mercoledì 22 febbraio 2012

Boia


E così, alla fine, il Kasello Kasellante se n'è accorto di cosa vuol dire. Abituato com'è a andare nei salotti buoni a parlare di democrazia, abituato alle teleprediche santor-travagliane, abituato ai girotondi tutti giustiziagiusta-legalità-eroismo, abituato alla mitologia antimafia, abituato ai librini scritti con tanta passione civile poi regolarmente esaltati da Repubblica e presentati alla Feltrinelli, si dev'essere proprio trovato a malpartito in questi ultimi tempi, quando qualcuno ha cominciato a cantargliele belle sode, secche, senza sconti. Mettendolo nudo di fronte a quel che è: un servo obbediente, come del resto i suoi colleghi "eroi" della finta "sinistra" giustizialista e forcaiola (si legga con estrema attenzione, a tale riguardo, il "ritratto" di Francesco Saverio Borrelli pubblicato su Insorgenze, e senza saltare nemmeno una fotografia anche se, avverto, fa male, molto male. Un male di quelli da provare fino in fondo, per capire bene certe cose).

Ieri il Kasellon de' Kaselloni era, con la sua bianca chioma così telegenica, a Genova. Doveva, ma non mi dite, presentare un libro dal titolo altamente evocativo: Attacco alla giustizia. Uno di quei titoli che piacciono da morire agli amiconi del Partito Devastatore, al messia Saviano o al "Corriere della Galera" (titolo assai più appropriato per il Fatto Quotidiano). Però gli sta girando piuttosto male, all'Eroe da' Candidi Capelli; a Genova, ieri, c'era a aspettarlo un bel po' di gente incazzata a morte. Sapete come va: mentre lui scrive di attacco alla giustizia, lui e la sua "giustizia" attaccano senza quartiere e ben spalleggiati dai loro pool, dalla loro mistura di polizie, dai loro giornaletti di complemento, dai testimonial sempre pronti all'uso. Infatti, anche ieri, Genova era stata militarizzata a dovere.


Va da sé che il Kaselliere di Sua Maestà era stato invitato dal Sindaco, quella Vincenzi là che, come dire, è una vera e propria alluvione di iniziative democratiche. Eh, il fatto è che al caro Supermagistrato, stavolta, non ha creduto proprio nessuno. Quando ha fatto mettere dentro chi sta lottando per tutta una serie di cose che a quelli come lui vanno poco a genio, si sarà pure affrettato a dire che i provvedimenti restrittivi (ora non si dice nemmeno più "mettere in carcere", no) erano stati presi per fatti specifici e che non si voleva colpire il dissenso, ma se accanto a lui ci fosse stato Carlo Lorenzini, detto Collodi, ne avrebbe immediatamente approfittato per scrivere il seguito del Pinocchio. Di burattini, del resto, si sta parlando!

Guarda caso, i 26 arrestati NO TAV del gennaio scorso sono una vera e propria "antologia" di ciò che alle mafie politico-finanziar-giudiziarie della Torino-Lione fa più paura. Guarda caso, ci sono i cosiddetti ex terroristi, un "assist" imperdibile per cominciare a equiparare il movimento NO TAV al "terrorismo". Guarda caso la procura torinese è stata investita in pompa magna del compito repressivo, compito che il Kaselluccio e i suoi fidi sono lieti di assolvere con zelo. La vocazione alle "belle lezioni" a base di "giustizia", ciò che ha trasformato questo democratico paese, di fatto, in una dittatura giudiziaria con la santa benedizione dei progressisti. Galere, certezze della pena, rigalère, leggi speciali, esaltazione dei mandaingalera, ancora galere, e poi anche la presa per il culo suprema del vittimismo. Da questo punto di vista, le dichiarazioni "a caldo" di Pennabianca sono esemplari: "Un clima di odio vuole farmi tacere". Tacere?!?! Ma se è a parlare dovunque, il Kasellone! Una sera è dal "servitore del popolo" Santoro, il giorno dopo è nella libreria dell'attentatore ai tralicci, il giorno dopo ancora lo invita il sindaco, poi va all'università attorniato dai bravi studenti di prammatica che gli fanno tante belle domandine da aggiungere alla loro collezione, dopo quelle a Napolitano, alla Marcegaglia, alla Camusso e a Ibrahimovic...


