" Quello che vogliamo sostenere è che nella progressiva (...e progressista) crescita del Capitale vengono abolite storicamente le vecchie definizioni che fin qui abbiamo descritto: la comunità mercantile, la società politica, lo Stato (appunto il Potere Formale). Infatti nella comunità mercantile ancora consistevano elementi di palese contraddizione, proprio come imbarazzante sconfessione in ciò che garantiva la "costituzione" in comunità: il bene comune, l'astrazione che legittima il rapporto di scambio come rapporto sociale. E' invece la "storia" che permette a questo modo di formazione dei rapporti sociali di riuscire a superare gli antagonismi ottocenteschi tra "lavoro" e "capitale", tra "classe operaia" e "borghesi", tra "Socialismo" e "Liberalismo". Perciò il Potere non risiede più in un organismo separato e separabile, ma viene esercitato da tutto l'insieme sociale (strana analogia con le società primitive descritte dai professori di anarchismo).
Quando la merce (quintessenza del Bene Comune) realizza pienamente la sua astrazione, quando arriva a perdere la materialità di bisogno diventa pura rappresentazione della ideologia, la messa in scena della vita: la merce abbondante si consuma sotto forma di rito, in cui lo spazio e il tempo sono conquistati da questa messa in scena. Si annullano allora i conflitti della "comunità mercantile". L'Economia trionfa.
Le rivoluzioni mancate sono i movimenti d'avanguardia per il Capitale, sono battute infatti le "resistenze conservatrici al progresso". Questa è la Storia! La "Democrazia" più il "Socialismo" vanificano i conflitti politici; inutilità della politica perché tutti sono d'accordo: tutti i partiti si equivalgono. Si dissolvono le fantomatiche autonomie dello "Stato" dalla "comunità mercantile" (la ridicola indipendenza della Magistratura) e anche dello "Stato" e della "società politica" (l'ancora più ridicola distinzione tra "potere legislativo" e "potere esecutivo"). Tutto si trasforma, si mescola in un unico "corpo" (il che ricorda la transustanziazione del Cristianesimo), ciò che noi definiamo come Società dello Spettacolo. "
(Dai "Manoscritti anti-economici anti-filosofici del 1977", opuscolo anonimo.
"La società dello spettacolo", il film di Guy Debord, si trova anche sottotitolato in lingua italiana a questo indirizzo; ma l'inserimento, o "embedding", è "disattivato su richiesta dell'utente").
Ci potrete un giorno ritrovare qua
Quando l'aria sulla vostra testa brucerà saremo noi
Che avremo tanta forza
Per riconoscere sul fondo
Delle vostre alienazioni che allontanano dal corpo
Consunto imbarazzato il vostro spirito
Ma l'inverno non arriva mai
E navighi a cercare
La tua isola
Verso un arcipelago lontano te ne vai
E una collettiva
Coscienza liquefai
E porti un invadente
Carico d'affetto per l'immagine
Il prezzo del denaro
Lucida la sfera dell'oracolo
E noi ci ritroviamo senza titolo
Nella società dello spettacolo
Ci potrete un giorno cancellare
Ma ora siamo quella società
Pronta a prevedere gli accidenti
E di notte li contiamo e di giorno
Li cantiamo ai quattro venti
Perchè non c'è più classe né sistema
E noi non abbiam voce
Per dare nuova luce agli operai
Il prezzo del denaro virtuale
Lucida la sfera dell'oracolo
E noi ci rifugiamo senza titolo
Nella società dello spettacolo
(Davide Giromini "Redelnoir", Società dello Spettacolo
da Ballate di Fine Comunismo)