domenica 9 luglio 2017

Combattenti



Questi due giovanotti ignudi, fotografati la sera del 5 luglio scorso sul Ponte alle Grazie, a Firenze, sono dei combattenti.

Li ha ripresi, di passaggio, un cronista del Corriere Fiorentino (emanazione locale del celeberrimo Corriere della Serva), mentre, scavalcata la ringhiera del ponte e denudatisi, pisciavano in Arno briachi come tégoli e, naturalmente, scattandosi selfie. Poiché il cronista non ha perso la ghiotta occasione per imbastirci sopra un articolo, apprendiamo che, tra le altre cose, i due giovani combattenti gli hanno pure pisciato addosso. Incerti del difficile e rischioso mestiere di giornalista. Sei a Mosul, e ti sparano addosso; sei a Firenze, e ti pisciano addosso.

Questi due giovanotti sono stati etichettati come americani. E' senz'altro possibile che provengano dagli Stati Uniti d'America; ma, a rigore, e supponendo che il reporter di cui sopra li abbia sentiti parlare in lingua inglese, potrebbero provenire da una caterva di paesi dove tale lingua è in uso. Dubito fortemente che un giornalista del Corriere Fiorentino saprebbe riconoscere l'accento del Kentucky da quello sudafricano, o quello dell'Arizona dallo Scouse di Liverpool. Che siano americani o meno, ha scarsa importanza. Importa invece, e parecchio, il loro gesto militante e di resistenza.

Questi due giovanotti stanno in realtà difendendo con i fatti, e non con le parole, il nostro stile di vita occidentale. Stanno lottando apertamente contro la paura, contro l'oscurantismo, contro chi ci vorrebbe rinchiudere tremanti e terrorizzati nelle nostre case. I loro piselli all'aria, impegnati in un'alcolica minzione rivolta ispirata dall'Arte e dal Bello che hanno di fronte, sembrano urlare nella loro giovinezza: Je suis Charlie! Sono idealmente collegati alla generazione Bataclàn, cosmopolita e di idee aperte, che assisteva al concerto di un complesso paranazista statunitense nel nome del ròcche

Stanno pisciando, ignudi, di fronte al Ponte Vecchio. E non capisco assolutamente l'indignazione del cronista, che traspare dal suo articolo. E' lo stesso Ponte Vecchio che, alcun tempo fa, nel nome dell'Arte e del Bello fu chiuso al pubblico passaggio e trasformato in location per una meravigliosa festa riservata a ricchissimi possessori di auto di lusso, organizzata -se non erro- dal sig. cav. Luca Cordero di Montezemolo

Stanno pisciando, ignudi, a breve distanza da vari altri luoghi storici, come Palazzo Pitti, concessi dietro lauta mercede al Comune di Firenze a nababbi indiani per i matrimoni dei loro rampolli -ovviamente con relativa chiusura al pubblico. Stanno pisciando, ignudi, in quella stupenda Disneyland "patrimonio dell'umanità" che è il centro storico di Firenze. Stanno pisciando nell'artigianato gradualmente espulso e trasformato in localini, negozietti, pizzattàglio, wine bars, spennagrullerìe e quant'altro.

Stanno pisciando, quei due giovani combattenti ignudi, negli sgomberi, negli sfratti e nelle espulsioni per edificare appartamenti di prestigio. Stanno pisciando, quei due giovani resistenti adamitici, sulle ordinanze antidegrado per le quali, e per chi le emette, il degrado consiste esclusivamente ne' pòeri che si mangiano un kebab su una panchina o in due scritte su un muro. Stanno pisciando sui Comitati de' Cittadini, sulle polveriere e anche su certi giornali quotidiani. Come stupirsi che, alla fin fine, lo abbiano fatto per davvero, addosso all'indignato cronista del Corriere Fiorentino?

Il coraggioso gesto dei due giovanotti anglofoni, dei loro sani e virili mémbri, delle loro precoci pancette che presuppongono un salubre e variato nutrimento, non dovrebbe far indignare, bensì rafforzarci nella nostra ideale e fattiva Resistenza in nome del nostro stile di vita, del nostro pluralismo, della nostra democrazia, del nostro Mondo.

E' presumibile che i due giovani, se avessero fatto il medesimo gesto a Raqqah (ammesso che a Raqqah scorra un fiume paragonabile all'Arno, e davanti ad un tesoro dell'Architettura come il Ponte Vecchio), avrebbero avuto quanto meno i loro indomabili piselli asportati senza pietà, per non dir peggio. Si capisce quindi appieno la valenza del loro gesto.

Né avrebbe potuto, oramai, passare sul Ponte alle Grazie la compianta Oriana F., la quale -come è noto- ebbe a prendere a male parole e pure a manàte o borsettate un gruppo di profughi somali alcuni dei quali -orrore!- cenciosi e straccioni, e con la loro misera prole di potenziali terroristi, svuotavano le loro vesciche cariche di sozze aranciate o semplice ed esecrabile acqua nei pressi del Battistero.

Sia dunque decretato a questi due giovani Combattenti e Resistenti il giusto merito che èglino debbono avere.

Resta il mistero di dove siano andati ad espletare i loro bisognini i Ferraristi del Ponte Vecchio.