martedì 16 ottobre 2012

Quando toccherà al Treggia's Blog?


Non so se sono mancato ai settantanove disgraziati che mi seguono, ma ultimamente ho passato -diciamo- qualche traversia. A cominciare dal problema più tipico dei nostri tempi: la famosa crisi. Nonostante quel che scrivevo circa un anno fa a proposito di certi funghi porcini (uno dei post maggiormente di successo di questo blog, sembra), la crisi planetaria si è abbattuta come un maglio anche sul sottoscritto e sui suoi ammennicoli. Ora, c'è da dire che ci sono senz'altro più che abituato, sono in crisi perpetua da quasi cinquant'anni e, pur professandomi anarchico, non sono ancora riuscito a trovare nemmeno uno straccetto di posticino in qualche ufficio pubblico; però, ultimamente, la crisi si è materializzata in forma di due spaventose bollette telefoniche (forse sarebbe meglio dire: multimediali), una delle quali arretrata. Quella arretrata sono riuscito a pagarla quasi subito, ma l'altra nel frattempo arrivata puntuale come la morte, è dovuta sottostare alla dura legge del WUYGM (Wait Until You Get Money); e poiché l'erogatore non era punto d'accordo, mi ha assai poco cerimoniosamente staccato ogni cosa. Ho passato 'sto paio di settimane in una condizione internettianamente kafkiana, infilandomi in biblioteche, aggirandomi per la città alla ricerca di fantasiosi punti wi-fi e facendo la conoscenza di fantasmagoriche connessioni come l' "Accesso Internet di Evaristo". E così fino ad oggi.

Pampalea, una gatta nera a giro per la città

Nelle medesime due settimane, poi, mi è accaduta un'altra cosa piuttosto curiosa. Giustappunto mentre mi aggiravo per la città col portatilino nello zaino, e alle mie consuete ore bizzarre (mai e poi mai rinuncerei alle mie abitudini da pipistrello), ho constatato con piacere di avere qualche affezionato lettore in più oltre a quei famosi settantanove. A dire il vero, già lo sapevo; però la volta scorsa, questi lettori si erano rivolti a me nelle vesti di Gatta Pampalea, "una gatta nera a giro per la città", a proposito di certe sue pacatissime considerazioni sull'allora signor Prefetto di Firenze, dott. Paolo Padoin, e sulla simpatica ancorché curiosa confusione che costui aveva fatto tra il defunto cantautore Lucio Battisti e Cesare Battisti (non il patriota trentino impiccato dentro il Castello del Buon Consiglio -e menomale che era del Buon Consiglio, figuriamoci un po' se il consiglio fosse stato cattivo...); e mi era toccato, una bella mattinata d'ottobre di un paio d'anni fa, salire le scale di un palazzone in centro per andare a sentire cosa mi volevan dire questi miei lettori, che a dire il vero mi risultavano tutt'altro che inattesi anche perché mi avevano mandato a chiamare con tanto di invito ufficiale. E posso assicurare che si tratta di quegli inviti il cui mancato rispetto può comportare qualche piccolo problema.


Nella foto: il prefetto di Vienna, dott. Paul von Padöinsberg, impicca il terrorista Lucio Battisti.
Dall'episodio è nata la nota canzone "Tu chiamale se vuoi esecuzioni".

Stavolta, invece, niente gatte nere. A due anni di distanza è toccato all' "Asociale" in persona, previo placcaggio rugbistico in mezzo di strada alle una e mezzo di notte con tanto di controllessa e identifikacija. Ai miei lettori affezionati, stavolta, non è andato giù che me la sia presa con il defunto dott. Piero Luigi Vigna; e mi è toccato, la mattina dopo, risalir le scale di quel palazzone per la quantità di piani tre (e menomale che non erano quattro, mi veniva da pensare mentre le salivo). Insomma, come dire: a dir male dei defunti si può senz'altro rischiare di commettere un grave peccato e di finire all'inferno, cosa che senz'altro mi attendo; nell'attesa di bruciare per l'eternità, però, il medesimo atto fa finire il blogger direttamente in Questura per una chiacchierata, mettiamola così.

