domenica 23 dicembre 2007

Disfarmi



Stendo verso il mio passato
vani tentacoli di sogno
per carpire oggetti, carte
che forse non esistono più;
eppure, come un rimorso
so che le mie ricchezze
simboliche sono ancora là,
in quella casa oggi chiusa
gabbia d'un pazzo e d'una vecchia:
i miei ritratti d'allora,
lo stampino col mio nome,
ed io, io dappertutto,
negli specchi e sulle pareti.
Su, debbo andare a smontare
questo tempio di me stesso,
saccheggiare, regalare
ai musei le mie suppellettili
più rare e buttare il resto,
esorcizzare quel luogo
che fu adibito al mio culto,
morire senza lasciare
tracce vergognose od altre,
disfarmi di tutto, andarmene
così come sono venuto.

Juan Rodolfo Wilcock, 1962.