venerdì 20 agosto 2010

Contro il terrorismo

"Nell'onnipotenza della loro disumanità, gli Stati del passato hanno generato eroi che, osando levarsi soli contro il Leviatano, si aureolavano, come di una luce nera, dello splendore di un'umanità oppressa.

Cœurderoy, Ravachol, Henry, Vaillant, Caserio, Bonnot, Soudy, Raymond la Scienza, Libertad, Mécislas Charrier, Pauwels, Marius Jacob (che non ha mai ucciso nessuno), Sabaté, Capdevila e tanti altri, mi sono spogliato dell'ammirazione che provavo per voi e il mio affetto ne è stato rafforzato, perché percepisco quanto allora fosse in gioco la semplice salvaguardia di una vita nel respingere in senso opposto il coltello che vi veniva puntato alla gola.

Non è più vero, oggi, nel declino precipitoso di ogni forma di autorità, che il peso della servitù e dell'avvilimento presti ai soprassalti della vita le armi della morte. Per contro, vedo a qual punto il riflesso suicida ed il dovere di perire per qualche causa conferiscano nuovi crediti ad uno Stato sempre più screditato e ridorino il blasone sbiadito del potere. Basterebbe del resto esaminare a che punto il terrorismo abbia raccolto sulla punta del fucile la stupidità delle ultime ideologie per riconoscere con che cosa si ha a che fare. Sessismo, razzismo, marxismo, settarismo, nazionalismo, misticismo, autoritarismo, affarismo offrono un discreto riflesso di ciò che resta in scena nel teatro politico, basta fischiettarne l'aria ai babbei perché gli istrioni dell'ordine ritrovino una parvenza di convinzione.

Lo Stato europeo ha già la disgrazia di avere sul gobbo un esercito che l'assenza di guerra e di sommossa condanna alla disoccupazione; che se ne farebbe della sua giustizia, della sua magistratura, della sua polizia, della sua burocrazia, se venisse meno il terrorismo politico e il delitto comune?

La repressione si è sempre nutrita dell'inclinazione comune a reprimersi, che fa la forza dei governi. Ed ecco che al momento in cui la quotazione del senso di colpa è in ribasso, alcuni attivisti suicidi tirano fuori dalla sua letargia un sistema di giudizio universale dove ci si uccide uccidendo gli altri. Cui prodest?

Buttar giù ciò che crolla da slo equivale a offrire alla propria agonia un letto in mezzo alla rovine. Che i morti facciano festa con i morti nello stess culto della carogna, in questo rifiuto della vita che è lo spirito di tutte le religioni."

Raoul Vaneigem
Ai Viventi, sulla Morte che li governa
e sull'opportunità di disfarsene