venerdì 14 ottobre 2011

Terapia intensiva


Quel che sto per scrivere ha, sí, a che fare direttamente con quel che mi è piombato addosso negli ultimi tempi; ma non si tratta né di un racconto intimista, né di considerazioni esistenziali o, comunque, di natura privata. Ne parlo in prima persona in qualità di soggetto civile, di cittadino che ha dovuto e deve confrontarsi con una malattia grave; in breve, è una testimonianza vissuta sulla propria pelle seguita da alcune considerazioni che ritengo necessarie.

Mi sono sentito male alle 3,20 del 21 settembre scorso, ed è intervenuta un'India (ambulanza infermieristica) con personale specializzato; in poco più di un quarto d'ora sono stato stabilizzato con la prima terapia d'urgenza, monitorato e inviato a codice 2 presso il DEA (Dipartimento Emergenza e Urgenza) del Policlinico di Careggi. Vi sono arrivato in circa dieci minuti.

Appena arrivato, sono stato immediatamente immesso in sala operatoria per l'intervento di corononarografia e angioplastica; l'ecografia aveva rilevato un'occlusione in più punti nella coronaria anteriore, e si trattava quindi di un infarto anteriore che stava interessando un'area piuttosto vasta. In 45 minuti circa l'intervento è andato a buon fine, e sono stato ricoverato un UTIC (Unità di Terapia Intensiva Coronarica). Vi sono rimasto fino al 24 settembre, costantemente monitorato e sottoposto ad ogni tipo di esame clinico e terapia d'urgenza. I locali del reparto sono modernissimi e dotati di apparecchiature e attezzature all'avanguardia; il ricoverato è accudito fin dalla prima mattina con infermiere che si occupano della sua pulizia personale e di ogni sua esigenza in quella particolare situazione.

Il sabato, stante il decorso regolare, sono stato inviato in un reparto di medicina cardiologica situato a poca distanza. Mi sono ritrovato, dopo soli quattro giorni, a potermi muovere sulle mie gambe e ricoverato in una stanza paragonabile a quella di un hotel a tre stelle: bagno singolo, televisione, letto e poltrona regolabili con telecomando, luce di lettura, terrazza. Sempre costantemente seguito dal punto di vista terapeutico e analitico. Lunedì 26 settembre sono stato sottoposto al secondo intervento di angioplastica, concernente stavolta una coronaria laterale anch'essa occlusa. Ho dovuto passare poi un'altro giorno in UTIC nelle medesime modalità della prima "tranche"; sono stato poi inviato di nuovo in medicina cardiologica, e infine dimesso il 30 settembre.

Al momento della dimissione, assieme alla cartella clinica contenente tutte le analisi progressive che mi erano state fatte, mi è stata consegnata tutta la documentazione e la cartella per la riabilitazione cardiologica (che sto attualmente effettuando presso una struttura ospedaliera apposita, in regime di day hospital). Tale cartella contiene tutta la terapia che devo seguire, e i buoni di consegna per tutti i farmaci necessari e per l'attrezzatura di rilevamento della glicemia.

Tutto questo, al cittadino Riccardo Venturi, è costato esattamente euro zero. Ambulanza infermieristica, interventi chirurgici, ricovero in reparti altamente specializzati, farmaci, altre attrezzature, consulti specialistici (diabetologico, dietologico, psicologico), prelievi, analisi, tutoraggio sequenziale, test, prove da sforzo, cardiologo. Sono stato preso totalmente in carico per la durata di due anni.

Tutto questo ha un nome: si chiama sanità pubblica.

In un paese notoriamente orripilante, con i fondi sanitari costantemente tagliati magari per finanziare le "missioni di pace" dei vari "eroi", in preda alle privatizzazioni più selvagge e speculative, con le direzioni sanitarie lottizzate, con una ricerca massacrata; eppure, nonostante questo contesto desolante, il cittadino Riccardo Venturi ha avuto modo, sulla propria pelle, di constatare la differenza che passa tra una sanità che ancora ha un barlume di pubblico, e quella che non lo ha.

Altrove, e come immensamente desidererebbero dei personaggi e delle consorterie politiche che dovrebbero a mio parere sprofondare nelle fiamme infernali, tutto questo mi sarebbe stato negato in nome del mercato. Avrei dovuto stipulare un'assicurazione. L'ambulanza me la sarei dovuta pagare, e salata; al pari del ricovero, della terapia, delle analisi, dei farmaci. Nel frattempo, giornali e pennaioli da vomito si lanciano sui casi di "malasanità", ma non perché del caso specifico gliene importi alcunché. La loro "malasanità" ha un fine chiarissimo e ben preciso: quello di instillare nell'opinione pubblica la convinzione che la sanità pubblica debba essere eliminata. Obbediscono a un ben preciso disegno politico, non esitando mai a servirsi del "caso clamoroso" e del dolore che usualmente ne sussegue per perseguire ciò che è stato loro ordinato. A costoro non interessa certamente denunciare una situazione generalizzata in cui certi casi avvengono per le deficienze di un sistema che viene scientificamente strangolato e impoverito. Delegittimandolo ancora di più, si prepara il terreno alla privatizzazione totale.

Il cittadino Riccardo Venturi, che vive per sua fortuna in una regione dove la sanità pubblica ancora viene fatta resistere, vorrebbe ringraziare chi si è preso e si sta prendendo cura di lui con grande professionalità e umanità, nel nome della scienza e senza nessuna concessione a "medicine alternative" e altre ciarlatanerie del genere. Tale ringraziamento desidera però esplicarlo nell'unico modo che gli è possibile e consono, senza sdilinquimenti o personalismi. Lo esplica con una promessa di impegno e di durezza: nessun arretramento davanti a chi vorrebbe smantellare la sanità pubblica per i propri loschi affari e per l'arricchimento di pochi. Mantenimento e estensione della sanità pubblica per tutti, cittadini italiani e stranieri, immigrati "regolari" e "irregolari". Basta coi tagli e con le sovvenzioni pubbliche alla sanità privata. E lotta senza quartiere perché tutto questo avvenga, alla svelta. Una terapia intensiva da ammannire senza pietà alla razzumaglia dei privatizzatori, dei fautori del modello americano, delle assicurazioni, dei politicanti assassini.