giovedì 2 maggio 2013

Bruttaddìo, ovvero "Bella ciao" arrovesciata


Tra venticinqu'aprile e primomàggio, in pochi giorni m'è toccato fare la consueta, e agghiacciante, overdose di Bella ciao. In un giorno solo me la sono beccata sei volte, declinata in tutte le salse e tutti gli arrangiamenti, dal mozartiano al gezzato, dal rap al neomelodico partenopeo. Non ne posso più di quel canto squisitamente democristiano che nessun partigiano ha mai veramente cantato (nemmeno quelli democristiani, peraltro); tirato su apposta a guerra partigiana finita, per "unire" nonostante la strofetta finale aggiunta dai comunisti. Insomma, il canto della "coësione", il Napolitano delle canzoni partigiane o presunte tali; buono per tutte le occasioni, una vera e propria puttana canora che trova il suo posto nel repertorio de' bravi ragazzi progressisti come in quello dei boy scouts, nelle riunioni dell'ANPI come nei cortei antagonisti, nell'album dei Modena City Ramblers come nell'antologia di Mino Reitano, nella sigla di Santoro come nella pubblicità dei formaggini. Mancano solo i cazzi di gomma con "Bella ciao" stampata sopra, e sai che bella "Resistenza" tu vorresti fare a base di linde montagnette coi bei fiori e viandanti che passeranno; anche perché le linde montagnette (fiori compresi) ora, più o meno, le bucherellano e/o le spianano col TAV e c'è il caso che qualche trivella, prima o poi, incocci pure nelle ossa del partigiano. Detto questo, oggi sull'autobus mentre tornavo a casa, mi è venuta a mente la Bruttaddìo che segue. Una vaga vendetta verso Bella ciao la avevo in mente da tempo; ma prima che si trasformi in vendetta strutturata, deve passare un po' di tempo e arrivare il giusto momento. Bruttaddìo è "Bella ciao" arrovesciata; vale a dire, una canzone completamente per contrari. Ogni parola del canto "originale" è stata capovolta. Non è, peraltro, un procedimento inventato dal sottoscritto (ci mancherebbe pure che mi mettessi a inventare); mi ricordo, per esempio, che qualcuno (non ricordo chi, forse Davide Riondino?) fece tempo fa la stessa cosa con l'Infinito di Giacomo Leopardi. Eccovi dunque questa Bruttaddìo, che mi auguro verrà adottata da tutti coloro che cominciano a aver voglia di fare come il Preiti ogni volta che sentono quel canto che è "partigiano" come io sono un top model.

E a notte fonda mi so' addormentato
O Bruttaddìo, bruttaddìo, bruttaddìo ddìo ddìo,
e a notte fonda mi so' addormentato
e è partito il liberator.

Nazifascista, tu fammi entrare
O Bruttaddìo, bruttaddìo, bruttaddìo ddìo ddìo,
Nazifascista, tu fammi entrare
ché mi vedo resuscitar.

E se rinasco nazifascista,
O Bruttaddìo, bruttaddìo, bruttaddìo ddìo ddìo,
e se rinasco nazifascista
devi farmi putrefàr.

Farmi marcire nella pianura,
O Bruttaddìo, bruttaddìo, bruttaddìo ddìo ddìo,
farmi marcire nella pianura
tra gli sterpi sotto il sol.

Di là 'un ci passa mai nessuno,
O Bruttaddìo, bruttaddìo, bruttaddìo ddìo ddìo,
di là 'un ci passa mai nessuno
in mezzo al puzzo e allo squallor.

E questo è il puzzo di un fascista,
O Bruttaddìo, bruttaddìo, bruttaddìo ddìo ddìo,
e questo è il puzzo di un fascista
nato pe' la schiavitù.

Ed era nera la sua mutanda
come la merda che cacò.

(Fine)