venerdì 5 aprile 2013

Lectura Dantis


"Quell'ex BR non canti il Paradiso!"

Così ieri ha tuonato, sembra, tale Valerio Vagnoli, dirigente del "Saffi". In pratica, il preside di una scuola superiore di Firenze, il quale si è accorto che nel prossimo mese di maggio, nell'ambito della "Lectura Dantis", una di esse sarà tenuta dal professor Enrico Fenzi, ex docente di letteratura italiana presso l'università di Genova nonché, attualmente, studioso di rinomanza internazionale del Petrarca e, per l'appunto, di Dante. Ed anche ex membro delle Brigate Rosse.

Come si legge sul Corriere Fiorentino, il preside Vagnoli è ferocemente avverso al fatto che un ex brigatista legga Dante; chiede "rispetto per le vittime degli anni di piombo" ed accompagna questa sua richiesta con un'autentica "lezione morale": «Provo fastidio a vedere personalità che hanno contribuito a dare all’Italia anni di inferno elevarsi al ruolo di educatori. E leggere uno dei poeti che sulla libertà non ha detto delle banalità».

Ho pensato allora di riequilibrare un po' la cosa, peraltro certo del fatto che qualche Vagnoli del XIV secolo avrebbe trovato assai da ridire sull'importanza attribuita al poema di un fuoriuscito scacciato ignominiosamente dalla città di Fiorenza, sobillatore, fiero odiatore dell'ordine costituito e spregiator di tutte le istituzioni: cosi ho contattato Dante Alighieri (non ci credereste, ma ci ho alcune entrature) e gli ho proposto di leggere, lui, un comunicato delle Brigate Rosse.

L'Alighieri si è dimostrato entusiasta della cosa; mi ha fatto sapere che accettava di buon grado, ha voluto informarsi sommariamente sul professor Enrico Fenzi e, una volta edotto, si è spinto ad esclamare: " 'E fece dimolto bene!" Unica condizione che ha posto, è che il comunicato delle Brigate Rosse fosse da lui letto a modo suo, vale a dire in regolari terzine. Dantesche, giustappunto; sennò che divin poeta sarebbe?

Gli ho sottoposto quindi il secondo comunicato delle BR del 15 dicembre 1980 relativo al rapimento del giudice D'Urso (che fu poi liberato il 15 gennaio 1981). Ovviamente Dante, essendo occupatissimo, non ha potuto leggerne dantescamente che una parte; ma, comunque, la cosa renderà l'idea e, soprattutto, un po' di giustizia alla faccia del preside del "Saffi".

A mo' di confronto faccio precedere il testo originale della prima parte del comunicato:

SMANTELLARE IL CIRCUITO DELLA DIFFERENZIAZIONE.
COSTRUIRE E RAFFORZARE I COMITATI DI LOTTA.
CHIUDERE IMMEDIATAMENTE L’ASINARA.
Ogni operaio, ogni proletario che non si arrende, che continua a combattere contro i padroni, per una società senza sfruttamento, pone la lotta per la distruzione delle carceri imperialiste al centro degli interessi della sua classe.
La borghesia vuota le fabbriche e riempie le galere
Lo Stato borghese e il suo regime per sperare di sopravvivere deve assolutamente annientare qualunque espressione della lotta di classe. Dalla fabbrica dai quartieri proletari deve essere cancellata ogni volontà di lotta, ogni presenza antagonista, ogni traccia di organizzazione proletaria. All’interno di questa strategia di controrivoluzione preventiva la borghesia assegna al carcere un ruolo fondamentale: annientare politicamente e fisicamente l’avanguardia del proletariato metropolitano, neutralizzare e rendere impotente una intera fascia di proletariato emarginato dalla produzione.

Questa invece la Lectura Dantis di Dante stesso:

Organizzar de' proletari la liberazione
che ne le carcere istanno pregionieri;
e lo circuïto della differenziazione

smantellar, e costruire co' pensieri
e rinforzar della lotta i comitati;
e serrar oggi domani ed anco ieri

l'Asinara; onne operajo e tutti i salariati
che non si rendan e la lutta trànno avanti
contro i patroni ché più 'e non sien sfruttati

da essi in societade d'uguaglianti;
e posta fia la base al sagrificio
delle galere imperialiste e sudditanti.

Empie la carcere e svota l'opificio
la borgesia insieme al su' regime;
lotta di classe induce a veneficio

e la presenza antagonista opprime.
Onne traccia dell'organizzazione
de' proletari sparisce e si comprime;

e la galera ha inver dominazione
e'l fisico annientar dell'avanguardia
del proletar della cittade impone.