Conversazione a un tavolo dell'Antica Trattoria della Pesa, Milano, viale Pasubio 10. Anno 1933.
- "Ma secondo te, come andrà a finire con questa....come la chiamano...?"
- "Ristrutturazione. O in altri modi."
- "Ecco, in altri modi. Però stanno distruggendo la vecchia Milano, caro mio. Non ne resterà niente."
- "Bravo pirla, tu e la tua vecchia Milano! Eppure non sei un ragazzo, te la dovresti ricordare anche tu com'era, no? Dimmi un po', no-stal-gi-co, ti ricordi del Bottonuto?..."
- "Diamine se me ne ricordo! A due passi da piazza del Duomo, peggio della càsba di Algeri...da averci paura a entrarci dentro dopo una cert'ora, ma anche di giorno...eppure, l'atmosfera..."
- "L'atmosfera. Altro che atmosfera, caro mio! Qui c'è bisogno di novità, di funzionalità, di strade larghe per farci passare gli automobili...io li chiamo come D'Annunzio, sai! Al maschile! Il mezzo meccanico è simbolo di maschia forza e velocità..."
- "Sarà, ma intanto a mangiare continui a venire in una delle più vecchie trattorie di Milano..."
- "E che c'entra! Gli architetti mica vogliono buttar giù gli ossibuchi e il risotto giallo! A proposito di giallo....lo hai visto il cameriere...?"
- " E certo che l'ho visto....sarà giapponese? "
- "Non mi sembra proprio...beh, potrebbe anche essere, ma non mi sembra che pronunci le cose con la elle. Non dice mica lisotto! "
- "Poi dicono che il legime ci ha isolati...l'Italia fascista accoglie ploplio tutti, non ti sembla...?"
- "E hai un bel parlare tu, dell'Italia fascista mentre rimpiangi il Bottonuto e tutte quelle schifezze che sembravano i ghetti degli ebrei! Demolizione! Ricostruzione, caro mio! Futuro! "
- "Vabbè, vabbè. Però e bravo e gentile, il cinese. Inappuntabile. "
- "Senz'altro, ma continuo a dirti che per me non è cinese. Perché non glielo chiediamo, di dov'è ?"
- "E in che lingua glielo chiedi? Sai il cinese? "
- "Guarda che qualche giorno fa l'ho sentito parlare perfettamente il francese con degli avventori stranieri..."
- "Il francese? Allora, dai, sei proprio ignorante. Se parla bene il francese, vuol dire che viene dall'Indocina o da quelle parti, no?"
- "Già, non ci avevo pensato. Garsòn! Sivuplè, vupuvè venir issì an peti' momòn? "
- "Oui m'sieu?..."
- "On m'a dì che vu parlè fransè, muà ge le parl' an pè....muà e monamì facevòn iun dischiussiòn sur votre nazionalitè..."
- "Oh. Vous savez, moi je suis vraiment un citoyen du monde..."
- "Uì biansùr me vuzèt nè chelchepàr, nespà...? Vuzèt scinuà?..."
- "Non monsieur. Je suis né au Viêt-Nam. Vous le connaissez?"
- "Viet...l'Andoscine...?"
- "Vous les européens l'appelez comme ça. Nous autres l'appelons Viêt-Nam, monsieur. "
- "Biàn....mersì e pardonnemuà, getè chiuriè...me chesc' fetvù issì a Milòn...?"
- "Je travaille. Vous savez, il faut travailler. Il faut beaucoup travailler à ce monde. "
- "Sè bian dì, sà! Bravò ! "
- "Est-ce que je peux aller maintenant, monsieur...?"
- "Sertenemàn. Mersì e pardonnemuà de vusavuà derangè..."
- "Pas du tout. "
- "Iun derniere sciose....commòn vus appelevù...?"
- "Je crains que c'est un peu difficile pour vous, mon nom, monsieur. Quand je suis né, je m'appelais Nguyễn Sinh Cung. Maintenant je m'appelle Nguyễn Tất Thành. On change souvent de nom à mon pays. "
- "Ah. On Italì non, ahahahaha ! Mua ge suì nè Ambrogio Mazzacurati e je morirè Ambrogio Mazzacurati, vusavè ahahahah ! "
- "Vous vous appelez comme le saint protecteur de votre ville, monsieur. "
- "Me complimòn ! Vusavè tù ! Vu devè etr' bravò en Viet....commonsappèll...?"
- "Viêt-Nam. Je peux aller maintenant, monsieur...?"
- "Biansùr...mersì ancor...Guiènn...! "
- "Avevi proprio ragione, Luigi. Indocinese. Accidenti come parla bene il francese, chissà se il suo nome...o i suoi nomi voglion dire qualcosa..."
