martedì 9 dicembre 2008

Lo Speciale e il Ragazzino


Le chiamano “forze speciali”. E siccome sono “speciali”, almeno nell'immaginario collettivo devono essere formate da uomini speciali. Ci fanno i film, sopra. Ci fanno gli sceneggiati televisivi. In uno trasmesso non molto tempo fa, a qualcuno è persino venuto in mente di dargli, allo speciale protagonista, il mio nome e il mio cognome; perché ce lo devono pur avere un nome e un cognome, anche se nelle (rare) interviste hanno il volto coperto dal passamontagna. Sono i rambi speciali, magari uno ti abita alla porta accanto e non lo sai; e poi, chissà perché li chiamano rambi. Nel film originale, il primo, Sylvester Stallone era un poveraccio, un reduce dal Vietnam che era capitato in uno stupido paese e aveva chiesto una birra o roba del genere. A costo di farmi pigliare a calci virtuali dagli oramai smaterializzati lettori, dico che quel film mi è sempre piaciuto e continuerà a piacermi. Non era un film idiota, ma per niente. Non sono “rambi” quelli delle “forze speciali”. John Rambo non era armato di tutto punto dallo Stato. John Rambo non andava a sparare ai ragazzini di quindici anni.

Ci è andato, invece, a sparare a un ragazzino di quindici anni, facendolo secco, uno dal nome più complicato e assai meno attraente. Epaminondas Korkoneas, si chiama. Si provi qualcuno a fare un film intitolato “Epaminondas Korkoneas”; penso che avrebbe lo stesso immane successo di un film intitolato, che so io, “Mario Placanica”. Neanche coi semplici nomi di battesimo funzionerebbe; un “Epaminondas”, al massimo, riporterebbe alle Termopili (su cui il film, peraltro, lo hanno già fatto); non parliamo di “Mario”. Si penserebbe a SuperMario, e questi “speciali” non sono affatto “super”. Sono ometti qualsiasi con armamenti pressoché invincibili. Le immagini di Genova ce le abbiamo tutti ancora negli occhi, no? No? Forse no. Forse sono state già dimenticate.

Ma quanto sono “speciali”. Ma quali rambi. Rambo non aveva paura, anche se era un disperato, vero, che vagabondava per un paese che lo aveva prima usato e poi buttato via. Questi hanno sempre paura, nonostante siano delle macchine da guerra ambulanti. Hanno paura dell'estintore, e sparano. Hanno paura del sasso, e sparano. Pum pum. E spediscono nell'eternità, con fori grandi come tunnel, i ragazzini. Quel Giuliani là, in piazza Alimonda, con il rotolo di scotch al braccio e la canottiera. E quel Grigoropoulos di Atene, un bambino che forse non c'entrava manco niente e che non aveva lanciato nemmeno un ciottolo. Sarà partita qualche parola, “sbirri di merda” in greco si dice μπάτσοι μαλάκες , si legge qualcosa come “bàcci malàches”, e il ragazzino magari non fa nemmeno in tempo a finire la frase, fermandosi al “malà...”, che l'Epaminondas speciale gli rifila un colpo calibro novemila partito da un'arma che io e te, gentile lettrice, gentile lettore, non abbiamo non dico mai visto ma neppure immaginato alla lontana.

Poi le carriere di questi “speciali”, magari, divergono un po'. Dalle nostre parti tendono a diventare a volte eroi delle maggioranze silenziose e, più spesso, a livello di capi e capetti, alti e stimati funzionari (come quel Perugini che a Genova fu colto mentre pestava a sangue un quindicenne steso a terra); in Grecia, lo speciale Epaminondas è attualmente al gabbio mentre tutto il paese piglia fuoco, ché i greci, e specialmente i giovincelli, da quelle parti sembrano un po' meno preoccupati della “legalità” di quanto non lo siano i nostri. Fanno sul serio, nell'Ellade, e lo hanno sempre fatto. Sotto natale danno pure fuoco all'alberone in piazza, ché quando l'ho visto mi è presa voglia di andare ad abbattere a fiondate i babbi natale scalatori (voglia che, peraltro, mi prende ogni anno).

Sì, davvero specialissimi sono questi signori, così duri, così dell'ordine, così allenati, così equilibrati. Li metterei davanti a un oplita dell'antica Grecia armato solo di lancia, e vorrei vedere come scapperebbero; tanti bei coniglietti, altro che Rambo. Scappavano, spesso, anche quando di fronte, persino in Italia, avevano ragazzotti che non indietreggiavano per nulla. Poi ammazzavano e paralizzavano quelli inermi, il Ceccanti che tirava uova o arance, lo Zibecchi schiacciato dal “carosello” sul marciapiede, la Masi col suo bel viso di adolescente, e tutti gli altri. Così è toccato al ragazzino Grigoropoulos, di buona famiglia e persino agiata, con la maglietta di “God Save the Queen” dei Sex Pistols, con lo sguardo allegro e un po' strafottente come si ha a quell'età. E' toccato a tuo figlio, sai.

Gli è toccato ritrovarsi sulla strada uno speciale Epaminondas mandato dallo Stato. Un trentasettenne sposato e con un ragazzino della stessa età. E non te lo immaginare poi così tanto roso dal rimorso, ché la sua prima preoccupazione è stata quella di farfugliare qualcosa a base di “difesa” e di “proiettili deviati”. Sai che male gli poteva fare, un quindicenne disarmato, a uno Speciale dotato di tutti i più moderni armamenti. L'Epaminondas lo avrebbe neutralizzato, se del caso, anche a mani nude. Invece no. Da precise testimonianze, sembra che lo abbia inseguito e abbattuto. Proiettili deviati? Ma a questi Speciali non gli insegnano a sparare? O che Speciali saranno, se quando sparano e ammazzano hanno sempre tirato prima in aria, con la pallottola che poi regolarmente gioca a rimbalzino per finire invariabilmente dentro al quindicenne o all'ultras della Lazio?

Poi lo Speciale dirà che è stato un "errore", dirà che "non voleva", alla vigilia del processo (se ci sarà, e in cui finirà assolto) invocherà il "perdono" alla famiglia; l'unica cosa che lo accomuna a Rambo, è che anche questo è un film già visto non so quante volte. Così come i mazzi di fiori sul selciato, così come le scritte sui muri, così come le lacrime e la rabbia. Un copione che non ammette variazioni.

E a te, caro genitore che magari ti riempi la bocca con lo Stato, con l'ordine, con la tolleranza zero, con tutte le stronzate cui non hai la forza di opporti, auguro di farti ammazzare un figlio da uno Speciale. Ti auguro di ritrovarti all'improvviso a capire cosa vuol dire. Ti auguro di non vedere più il sorriso di quel ragazzino che stava cominciando a ribellarsi anche contro di te, e a crescere. Non crescerà più. Ci ha pensato l'Epaminondas, ci ha pensato lo Stato. Crescita fermata. Vita annullata. Ordine ristabilito.