lunedì 14 gennaio 2013

La terra è bassa



Stamani è morto Prospero Gallinari.

Lo hanno trovato morto, sembra, dentro la sua macchina, nel garage di casa sua a Reggio Emilia.

Nel libro che aveva scritto alcuni anni fa, Un contadino nella metropoli, c'era una frase che ripeteva, lui contadino, piuttosto spesso. Del resto, sulla stessa copertina del libro lo si vedeva in un campo, sopra un trattore; e ricordava, sempre nel libro, che il suo cognome di famiglia voleva dire proprio quello che sembra: Gallinari, gente che teneva le galline.

La terra è bassa, era quella frase.

Oggi, sono pronto a scommetterci, vi sarà un profluvio di terre lievi.

Poi, naturalmente, anche di "coerenze". Soprattutto da parte dei nemici, perché quando crepi il tuo nemico ricorre in nove casi su dieci alla "coerenza". Ti tengono galeotto a vita, seppure in libertà vigilata, finché una mattina di gennaio non entri nel garage e muori; però muori "coerente"  ed è così bello e nobile riconoscerlo. Lo fanno persino su "Repubblica".

Vi saranno, e vi sono già, ricordi di ogni genere.

Almeno per ora, però, non ne ho visti ancora uno ricordare di quando partecipavi al sequestro di Mario Sossi, il "dottor Manette" come lo chiamavano, fascista riconosciuto finito poi, molti anni dopo, candidato trombato di Forza Nuova e radiato dall'ordine degli avvocati per aver falsificato dei documenti. Casualmente, il sequestro avvenne a Genova un diciotto di aprile e qualcuno riadattò alla circostanza una vecchia canzone della Resistenza:

Era il 18 aprile, le otto suonate
Passarono all'azione le Rosse Brigate 
A catturare Sossi il giudice fascista 
Che per i comunisti era il primo della lista. 
Aveva condannato compagni proletari 
della 22 ottobre, rivoluzionari. 
Ora cari borghesi se rivolete Sossi 
Tirate fuori subito il compagno Rossi. 
Della 22 ottobre vogliamo i comunisti 
che sono stati i primi, i primi brigatisti. 
Forza Brigate Rosse, in alto il fucile 
che ogni giorno sia un 18 aprile.

Nessuno sembra ancora ricordare, a morte avvenuta, che Prospero Gallinari ha sparato; o perlomeno, forse ha un po' di timore nell'usare quel verbo. Bisognerà pure che qualcuno lo faccia, sennò la "coerenza" non serve a niente. Si dice che "lottò portando avanti il conflitto di classe nei modi che richiedevano i tempi", ma quei modi prevedevano l'uso del mitra, e di non usarlo sparando in aria. 

C'è imbarazzo e lo capisco. Io, Prospero Gallinari non l'ho mai conosciuto. Non rivendico nulla, e non potrei rivendicarlo neppure per sbaglio. Forse proprio per questo lo ricordo in questo modo, che considero l'unico possibile perché tutto è ancora lì, davanti a noi; noialtri che, l'ora venuta, altro non sappiamo fare che spargere terre lievi come dei fantasmi.

Lo stesso Gallinari ci ricorda invece che la terra non è mai lieve. E' pesante. E' faticosa. E' bassa.