lunedì 10 dicembre 2012

Letterina di Gesù Bambino ai piccoli poveri Cristi, a.D. MMXII



Carissime bambine, carissimi bambini di tutto il mondo,

Sono Gesù Bambino. Sì, d'accordo, lo so che vi sembrerà un po' strano che, quest'anno, sia io a scrivere una letterina a voi invece che voialtri a me; però, e davvero mi dispiace parecchio dirvelo, quest'anno la situazione lo impone. Siccome non sono avvezzo né ai preamboli, né alle pillole indorate, bisognerà che ve lo dica subito: quest'anno non scrivetemi. Non c'è più nulla. Quassù in Paradiso abbiamo esaurito tutte le scorte di magazzino, l'ultima bicicletta scassata la abbiamo regalata al figlio piccolo di Lance Armstrong assieme a una vecchia scatola del “Piccolo Chimico” ed è inutile, sono desolato, che mi spediate milioni di letterine dicendo che siete stati buoni e che volete questa o quella cosa per Natale. Lo so che siete stati buoni, accidenti se lo so; solo che siamo puliti. Finite anche le ultime trottole di legno di fabbricazione sovietica anno 1959, che non le volevano più nemmeno i famosi bambini del Biafra. Finita anche l'ultima bambola “Pierfilippa” della ditta Preganziol di Belluno, l'unica bambola che dice “Mamma, ma va' in mona, 'iocàn!”. Più nulla. Se proprio siete disperati, vi suggerirei per quest'anno di mandare le letterine a mio fratello Satana Bambino, casomai gli fosse rimasto qualcosa giù all'Inferno; ma, purtroppo, non sono sicuro che anche lui ci abbia ancora qualcosa per voi, e comunque sappiate che quel discolaccio è abituato a chiedere sempre qualcosa in cambio, tipo la vostra candida animuccia. Pensateci bene, insomma.

Insomma, ragazze e ragazzi, quest'anno è andata così. Anche voi seguirete un po' la situazione generale, e saprete che è davvero un bel casino, ma di quelli duri. E non crediate che la cosa riguardi soltanto la Terra; anche quassù ne' Cieli è esattamente la stessa cosa. Voialtri laggiù ci avete la Grecia in bancarotta, qui ci abbiamo il Purgatorio che oramai è al collasso e sta chiedendo, oramai, prestiti non dico ai Musulmani (che, poi, mica se la passan tanto bene manco loro nonostante il petrolio...), ma addirittura agli Indù, ai Buddhisti e persino a quei cialtroni della Soka Gakkai. Voialtri laggiù vi intortano ogni dieci minuti con la “ripresa”, e quassù a noialtri la “Standard & Poor Christ” ci abbassa il rating di una croce. E che i vostri genitori non si lamentino troppo della Banca Mondiale, perché quassù noi ci abbiamo a che fare con la Banca Universale e vi assicuro che sono peggio. Cristo, se sono peggio! E se Cristo lo dico io... Insomma, solo per dirvi che anche mio Padre, oramai, non sa più che pesci pigliare (quindi avverto che, quest'anno, non vi saltino in testa moltiplicazioni e roba del genere; al massimo vi potrò trasformare un po' d'acqua in Tavernello e vedere di riprodurre qualche scatola di sardine del Lidl). Poveraccio, mi fa una pena davvero infinita e vorrei fare qualcosa per lui, ma sono troppo piccolo e poi vai a contare su quell'altro, mio cugino lo Spirito Santo. Quello se n'è sempre fregato, non si sa mai dove sia e quando a volte lo si vede fa du' lucine, du' bip bip e se ne va.

Capisco bene, bambine e bambini, che nelle vostre famiglie non sarà un Natale troppo giojoso. Sotto l'alberello troverete, mi sa, gran chicchirillò legati a un filo. La cosa che mi spiace di più è che non c'è manco più una pistola giocattolo da mandarvi, ché almeno avreste potuto organizzare qualche rapina a mano armata nei negozi di balocchi; andrà a finire che vi toccherà imparare a maneggiare quelle vere, di pistole. Sembra che funzionino anche meglio, e se vi organizzate un po' ci sono, pare, tante belle banche e, va da sé, anche il deposito di Paperone. E non crediate, purtroppo, di bypassarmi elegantemente scrivendo a Babbo Natale; lo so che lui viene dalla ricca Scandinavia, ma i governi della Norvegia e della Finlandia gli hanno intimato di attenersi alle votazioni dei rispettivi parlamenti che hanno negato gli aiuti ai PIGS. Quindi, ciccia. Cercate di informarvi se, che so io, nella tradizione svizzera esiste qualche zio o biscugino Natale, ma sugli svizzeri -fossi in voi- non ci conterei troppo. Quel che posso fare per voi, cari i miei piccoli poveri cristi, è di passare comunque un Natale sereno assieme ai vostri babbi e alle vostre mamme, mangiando pasta condita col pomodoro del discount e würstel al sapore di varecchina insaporiti col buon ketchup “Ilva” (una specialità tarantina). Insomma, ci sarà prima o poi 'sta ripresa; io, come sapete, sono condannato a rinascere ogni anno a fine dicembre e non è che mi vada troppo passare dei Natali di merda come questo. Già non bastasse quel cazzo di mangiatoia gelata, e quei tre dementi che ogni anno mi portano oro, incenso e mirra. Il primo, vabbé, lo posso andare a rivendere a un Compro Oro (brutti ladri schifosi, peraltro), ma dell'incenso e della mirra me ne fo una bella sega.

