domenica 14 giugno 2009

A bordo ché salpiamo, Ivan



"Signori", disse allora, "vi parla il capitano,
il mare è buono, il vento tiene, a bordo ché salpiamo",
"Signori", disse allora, "vi parla il capitano".

Timone alla mano, la prua alla Polare,
mi disse "Può dormire, signore, può sognare",
timone alla mano, la prua alla Polare.

Sorrise e disse ancora: "Non c'è da aver paura,
la vela regge il vento, la nave è ben sicura."
Sorrise e disse ancora: "Non c'è da aver paura."

Ricordo quel momento di pace alla stesa,
Il senso di un silenzio pulito di ogni offesa
Ricordo quel momento di pace alla stesa.

E dopo mezzanotte, da dove, da che mare
si leva come un canto di madonna senza altare,
e dopo mezzanotte, da dove, da che mare.

E dolce ed infinito, in palpiti d'amore
e si discioglie lieve come la neve al sole,
e dolce ed infinito, in palpiti d'amore.

Il capitano sbianca, la ciurma è nel terrore:
"Nel nome di Maria, si salvi chi si può salvare!",
Il capitano sbianca, la ciurma è nel terrore.

Ma io non so capire, ma io non so pensare
Lo sguardo all'orizzonte io resto ad ascoltare.
Ma io non so capire, ma io non so pensare.

Il capitano, forte: "Signore, venga via!
Il miele di quel canto uccide per malìa."
Il capitano, forte: "Signore venga via!"

"Lei sa che ogni tempo dell'uomo in ogni mare
Si porta il suo canto e vive sull'altrui morire,
Lei sa che ogni tempo dell'uomo in ogni mare."

"Siam sulla luna (ah, rido!) con gli atomi a giocare,
e lei mi parla di malìe mortali in mezzo al mare!
Siam sulla luna, (ah, rido!) con gli atomi a giocare."

"Non voglio, no, capire, non voglio, no, pensare,
o capitano, capitano, io resto ad ascoltare;
Non voglio, no, capire, non voglio, no, pensare."

Calate le scialuppe ognuno si allontana,
E il canto scioglie solo a me la sua dolcezza arcana,
Calate le scialuppe ognuno si allontana.

E ora è tutto mio il canto, il mare, il nero,
Son solo come un dio che ha perso anche il suo cielo.
E ora e' tutto mio il canto, il mare, il nero.

Ma non ci son le stelle e non c'è neanche il mare,
E non c'e' più la nave, oddio, fatemi svegliare,
Ma non ci son le stelle e non c'è neanche il mare.

E adesso so capire, e rido, e rido forte,
Il canto muore e resto qui, con me, con la mia sorte.
E adesso so capire, e rido, e rido forte.

"Signori", dico ora, "vi parla il capitano,
il mare e' buono, il vento tiene, a bordo che salpiamo."
"Signori", dico ora, "vi parla il capitano."

Ivan della Mea.