovrò espïare.

Qvando Voi sarete chiamato a giudicarmi, fra qualche mese, per avere attentato all'onore e al prestygio del Capo dello Stato, so bene che la Vostra inflessibilità sarà inflessibilmente inflessibile; indi per cui, non posso rimettermi che alla Vostra clemenza, assicvrandoVi il mio più ardente pentymento per avere osato rivolgere, un dì, espressioni horribilmente irriguardose nei confronti del Presidente della Repvbblica, che peraltro vorrei poter incontrare per gettarmi a' Suoi piedi.

Nell'attesa e nel sogno di quel fvlgido momento, però, dovrò giustamente essere sottoposto alla Givstizia dello Stato; dvra lex, sed lex. Entrerò in quell'aula di trybunale certo di dover pagare la pena che mi spetta; non batterò ciglio, e se per me dovessero spalancarsi le porte d'una buja cella, o l'angusto seggio d'vna galera ove sarò posto a remare a forza, o financo i profondi antri delle Regie Saline di Volterra, accetterò il mio destino illvminato dalla speranza di mondarmi del mio delitto.

So bene, Vostro Onore, che avrete il potere di condannarmi anche a pene più severe, come lo squartamento sulla pubblica piazza aumentato di un terzo per recidiva; ed è proprio per qvesto che imploro e impetro la Vostra magnifica clemenza. Arrivato al mio pvnto d'abbrutimento, vogliate, con la Divina & Humana lvce che promana da' Vostri atti, concedermi di ravvedermi in modo più degno.

Vi chiedo qvindi, al momento di pronunciare il Verdetto ne' miei confronti, di assegnarmi a' Servizi Sociali in prova per tutta la durata della mia espïazione.

Vi garantisco peraltro, Vostro Onore, una provata esperienza nel settore: per bvona parte della mia vita ho compiuto codesta attività, strascinando sventurate persone a dritta e a manca con pvlmini e altri automezzi, costretto giornalmente a percorrere la terrificante via delle Masse rischiando frontali coll'autobus n° 43, oppure a infilarmi nello strettissimo vialetto d'ingresso di Villa Valentina con un Dvcato attrezzato, sotto pena della decapytazione qualora gli avessi rigato le fiancate. Vi faccio ryspettosamente presente, Vostro Onore, che tutti detti automezzi recavano la precisa dicitura: Servizi Sociali.

In alternativa, chiedo di potermi recare non una volta alla settimana, ma anche tutti i giorni, al CPA (Centro Polivalente Anziani) di Firenze Svd, notissima opera pia che ospyta anche una cotidiana mensa de' poveri. In tale benemerita strvttvra potrei espletare i miei servigi in modo adeguato, prendendo la Santa Messa nella Cappella di Sant'Emerenziano al Covo, ristorandomi frvgalmente al Bar Paradiso co' pasti preparati da Frate Angelo e sorella Angela ed occupandomi della cvra per anziani sacerdoti come Don Sugo da Fontesanta.

Alle ore 23 rientrerei al mio domycilio pieno di letizia nel qvore, compirei le mie orazioni e mi addormenterei felice non prima di aver scritto qvalche devozione domestica nel mio blog, Ekbloggethi Seauton Celestial Network. Dal martedì al giovedì, naturalmente, potrei recarmi a Roma, evitando accvratamente la zona attorno a Piazza Barberini e limitandomi alla presenza assidua in piazza S. Pietro, ove Vostra Grazia potrebbe far approntare una gogna a me riservata con la dicitura Summae Auctoritatis Vilipensor Relapsus.

Come ultima grazia, Vostro Onore, Vi chiedo naturalmente di salvaguardare la mia agibilità politica, messa natvralmente al servizio di formazioni rigorosamente ligie all'Ordyne Costituïto.

Certo che Vostro Onore vorrà accogliere qveste mie modestissime richieste, e confidando in alcvni illvstri precedenti, passo distintamente a salvtarVi da povero peccatore che altro non dimanda se non poter dimostrare all'Hvmano Consesso il proprio ravvedimento.

Vogliate accettare, Vostro Onore, i miei più servili e viscidi Osseqvi.

Vs. Humile Schiavo, Riccardo Venturi.