venerdì 27 gennaio 2012

Caselli.


Già.
Nessuno ci può giudicare, nemmeno tu.
E' da un bel po' che
abbiamo visto la differenza, sí.
La differenza che passa tra i servi
e quello che abbiamo scelto.
A pensarci bene
non potevi, a un certo punto,
che diventare un "eroe".
Questo paese ha un costante
bisogno di
eroi
che non abbassano la guardia
anzi, che innalzano la guardia
a sistema condiviso di repressione.
Avvertimenti.
Tutti i gradini dell'ipocrisia
scesi uno ad uno.
Provvedimenti specifici.
Non reprimiamo il dissenso!
Ripristinare la legalità.
Giro-girotondo.
Resistere resistere.
Maphia !
Ho fatto un sogno.
Ho sognato altri eroi eroici,
di quelli morti saltati in aria.
Li ho sognati come
sarebbero stati oggi,
dopo le antimafie:
tutti come te.
Tonnellate di mitologie e di citazioni,
di strade, monumenti e tribunali,
tonnellate di procure
pronte a spedire avvertimenti,
a agitare spettri,
a incarcerare,
a spezzare,
a firmare,
non passerete.
Gli stessi.

Nessuno ci può giudicare, nemmeno tu,
la verità ti fa male, lo sai.
Ti verrano stampate sulle chiappe
le scarpe dei suicidi
passate sul fango delle tue galere.
Tu e le tue sinistre sinistre,
voi e i vostri eroismi,
le massime, le conferenze, le saggezze,
lastricate di repressione e quarantuno bis.
Per ora sentite sul collo,
la mattina,
mentre vi pettinate con cura
e vi annodate la cravatta,
per ora sentite sul collo e sul viso
lo schifo che fate.
Lo schifo vostro e del vostro potere.
Lo schifo della servitù
e del fosso che avete sempre scavato.
Per ora.