martedì 1 marzo 2011

Di Febbraio


Di Febbraio
Folgore da San Gimignano

E di febbraio vi dono bella caccia
di cerbi, cavrïuoli e di cinghiari,
corte gonnelle con grossi calzari
e compagnia che vi diletti e piaccia;

can da guinzagli e segugi da traccia,
e le borse fornite di danari,
ad onta degli scarsi e degli avari,
o chi di questo vi dà briga e 'mpaccia;

E la sera tornar co' vostri fanti
carcati dalla molta selvaggina,
avendo gioia ed allegrezza e canti;

Far trar del vino e fummar la cucina,
e fin al primo sonno star razzanti;
e poi posar infino alla mattina.

Di Febbraio
Cenne da la Chitarra

Di febbraio vi metto in vile ghiaccia
con orsi grandi vecchi montanari,
e voi cacciando con rotti calzari;
la nieve metta sempre e si disfaccia.

E quel che piace a l'uno, a l'altro spiaccia:
con fanti ben ritrosi e bacalari;
tornando poi la sera ad osti cari,
lor moglie tesser tele ed ordir accia.

E 'n questo vo' che siate senza manti,
con vin di pome, che stomaco affina;
in tal' alberghi gran sospiri e pianti,

Tremuoti, venti; e no sian con ruina,
ma sian sì forti, che ciascun si smanti
da prima sera enfino la mattina.

Viene febbraio e il mondo è a capo chino,
ma dai conviti e in piazza,
lascia i dolori e vesti da Arlecchino,
il carnevale impazza, il carnevale impazza.
L'inverno è ancora lungo, ma nel cuore
appare la speranza,
nei primi giorni di malato sole
la primavera danza, la primavera danza.