mercoledì 4 giugno 2014

Terroristi



Ci sono proprio tutti quanti. Una perfetta antologia. Dall'ex governatore della Regione Veneto, Giancarlo Galan, al sindaco de Venexia, Orsoni. E poi "magistrati delle acque", la Mantovani, le "Cooperative" più o meno "rosse". C'è, naturalmente, la "grande opera": il Mose (acronimo scelto anche per ricordare Mosè), il disastroso sistema di dighe mobili che avrebbe dovuto "salvare Venezia" e che invece, oltreché l'ennesimo scempio ambientale, si sta rivelando del tutto inutile e basato su calcoli e previsioni sbagliate. Ovviamente, l'altrettanto ennesimo "ministro", tale Lupi, si è affrettato a ripetere la tiritera: "Accertare le responsabilità penali ma completare l'opera". Così come si devono "accertare le responsabilità penali" ma fare comunque l'Expo di Milano 2015. Un sistema intero. Pezzi interi dello stato italiano, ai più alti livelli, assieme ai potentati economici e a politicanti trasversali, dove ogni presupposta "appartenenza politica"è del tutto annullata, indifferente (Galan di "Forza Italia", Orsoni del "Partito Democratico"); ma questo lo si sapeva già bene. Lavori colossali in regime di esclusiva, senza appalti, affidati direttamente ad un consorzio ("Venezia Nuova") che, in questo, ha superato persino la Mafia. La Mafia, perlomeno, trucca gli appalti; qui, di appalti, non ce n'è stato neppure bisogno. Neppure la farsa. 

Può darsi che tutto questo, a molti, ricordi decine di cose già viste; ma, a me, ne ricorda una ben precisa, più delle altre. Una cosa che comincia con Val e finisce con Susa. Una fotocopia, quella del TAV: lo stato, i ministri, la "UE che chiede", i governatori, i politicanti trasversali, l'inutilità totale, il disastro ambientale, le grandi imprese, le "cooperative". Con l'aggiunta, in questo caso, di una popolazione che si è ribellata e che lotta, e di una repressione spietata da parte dello stato, della sua magistratura, delle sue polizie. Mentre gli zelanti procuratori arrestano ogni giorno (solo di ieri la notizia di altri 29 provvedimenti di custodia) ammannendo accuse di "terrorismo", i veri terroristi fanno i loro affaroni. Un giorno o l'altro, e se ne può essere ragionevolmente certi, sarà scoperchiato anche il verminaio del TAV in Valsusa, e allora non basteranno più i Padalino e i Rinaudo. Ci saranno dentro ministri, governatori, imprese, "cooperative", tutti quanti; i veri terroristi, quelli in giacca e cravatta, quelli che non mettono fuori uso i compressori, quelli che mandano la truppa a sequestrare un pezzo intero di territorio e a inseguire in armi chiunque si avvicini alla Clarea. Mari e monti, dalle montagne valsusine alla laguna veneta, quelli che si servono dei loro magistrati "eroi antimafia" per coprire qualosa che è persino peggio della mafia; nulla si salva da questi terroristi, perché terrorista è il loro Stato. Ci sarà, naturalmente, il coretto sull "accertamento delle responsabilità" mentre il ministro dirà che comunque "bisogna completare l'opera".

E così, mentre finiscono quotidianamente in galera compagne e compagni accusati di "devastazione e saccheggio" per una vetrina, una recinzione o un compressore, questi qui devastano e saccheggiano un paese intero, dalla Valsusa a Venezia, dalla Sicilia al Mugello. Devastano e saccheggiano il mondo.