martedì 23 febbraio 2010

La luna


Esco fuori un attimo, per fumare una sigaretta e per vedere se c'è il gatto in giro; non so esattamente quale delle due cose sia il pretesto per l'altra. Alzo la testa, e c'è la luna; e non c'è. Il cielo è tutto coperto, anche se non piove; mi viene a mente che potrebbe essere la testa di ponte della primavera. Oggi ho avuto un terribile mal di testa, improvviso. Mi ha messo quasi k.o.; poi ho avuto buffi scambi su un altro blog, ho avuto una risciacquata sul lavoro per una cazzata che ho fatto e, infine, lo stesso che mi ha fatto la risciacquata mi ha telefonato dicendo di non prendermela. La conosco da più di trent'anni, questa persona. Trent'anni. E intanto la luna c'è e non c'è, sopra le nuvole e chissà perché tutti, dovessero dire una cosa del genere, direbbero "sotto". Spira un'aria strana, come a ogni cambio di stagione che si addensa.

Ci starebbe bene, a questo punto, un bel ripensamento. Sarebbero le serate giuste. Il bilancio, i ricordi, gli episodi, le considerazioni...ma non ce ne ho la minima voglia. Sto lì sulla soglia, a guardare i tre pini in quella specie di giardino pensile che ho sopra casa, il gatto è per gli affari suoi e la luna c'è e non c'è. E ci starebbe bene, allora, che scorressero le nuvole in un cielo mobile; ma le nuvole se ne stanno ferme, compatte. Fumo. Quasi quasi me ne accendo un'altra. Quasi quasi tiro giù i piedi dalla soglia e percorro l'universo cortile; mi accorgo che comincia ad esserci qualche finestra aperta. Me ne accorgo dall'aumento dei rumori di televisione; ondeggia un pino nell'assenza pressoché d'ogni cosa. Mi sorprendo a cercare d'individuare di che trasmissione si tratti, forse un film. Una voce grassa, sguaiata.

Avevo detto di voler essere un ponte di sogni, e sono in un cortile in mezzo a gigantesche pozzanghere che rifletterebbero la luna, se comparisse. Avevo sognato un sacco di cose e mi ritrovo qui, a desiderare uno squarcio nel cielo. Che non ci sarà. Non ci sarà nulla, almeno per stasera. Vedo accendersi una luce a una finestra, e poi spengersi dopo pochi attimi; percepisco qualche rumore piacevolmente sconosciuto. Magari, sulla Luna, c'è un altro me stesso su qualche soglia. Tutto coperto. Aspetta il suo gatto lunare, si fuma la sua sigaretta Selen Blu. I cortili della luna sono come questo, e tutti quanti siamo là, tutti noi mestessi, ad attendere primavera, bellezze e abbandoni che ora sono ricoperti da una coltre di nuvole.