Naturalmente si può discutere se gioire per la dipartita di una persona (peraltro avvenuta in modo del tutto naturale e per avanzata età) sia un'azione più o meno disdicevole, ed avrei serenamente accettato (e compreso) se, mettiamo, un parente del dott. Vigna che avesse eventualmente letto quel che ho scritto m'avesse preso per la strada e mollato due o tre manate; me le sarei prese e tenute, senza rinnegare (o rettificare) minimamente quel che avevo scritto. Però, sinceramente, mi rimane difficile capire come mai manifestare gioja per la dipartita di un qualsiasi essere umano possa comportare di essere invitato a parlarne di fronte ad un'autorità di Polizia. Chiunque, leggendo quel che ho scritto, può liberamente darmi del farabutto, del pezzo di merda, di qualsiasi cosa gli venga in mente; però, a questo punto, sappiate che chiunque manifesti pubblicamente gioja, delizia e giubilo per il tiraggio del calzino dell'odiato zio Geremia, o della vicina di casa rompicoglioni o di chiunque altro può essere passibile di un provvedimento del genere. Dico questo, perché mi rifiuto di pensare che gioire per la morte di un magistrato abbia maggior "valore", da questo particolare punto di vista, di quanto non l'abbia per lo zio o per la vicina antipatica. Avevo tra l'altro per davvero uno zio (acquisito) che detestavo; e, quando morì, mi lasciai andare a esternazioni irriferibili beccandomi un'ondata di riprovazione da parte dei miei familiari. Però persisto nel credere che le fiamme eterne me le beccherò in misura uguale per lo zio e per il famoso giudice. L'unica differenza gli è che, per il secondo, mi sono prima beccato un paio di verbali firmati e controfirmati. E la cosa dà alquanto da pensare.

Come tutti sanno, questo blog fa parte del cosiddetto Asocial Network. Si tratta di tre blog che tengo alternativamente, uniti da tre princìpi basilari: 1) La produzione del tutto autonoma, vale a dire articoli originali e non ripresi (a parte qualche rara eccezione) da altre pubblicazioni in rete o a stampa; 2) La dichiarazione palese dell'identità e di altri dati personali del sottoscritto, perché all' "Asociale" non piace affatto nascondersi come un ladro; 3) Il totale rifiuto della cosiddetta "comunicazione interattiva" che non comunica un accidente di niente, con il conseguente blocco serrato di tutti i commenti scritti (come dire: andate a bofonchiare altrove e smanettatevi pure di seghe & affini su Facebook, se volete avere a che fare con me mi telefonate o mi bussate alla porta). Con l'episodio testè accaduto, ben due blog su tre dell'Asocial Network sono stati "visitati" da quegli affezionati lettori di cui sopra, con conseguente colloquio (ad onor del vero e a rigore, si sono comportati esattamente come richiesto: non hanno lasciato commenti scritti, mi sono venuti a trovare e mi hanno convocato per una chiacchierata a quattr'occhi). Sempre nel mese di ottobre, deve buttare bene. Prima la Gatta Pampalea e poi l' "Ekbloggethi"; quando toccherà al Treggia's Blog?

Povero "TB", sicuramente in questi giorni si sentirà parecchio solo e trascurato; e dire che c'è chi lo ha definito "L'unico vero blog di strada della rete". Non so davvero che cosa fare, anche perché il blog in questione, per chi non lo conoscesse, si occupa di una mia particolare passionaccia: quella delle vecchie autovetture trovate in giro. Quando ne trovo una, scendo dalla macchina, mi piazzo spesso in posizioni alquanto pericolose e giù clic, e clic, e clic. Siate indulgenti: anche a Errico Malatesta piaceva raccomodare biciclette e aggeggiare su ogni sorta di marchingegni, e io non sono certamente Malatesta. Non ho proprio di codeste velleità, nemmeno per scherzo. Mi chiedo a questo punto che cosa dovrò architettare, la prossima volta, per farmi convocare in Antiter grazie al Treggia's Blog: dovrò gioire smodatamente perché la macchina di Caselli è stata stiacciàta da un rullo compressore (vuota, state tranquilli, vuota!)? Perché a Saviano hanno rigato la Grande Punto regalatagli da Marchionne? Perché la Ford Focus di Placanica finì contro un platano? O mi avrebbero convocato, qualche mese fa, se avessi augurato al famoso SUV di Franco Fiorito di finire in un precipizio?