Immagino, disgraziatamente, che nelle vostre famiglie l'atmosfera non sia delle migliori, considerando poi questa tegola dell'esaurimento dei regali. Cercate, bambini e bambine, di non aggravare la situazione. Ve lo dico per esperienza. Come sicuramente sapere, a me tocca addirittura barcamenarmi con due famiglie; di quella celeste ho già detto, ma in quella terrena non crediate che vada meglio. Anzi. Il mio padre putativo, Giuseppe, è stato messo in mobilità indeterminata dalla Cooperativa Falegnami dove lavora, non esagero, da un paio di millenni. Bella roba! Bella gratitudine! Un carpentiere specializzato, che quando son nato lo hanno tenuto per quattr'anni a fare non so che cosa fuori dalla Giudea, lasciando sola mia madre dodicenne. Nulla da fare. A lui si che gli è arrivata la letterina, ma di licenziamento. Mia madre, poveraccia, è seriamente una santa donna; ma santa quanto, non ve lo potete nemmeno immaginare. Anche lei vittima di un inganno padronale per il quale non so trovare le parole. Pensate: il 15 agosto era stata assunta. A tempo indeterminato. Avevamo organizzato una festa bellissima, che avevamo chiamato, appunto, l'Assunzione. Mamma era talmente contenta da farsi chiamare Maria Assunta. Tutto sistemato? Macché. La crisi si è abbattuta sull'azienda, poi ci s'è messo pure il terremoto di Finale Galilea che ha fatto crollare il capannone, e a novembre era già di nuovo a spasso. E, in casa, è scoppiato il putiferio; sì, perché ovviamente le prime ad essere state rimandate a casa sono state le dipendenti. Ora, credetemi, c'è un'aria da tagliare col coltello; mio padre si è messo a bere come un'autobotte, torna a casa briaco marcio e, naturalmente, appena apre l'uscio piglia la mamma a mazzate; le urla che è una poco di buono, che io non sono suo figlio (come se non si sapesse...), che prepara del pane azzimo da fa' dà' di 'onco ar majale (qui usa di solito il dialetto samaritano) e che, un giorno o l'altro, ci pensa lui. La povera mamma è disperata, sarebbe intenzionata a chiedere la separazione, ma ha anche una gran paura delle reazioni di quell'energumeno. E anch'io. Senza mezzi termini, temo una strage familiare, anzi, una sacra strage familiare. Prima o poi quello torna con gli attrezzi e ci mette in croce a tutti nell'orto, altro che Calvario.

Anche per questo, care bambine, cari bambini, sono io, quest'anno, a scrivervi una letterina. E' nel vostro interesse. Se il babbo ci ammazza, maremma putativa, addio Natali. Il prossim'anno, il 25 dicembre vi tocca andare a scuola come tutti gli altri giorni. Sì, lo so, mi direte: oh, bella fica, ma tanto a te ti salva il tu' babbo quello lassù, quello vero. Mica tanto semplice; prima di tutto ha un'età che si dimentica anche che c'è l'acqua in mare, e capirete che è un bel pezzo avanti con l'alzheimer. Poi, oramai, me ne ha salvate talmente tante (a partire da quel giorno che gli ho fatto saltare un contratto principesco con l'Associazione Venditori nel Tempio) che non so se vorrà fare ancora qualcosa per me. Su mio cugino lo Spirito Santo, ve lo ripeto, non c'è da contare; insomma, sono nella merda. O aiutate me e quell'altra mia famiglia, o son dolori.

Non ce l'avreste un babbo imprenditore edile che potesse assumere il mio, di babbo? Se lavora sodo smette di bere, va a letto presto, ridiventa il dolce babbino che ho sempre conosciuto e chiude pure un occhio (e, forse tutti e due) su qualche avventuretta della mamma con certi arcangeli che so io. Non chiedo la luna, un posto da carpentiere semplice, roba del genere; ma, così, saremmo salvi e io potrei tornare tranquillamente, passata la crisi, a distribuire regalini a voi bambine e bambini buoni. Quanto alla mamma, per il prossimo 15 agosto, non è che potreste procurarle un'altra assunzione, stavolta anche a tempo determinato? Un posticino da precaria? Signora Fornero, sappia che quand'era piccola, anche lei mi ha scritto la letterina e io le ho fatto avere il Dolceforno e il pelouche Puffolotto. Anche a sua figlia! Le assicuro che la mamma non è “choosy”, le va bene anche un posticino in un'impresa di pulizie, basta che ci abbiamo un reddito per qualche tempo! Insomma, ragazze e ragazzi, fate qualcosa per il vostro Gesù Bambino. Altrimenti, non so davvero come andrà a finire, qua. Altro che paradiso, e la rivolta già monta. Voglio proprio vedervi se, l'anno che viene, vi ritroverete con la Repubblica Socialista de' Cieli!