mercoledì 30 giugno 2010

S. Pietro T. & S. Roberto S.


Ieri ho, quasi di sfuggita, pubblicato su questo blog un "articolo". In realtà non si tratta affatto di un vero e proprio articolo, ma di una serie di foto che illustrano alcuni sport estremi e di un'altra che riproduce un quadro dove si vede un sacerdote amministrare l'unzione estrema a un moribondo. Il riferimento era piuttosto chiaro.

Non ho intenzione di parlare ulteriormente di Pietro Taricone. Se proprio qualcuno volesse sapere come la penso al riguardo, Senza Soste ha pubblicato un articolo che la dice tutta, ma proprio tutta. Naturalmente (e come dubitarne!) c'è di mezzo anche Casapound; non per niente il Grande Fratello si basa su una "casa", no?

Faccio solo una breve aggiunta. Dicendola estremamente alla maggiordomo Jeeves, questo è un ben strano paese, by Jove. È il paese dove tutti, generalmente, se ne fregano altamente degli operai edili che volano quotidianamente dalle impalcature (specialmente se immigrati), e che invece piange, si commuove e si dispera quando un imbecille che ha ogni cosa si spiaccica in un campo per giocherellare allo sport estremo. È il paese che idolatra il supermaschio ("L'òmo è òmo e la femmina è femmina!") e dove ogni giorno vengono ammazzate non so quante donne. È il paese dove un Pietro Taricone viene già definito l'eroe buono (che mai avrà fatto di eroico?), primo gradino per essere fatto santo; anzi, pardon, nominato santo. Fine dell'aggiunta, se non fosse per un piccolo fatterello occorsomi oggi.

Tornato dal mio turno notturno, prima di andare inutilmente a letto (proprio sopra casa mia c'è, pensate un po', un'impalcatura dove degli operai lavorano nel normale orario, ignari del fatto che là sotto c'è uno che di orari normali non ne ha), mi sono messo a scaricare la posta. Tra le mail, ce n'era una a firma di tale Valentino P., il quale doveva aver letto la cosa di ieri, quella degli sport estremi e dell'estrema unzione. Apriti cielo.

Valentino P. ha iniziato a fare il panegirico di Pietro TaRRicone (sic, con due "r"; ma forse si è confuso con il produttore della Birra Morena -si veda la foto in alto); poi è passato a dirmene di cotte e di crude e ad augurarmi la di me morte ed anche quella dei miei cari; sono seguite sei righe di VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA conchiuse da 32 punti esclamativi (contati); infine, la firma e un post scriptum che riporto integralmente:

"E ricordati, coglione, che anche il vostro Roberto Saviano ha parlato bene del suo amico PIETRO TARICONE [stavolta correttamente con una sola "r", ndr]. Hai capito, comunista di merda!?!?!"

Poiché, in fondo, a me di Pietro Taricone non me ne importava una beata sega da vivo (e non vedo quindi perché me ne debba importare da morto), ho trovato assai interessante questo post scriptum. Forse dovrei fare una premessa, ma è stata già fatta assai meglio di quanto la possa fare io. Rimando quindi, soprattutto, a diversi articoli di Alessandro Dal Lago, Mario Bascetta e Daniele Sepe pubblicati da Insorgenze: Il diritto di criticare l'icona Saviano, La libertà negata di criticare Saviano, Saviano l'idolo infranto, Pagliuzze, travi ed eroi, Attenti, Saviano è di destra, criticarlo serve alla sinistra.

In quel ben strano paese di cui sopra, esistono attualmente due dogmi. L'infallibilità del Papa e l'infallibilità di Roberto Saviano. Roberto Saviano si pronuncia su tutto. Muore Taricone? Hai le emorroidi? Ti si è sgonfiato il soufflé? L'ENEL ti ha spedito una bolletta di 300 euro? Cannavaro fa schifo al maiale? Ci pensa Roberto Saviano. Compare con la sua faccia scavata e non hai più scampo. È il nascosto più superpresente del mondo. Chiamarlo icona ha oramai un senso letterale, religioso. Il Papa ha l'Osservatore Romano e Saviano ha Repubblica. Oramai ci sono sinergie perfette, come quando -nei giorni scorsi- Saviano ha tessuto le lodi del cardinale Crescenzio Sepe. E voi, cara mia, caro mio, dovete stare zitti. Saviano è sotto tiro della Camorra e vive nascosto e superprotetto. Con questo si elimina ogni possibilità di critica, e chi lo fa è condannato all'immediato disprezzo oppure a vedersi arruolato tra i Berlusconiani. Roberto Saviano è diventato come lo stato di Israele: incriticabile per decreto e per diritto divino. Per questo sarebbe assai opportuno che tutti leggessero gli articoli che ho linkato.

Nel mio infimo piccolo, ne ho avuto la conferma con la mail del sig. Valentino P., che seguendo forse un "comune sentire" mi ha affibbiato Saviano collettivamente, come "vostro". Beh, se mi leggesse posso solo rispondergli che magari sono anche un comunista di merda (inutile fargli dei distinguo più o meno sottili), ma che Saviano non è affatto "mio". Tutt'altro. Lo lascio ai fruitori dei Grandi Fratelli e delle Repubbliche. Lo lascio più che volentieri a chi ha bisogno di eroi e di santi da mezzo soldo bucato.