Frigna tanto, l'eroico Kasellus, per il clima di odio. Come cantava uno, sempre di Genova...? Io vengo a restituirti un po' del tuo terrore, del tuo disordine, del tuo rumore...e del tuo odio. Perché sei tu, Caselli, che ci odi. Sei tu che ci odi a comando, perché te lo hanno ordinato, perché fai parte di un sistema che l'odio può esprimerlo impunemente mediante tutti gli strumenti repressivi e di morte possibili. Sei tu che manifesti odio ponendoti al servizio, tu l'antimafia, di una congerie impressionante di mafie tutte convergenti sul "progetto" TAV. Riprendo altre dichiarazioni del Caselli piangente dal sito degli Anarchici Pistoiesi: «Non la do vinta ai violenti, gli incontri si faranno in luoghi sicuri. Mi ricordano i camorristi». Ah, ecco. Era del tutto ovvio. Da un lato ci sono i terroristi, dall'altro i camorristi. Vale la pena riportare per intero il commento degli Anarchici Pistoiesi:

E’ singolare come chi difende gli interessi di un opera inutile, dannosa per l’ambiente e per chi gli abita attorno, permeata da pesanti infiltrazioni mafiose e regolata da una speculazione sistematica si permetta di tacciare di “Camorristi” chi lotta per un futuro diverso e per la propria sopravvivenza. D’altra parte il potere non ammette alterità e la combatte con le armi che gli sono consone: la diffamazione, la montatura, la violenza. Il nostro dice che non la darà vinta ai violenti, ma cos’è la violenza? E’ violenza un sasso? E migliaia di lacrimogeni CS, quelli che i trattati internazionali hanno vietato in guerra perché cancerogeni e mutogeni(!), utilizzati solo dalla polizia italiana contro le popolazioni in lotta e dall’esercito israeliano in Palestina, non lo è? Caselli è solo un cane da guardia ben pettinato del privilegio e degli interessi legati al suo partito di riferimento (il Partito Devastatore) e a quelli delle grandi lobbies economiche a loro collegate, la Impregilo di Ligresti, la CMC di Ravenna (della quale Bersani è stato dirigente), ecc…



Ci sarebbe poco da aggiungere, senonché il signor Voglionozittirmi continua a blaterare come una pentola di fagioli e non si ferma manco per il cazzo! Naturalmente, prima di proseguire, chi lo contesta viene regolarmente disperso da agenti in assetto antisommossa, viene pestato il vecchietto (vedi foto in alto), le strade e i vicoli di Genova vengono blindati...come dire, per far parlare l'Eroe, i sistemi sono questi e sono sempre a disposizione. Ed ecco cosa dice: "Se uno si limita a protestare, fa quello che la democrazia gli consente, ma dare del boia a un magistrato o a un poliziotto non è simpatico e non mi pare un granchè democratico." Come una "summa". Limitarsi a "protestare", perchè è quello che la "democrazia" consente. Però non è democratico dare del boia a un magistrato o a un poliziotto. E tu, caro Demokasello, vallo a dire proprio a Genova, dai. Un posto davvero adatto! O perché non vai a presentarlo a Bolzaneto, allora, il tuo libriccino di merda? Luogo più "sicuro" riesce difficile immaginarlo! Oppure perché non vai a farti a intervistare alla scuola Diaz, dove la democrazia si è prodigata in un delirio di consentimenti effettuati da poliziotti? E così di boia te lo hanno non solo urlato, ma te lo hanno pure scritto su parecchi muri. Eh, com'era bella l'antimafia, avrai forse pensato. Aridàteme Totò Riina!