martedì 14 gennaio 2014

Il terminale uomo



Oggi ho, finalmente, risolto un mistero.

Mi ero fermato da un tabaccaio, nella periferia fiorentina, per fare una ricarichina da cinque euri su un telefonino (un Samsung di estrema base, venticinque euri vuoto a perdere). Per ricaricare vo sempre dal tabaccaio perché comprare la scheda, grattare il codice con la monetina eccetera mi fa orrendamente fatica.

Dopo aver fatto una coda di venti minuti perché il tabaccaio era impegnato al terminale per bollette e superenalotti, nonché a distribuire gratta & vinci alle consuete vecchie che ci lasciano mezza pensione al minimo, è arrivato il mio turno. 

Ho chiesto una ricarica Tim da cinque euri e il tabaccaio si è messo a armeggiare a un cassetto per prendere una scheda da grattare.

"Mi scusi", gli ho fatto, "ma non me la può fare al terminale?"

Si è impappinato rispondendomi con un accento che, in linea di massima, mi ha ricordato quello descritto da Gadda per il commissario Ciccio Ingravallo, nel Pasticciaccio brutto de via Merulana.

Sarà capitato a tutti di andare a fare una ricarica in tabaccheria e sentirsi rispondere che il terminale è spento (guasto, non funziona, fa male ecc.). A volte ci sono autentiche epidemie di terminali guasti; e questo rappresentava il mistero. Ma 'sti terminali, terminano così facilmente? Il famoso "baco del millennio" avrà agito soltanto nelle tabaccherie?

Il tabaccaio periferico con accento molisano oggi si è premurato di risolvere il mistero:

"N...no...gghiè che si llo facciu allu terminale ci guaddagno di menu..."

Nel dire questo, si è quasi rinchiuso un dito nel cassetto dove teneva le schede telefoniche.

Dicono di me che, non di rado, ho un pessimo carattere. Infatti, pressoché all'istante, l'ho mandato pesantemente in culo inneggiando ai rapinatori che sparano ai tabaccai. E sono uscito dalla tabaccheria beccandomi peraltro una scrosciata d'acqua sul groppone perché stava diluviando.

In macchina, ripensandoci un minuto, però mi sono detto d'aver fatto male e di essere stato precipitoso. Accidenti al carattere di merda che mi ritrovo, insomma.

Non solo, infatti, il povero tabaccaio era stato totalmente sincero; ma mi aveva infine risolto anche l'annoso mistero dei terminali spenti. In pratica, funziona come coi bagni dei bar, che sono sempre guasti a meno che tu non prenda un caffè. Col caffè, i bagni si raccomodano all'istante.

Troppo tardi per tornare indietro e per ringraziare il terminale uomo.

Poco oltre ho trovato un'altra tabaccheria, dove la terminalessa donna era accesa.

E, in un poderoso rigurgito di italiano medio, ho comprato anche un superenalotto da du' euri precompilato.

Fosse mai.