giovedì 1 marzo 2012

Tre modest proposals per i media nazionali


Nella foto: un ritratto di Jonathan Swift. Viene ricordato perlopiù per i Viaggi di Gulliver, probabilmente uno dei dieci libri più famosi d'ogni tempo; ma è anche l'autore di un curioso e sarcastico pamphlet, intitolato A Modest Proposal eccetera (dico "eccetera", perché ha un titolo chilometrico). In esso, in grandi linee, Swift, irlandese di nascita, propose molto seriamente -e modestamente, ovvio- che, per combattere la sovrappopolazione che affliggeva l'isola (con i conseguenti gravi problemi di alimentazione), i bambini denutriti fossero fatti ingrassare e poi, al momento giusto, dati da mangiare ai ricchi proprietari terrieri. Costoro, comunque, avrebbero sicuramente rifiutato perché non erano comunisti. Anch'io, oggi, ho da formulare tre modest proposals da rivolgere ai media italiani, impegnati oramai da giorni nel rovesciamento della realtà. Da giorni, e a pieno organico; tutti sono stati arruolati per la più viscerale falsificazione dei fatti che sia mai stata sperimentata in questo paese. Oggi, prima di andare al presidio NO TAV al Ponte del Pino, a Firenze, mi sono messo a sedere in un bar là vicino, per sorbirmi un caffè d'orzo con una scorza d'arancia; caso ha voluto che, sul tavolo, ci fosse la Gazzetta dello Sport. Non che ne sia un lettore, ma in un certo senso mi faceva piacere; pensavo, "oh, finalmente mi leggo due stronzate sugli arbitri e sui gol fantasma, un po' di pausa". Invece no. In fondo alla "rosea", tutta una pagina dedicata alla propaganda in favore della TAV, con tanto di pecorelle, eroici carabinieri, encomi, legalità, black bloc, violenti e tutto il resto. Non sto scherzando: persino sulla Gazzetta dello Sport. Quando il presidio è cominciato, il piacere di bloccare mezza città e di mandare in tilt il traffico già caotico di per sé a quell'ora, è letteralmente triplicato; però devo un salutino a una sconosciuta signora che, pur bloccata da venti minuti con la macchina a un incrocio, l'ha presa in modo del tutto sorridente e ha persino solidarizzato con noi che paralizzavamo la circolazione fiorentina. Come dire: questo non lo si leggerà mai, né sulla Gazzetta dello Sport né su quella della Repressione (giornale trasversale che può chiamarsi Corriere della Sera, Repubblica, Libero, Riformista, Giornale, Nazione e in qualsiasi altro modo).

Ma parlavo delle modest proposals; il fatto gli è che, a volte, mi fo pigliare la mano dalle lunghe premesse e divago con autentica voluttà (la famosa cupiditas excurrendi). D'ora in avanti sarò breve, quasi stringato. Le mie tre modeste proposte per i media nazionali hanno giustappunto a che fare con il rovesciamento della realtà che essi stanno concocendo, ma che, a mio parere, potrebbe essere migliorato e, magari, affidato di meno a certe esangui figure come Corradino Mineo. In sintesi:

1). I NO TAV sono resposabili della porta volata via (la celebre PAV) sul Frecciargento Roma-Brescia. Naturalmente un sabotaggio perpetrato da criminali attivisti NO TAV per poi far ricadere la colpa sull'angelico Moretti, e prefigurare scenari catastrofici. I fatti verranno presentati così: la cellula NO TAV della Toscana meridionale, composta da otto black bloc, cinque membri di Al-Qaeda, tre anarcoinsurrezionalisti e diciotto hacker di Anonymous, si è messa in azione al deposito della stazione Termini svitando la porta in modo che, dopo un certo grado di sollecitazione (circa al raggiungimento dei 250 kmh) potesse sganciarsi. Ma, grazie alla nostra eroica inchiesta, i veri attentatori sono stati finalmente smascherati. Seguiranno immediate reazioni di sdegno. L'on. Esposito del PD ne approfitterà per chiedere il ripristino della pena del rogo per i NO TAV e l'eliminazione dal lessico italiano della parola vanto (che di "no TAV" è l'anagramma).

2). I NO TAV sono responsabili dell'affondamento della Costa Concordia. Per scopi superiori come la costruzione della Torino-Lione, sarà pur necessario qualche sacrifizio; indi per cui, la mia proposta riguarda il completo scagionamento del povero comandante Schettino e l'attribuzione della responsabilità per l'affondamento della Costa Concordia ai NO TAV. La cosa è facilmente realizzabile: si preparano due o tre interviste-bomba a testimoni che hanno visto a bordo alcune persone con la maglietta del treno sbarrato o con quella del vecchietto incazzato, e il gioco è fatto. A cura di trasmissioni come La vita in diretta o Chi l'ha visto si potranno diffondere clamorose rivelazioni su pozioni date da bere all'ingnaro e incolpevole comandante, e potrà essere svelata finalmente la vera identità della perfida e ammaliatrice "moldava": tale Teodolinda Salbertrand, attivista di Bussoleno detta "A Sarà Düro". Una volta sedotto e ammaliato il comandante, giù con la manomissione della rotta fino al fatale scoglio. Sospette dichiarazioni di Alberto Perino dopo il naufragio, alle quali non era stato dato il giusto peso: "Mi inchino alla volontà popolare". Il procuratore Caselli ha comunque già aperto un'inchiesta per fatti specifici. Chiaramente, Schettino sarà reintegrato nel comando andandosi a schiantare con la Costa Mestizia su uno scoglio davanti all'isola di Montecristo. Un altro inchino, ma nessuno gli aveva detto che l'isola è completamente disabitata (sarà comunque intercettato un falso dispaccio della capitaneria di porto di Livorno, in realtà preparato dai NO TAV, in cui si comunica al comandante che a Montecristo ci sono quindicimila ricchissimi abitanti, tra cui un famoso ma non meglio precisato conte).

3). I NO TAV hanno assassinato Lucio Dalla. Questa dovrà partire in seguito a un'esclusiva di Oggi: l'anziana zia del cantautore scomparso che rivela l'amore di quest'ultimo per treni e trenini, fin da ragazzino, e che prorompe infine: "Sí, Lucio era per la TAV!". Da qui la decisione dei NO-TAV di eliminarlo, una volta per tutte. Una potente dose di un mix di erbe e piante velenose della Valsusa (tra le quali l'aconitum Pecorellae, la convallaria Phassinii e il terribile Expositum perniciosum), ed è stato ottenuto il risultato voluto. Unanime e fermissimo sdegno per il vile assassinio perpetrato ai danni del povero musicista, che rivela finalmente il vero volto dei NO TAV; l'on. Antonio Di Pietro chiede il ripristino della bollitura viva preceduta da spellatura e cospargimento con peperoncino habanero. Il presidente Napolitano invece si confonde clamorosamente e comincia a blaterare di coesione. Dal coro di condanna per il barbaro atto si stacca però Francesco Guccini, che dichiara (toccandosi ostentatamente i coglioni per essere oramai l'ultimo grande cantautore italiano rimasto in vita): "Io non ho la patente e prendo sempre il treno, però, càsso, costa troppo! Meno TAV e più intersìty! E poi, scusate, non mi lego a questa schiera, morrò pecora nera". Sentento nominare le pecore, un carabiniere là presente rimane eroicamente in silenzio e riceve un encomio.