- "Di sicuro. In quei posti i nomi voglion dire tutti qualcosa, ma anche qui da noi a volte...prendiamo un'altra bottiglia di barbera? Mi sembra ce l'abbiano buono qui..."
- "Ottimo, direi. Si brinderà alla salute dell'indocinese, chissà che fine farà nella sua vita poveraccio...! "
- "Già, chissà ! "
Effettivamente, il nome del cameriere indocinese dell' "Antica Trattoria della Pesa" significava qualcosa; in vietnamita, infatti, Nguyễn Tất Thành vuol dire: "colui che è vittorioso". I nostri due avventori del 1933 continuarono la discussione sulla ristrutturazione (o distruzione) di Milano che le cambiò volto negli anni '20 e '30, e ordinarono anche un bel dolce senza sapere che era stato proprio il cameriere a prepararlo; era, infatti, anche un provetto pasticciere avendo appreso l'arte a Londra nell'atelier del grande Auguste Escoffier. Non stette però molto a Milano; qualche anno dopo, nel 1938, lo ritroviamo in Cina a fare una cosa che, forse, ai due avventori non sarebbe piaciuta granché. Il "poveraccio" era infatti consulente dell'armata comunista cinese di un tizio chiamato Mao Tse-tung. Dopo la guerra tornò infine nel suo paese, preparandosi a parlare perfettamente in francese dopo essere stato guarito da una grave forma di dissenteria da dei medici americani. Il francese lo parlò particolarmente bene in un posto chiamato Điện Biên Phủ, qualche anno più tardi; allora aveva ricambiato nome (ci aveva questo vizio), e si faceva chiamare Hồ Chí Minh. Un misto di cinese e vietnamita che, sembra, significa "Volontà che illumina". La banalissima scenetta che ho qui scritto, ambientata nel 1933, è naturalmente del tutto inventata; l'ho scritta anche a beneficio di chi, recandosi a mangiare piatti tipici della cucina milanese all' "Antica Trattoria della Pesa", in viale Pasubio 10, si trovasse all'improvviso davanti a un busto dell'ex cameriere che lo scruta. Pare abitasse in un piccolo appartamento sopra la trattoria; c'è anche una lapide che lo ricorda, sulla facciata. Potrebbe capitare di mangiare lì, che so io, anche al leghista convinto o a qualche sparuto adepto di Magdi Cristiano Allam. E anche per oggi ho scritto qualcosa che non c'entra nulla con nulla; qui di seguito, un'antica ballata irlandese cantata in vietnamita, lingua meravigliosa nella quale il gruppo "tr" si pronuncia esattamente come in siciliano. E occhio ai camerieri quando andate in trattoria.
Far away across the ocean,
Far beyond the sea's eastern rim,
Lives a man who is father of the Indo-Chinese people,
And his name it is Ho Chi Minh.
Ho, Ho, Ho Chi Minh
Ho, Ho, Ho Chi Minh.
Now Ho Chi Minh was a deep sea sailor
He served his time out on the seven seas
Work and hardship were part of his early education
Exploitation his ABC.
Ho, Ho, Ho Chi Minh
Ho, Ho, Ho Chi Minh.
Miền biển Đông, xa tắp nơi chân trời
Người dân ở đó lầm than đói nghèo
Từ đau thương Người đi khắp năm châu
Lòng tin mặt trời chân lý sáng soi
Rọi chiếu tới dân mình
Hồ, Hồ, Hồ Chí Minh!
Hồ, Hồ, Hồ Chí Minh!
Vượt trùng sóng người đi khắp phương trời
Luyện tôi ý chí lòng nuôi căm thù
Hồ Chí Minh ngày đêm xót thương dân
tộc nô lệ vì đế quốc dã man
Giày xéo đất nước mình
giày xéo Đông Dương này,
tàn sát bao con người
Từng giờ cháy lửa cách mạng lan tràn
Từ rừng Việt Bắc vào đến Tháp Mười
Hồ Chí Minh niềm tin đấu tranh cho
tự do điệp trùng đội ngũ lớn lên
Ngày thêm mỗi trưởng thành
một ý chí tuyệt vời,
bằng chiến công diệt thù
Lòng thành kính toàn dân gọi Cha già
Vì Người đã sống để cho muôn người
Hồ Chí Minh mùa xuân chứa chan muôn niềm tin
Người từ chân lý sinh ra
Vì thế giới hoà bình
Người hiến dâng đời mình
Người hiến dâng đời mình
Người hiến dâng đời mình
Hồ, Hồ, Hồ Chí Minh!
Hồ, Hồ, Hồ Chí Minh!