venerdì 6 agosto 2010

Män som hatar kvinnor


Potevi passarci tu, o un'altra, o un'altra ancora. Potevi essere una ragazza, un'anziana, un'italiana, una straniera; non importa. Lui era sconvolto perché la sua fidanzata lo aveva piantato; e allora era colpa tua. Tua in quanto donna; e le donne, si sa, sono tutte uguali.

Su, dai, omettino; non tirarti indietro. Quando la fidanzata ti ha mandato al gas, oppure quando la tua donna dei sogni era ben lungi dal sognarti, non mi dire che non lo hai pensato. Tutte uguali. Tutto il genere femminile coalizzato contro di te, perché loro ci hanno la fica e con la fica tengono tutto il mondo in scacco. E allora vagavi, vagavi, vagavi nutrendo il tuo odio.

Non era più neanche odio verso quella data donna; nutrendosi, diventava odio verso tutte le donne. Tutte colpevoli. Tutte lì a schiacciarti. Ora sei lì, anche tu, a far finta di inorridirti per quel che è successo stamani in pieno centro di Milano; ma guarda che lo hai pensato anche tu, sai. Ora esco e mi vendico sulla prima che passa.

Muscoli. Cazzo. Buttafuori. Palestra. Pugilato. Ma cosa vuoi pugilare, imbecille. Ma cosa vuoi buttare fuori, da quei locali di merda dove ti pagano due soldi per pigliare per la collottola dei poveracci firmati che si fottono mezzo stipendio per finire ubriachi e pieni di vomito al pronto soccorso. Non ci arrivi mica, più in là; e, a un certo punto, anche la tua fidanzata se ne accorge. Prende coscienza del vuoto pneumatico che hai dentro e della tua stupida bestialità; e se ne va appena in tempo.

Annullate le latitudini, le storie, le diversità. Non esiste più nessuna Italia, nessuna Ucraina, non esistono più le Filippine. In una data parte del mondo, il "maschio" consuma la sua vendetta sulle donne, massacrandone una di botte. Una qualsiasi, una a caso. Una che passava di là. Quarantuno anni per andare a incontrare, alle otto di mattina di un giorno di agosto, il maschio sconvolto.

Non importa neanche più, adesso, essere una diretta interessata. Puoi anche essere una che passa per la strada; e questo sarebbe il futuro di cui leggevamo trenta o quarant'anni fa. C'erano persino i futurologi, tipo un tale Roberto Vacca che andava di moda quand'ero ragazzo. Ora osserviamo la regressione, la sopraffazione eletta a normalità, il possesso brutale esaltato e inculcato fin dall'adolescenza, e imbellettato di mieloso romanticismo.

Ci facevano leggere e studiare le Ultime lettere di Jacopo Ortis, e ora mi viene da pensare che uno Jacopo Ortis del 2010 non starebbe certo lì a consumarsi d'amore fino al suicidio; uscirebbe e massacrerebbe Teresa, magari buttando il suo cadavere in qualche ameno ruscelletto. Prima di suicidarsi procurerebbe di ammazzare la sua vicina di casa e, perché no, anche una ragazzina dei Colli Euganei. Senza scrivere peraltro nessuna lettera, dato che è un analfabeta che si vanta di non aver mai letto un libro in vita sua e che passa le sue giornate a farsi i muscoloni (imbottendosi di steroidi, va da sé).

Misoginia. Odio. Qualunque cosa turbi l'elettroencefalogramma piatto del maschio "moderno" provoca odio generalizzato. E non è un odio teorico: è odio che uccide. E, forse, l'unico modo efficace per combatterlo, a questo punto, è lottare senza quartiere contro l' "Amore". Quello che abbiamo sotto gli occhi, e che sentiamo propagandare come qualsiasi altro genere di consumo, non è amore. Non ha nulla del sentimento e ha tutto del detersivo o dell'elettrodomestico.

Così come il "maschio" di adesso non ha assolutamente più niente né dell'uomo, e né dell'essere umano. Ma non è più tempo di elucubrazioni teoriche, perché, in qualsiasi modo possibile, il femminicidio deve essere fermato. E lo si ferma senza trascurare nessun particolare, neppure quello apparentemente più banale. Tutto ha contribuito a creare questa situazione, e tutto deve essere fatto, quotidianamente, per smantellarla.

Non si sa nemmeno come si chiamava quella povera donna. Enlou, Emilu, ogni giornale una grafia diversa; forse si chiamava Emmylou. La ha ammazzata, sì, il buttafuori pugile ucraino piantato sconvolto; ma non soltanto lui. La hanno ammazzata anche le canzonette neomelodiche. La ha ammazzata la condiscendenza mediatica verso i quotidiani assassini. La hanno ammazzata i "padri separati" e le loro strombazzate geremiadi. La ha ammazzata la pubblicità sessista. La ha ammazzata la crassa ignoranza del "XXI secolo". La ha ammazzata la cultura del muscolo. La hanno ammazzata i localini trendy. La ha ammazzata l'aver ridotto gli esseri umani a ammassi di carne senza più un cervello. La hanno ammazzata mille e mille altre cose; ma ci sarà comunque chi, anche stasera, penserà che se quella troia di fidanzata non lo avesse lasciato, tutto questo non sarebbe successo.

Nota. Il titolo del post è quello originale svedese di "Uomini che odiano le donne".