martedì 13 settembre 2011

Che sia meglio Voyager?


Sicuramente, il sottoscritto ha dei tempi di reazione piuttosto lenti; del resto, sono ferocemente contrario all'instant blogging nonostante mi capiti non di rado di commentare qualche fatto appena avvenuto, o da poco. Qui, invece, mi riferisco ad un articolo che il famoso matematico-superstar Piergiorgio Odifreddi ha pubblicato sul suo blog (intitolato Il non-senso della vita) addirittura il 28 giugno scorso, vale a dire quasi 3 mesi fa.

Il blog di Odifreddi, è bene specificarlo, non è come questo qui o come i blogghini e blogghetti che tutti noi teniamo su piattaforme gratuite; si tratta di uno dei blog d'autore "ospitati" da Repubblica. Fare un confronto, che so io, tra l'Asocial Network e il blog di Odifreddi somiglia ad un avvincente match tra il Lanciotto Campi Bisenzio e il Barcellona. Scorrendo il blog odifreddo ho scorto post con 847 commenti; e gli è roba. Ma andiamo in medias res.

Il post odifreddo cui mi riferisco si intitola Le carte in Tav-ola e mi ha dato parecchio da pensare. Naturalmente, invito tutti quanti a leggerlo bene (anche se sicuramente non sarete 847), e a porsi qualche domanda. Quella principale che mi sono posto io è la seguente: Odifreddi è una persona in buonafede? Fino a qualche tempo fa non avrei avuto dubbi nel rispondere di sí; dopo aver letto quell'articolo, invece, qualche ragionevole anfibolia m'è sopraggiunta (no, tranquilli, l'anfibolia non è un brutto accidente simile all'embolia).

Conoscevo Odifreddi, anche per aver comprato e letto alcuni suoi libri, come una persona attendibile che esprimeva pensieri in larga parte condivisibili, e tali proprio perché espressi in autonomia e ben documentati. Spesso e volentieri addirittura scomodi; questo mi faceva passare spesso sopra il suo tono a volte supponente, per non dire addirittura arrogante. Supponenza e arroganza sono sopportabili quando non si ha di fronte un palese imbecille (tipo Brunetta, tanto per fare un esempio a caso); ma, certamente, tale qualifica non mi ero mai sognato di appiccicarla a Piergiorgio Odifreddi. Fino a quel fatidico 28 giugno, quando mi sono trovato di fronte a cose che non avrei mai immaginato. Asservimento. Banalità. Stronzate da bar. Insulti gratuiti.

Non certamente perché uno sia o meno favorevole alla TAV in val di Susa e altrove (vivendo a Firenze, fra l'altro, tra poco mi ritroverò gli scavi sotto il deretano); ma perché gli argomenti addotti da Odifreddi alla sua sparata contro i No-TAV sono un'offesa autentica a quella razionalità che il medesimo ostenta quotidianamente. Una sistematica adesione, tanto per essere chiari, alle posizioni del Partito Democratico; ma un'adesione in cui vengono declinate tutte le più basse piattitudini che si possano immaginare. Una cosa del genere, mi sono detto, sarebbe stata plausibile in un Fassino; ma, evidentemente, quando i boss ordinano, i picciotti debbono obbedire anche se si chiamano Odifreddi Piergiorgio. Mi è all'improvviso risultata chiara una cosa: l'anticlericalismo, l'antiberlusconismo, il razionalismo e quant'altro non spostano nessun miliardo e non attengono a nessun grande affare. Quando, invece, il grande affare c'è -e sulla pelle della gente-, addio "scomodità", addio "coraggio" e tutto quanto. Ci si infassinisce all'istante. Ma sarà bene andare un po' nel dettaglio.

Odifreddi, servendosi nientepopodimeno che di Hermann Hesse e del suo Steppenwolf, dichiara dapprima il suo schieramento contro le automobili. Il suo punto di partenza è un'autentica chicca di superficialità, e di malafede acrobatica:

"Non ho problemi ad ammettere che, in un’ipotetica battaglia luddista contro le automobili, io starei dalla parte del Lupo della steppa. Ma nella reale battaglia luddista contro i treni ad alta velocità, sto contro i No-Tav. Perchè auto e treni non sono affatto la stessa cosa, essendo le prime mezzi di trasporto individuali, e i secondi mezzi di trasporto collettivi. E mentre io sono contro gli Agnelli, gli Elkann e i Marchionne, sto dalla parte delle Ferrovie dello Stato. O, se si preferisce, mentre sono contrario alle speculazioni private, sono a favore dei servizi pubblici."

Una battaglia "luddista"? Chi si oppone alla TAV intenderebbe dunque distruggere i treni? Orde assatanate che vogliono svellere rotaie, bruciare vagoni e minare le gallerie? A parte questo, qualcuno dovrebbe far presente a Odifreddi che, casomai, la distruzione della rete ferroviaria italiana è dovuta principalmente alle stesse Ferrovie dello Stato (ammesso e non concesso che restino dello Stato, e che non vengano privatizzate -cosa che comunque è avvenuta già in discreta parte per quel che riguarda i servizi, le stazioni, la gestione). I "mezzi di trasporto collettivi" stanno diventando un lusso: i treni minori, gli intercity e gli interregionali, vengono progressivamente eliminati. Chissà se Odifreddi è mai andato a chiedere a Agnelli, Elkann e Marchionne, contro cui è tanto "contro", se costoro sono favorevoli o contrari alla TAV. La TAV Torino-Lione non è un "servizio pubblico", ma una speculazione privata in cui i più grossi potentati sono impegnati a capofitto. La collettività si vede giorno dopo giorno privare del treno come mezzo di trasporto sociale; ma, forse, Odifreddi non conosce l'AD delle Ferrovie, Moretti, quello che l'altro giorno è stato cacciato via a pedate dalla festa del PD a Genova. Si sarà chiesto come mai lo è stato? E i parenti delle vittime di Viareggio, saranno anche loro dei luddisti? Prosegue Odifreddi, in un crescendo rossiniano:

"Che i No-Tav siano oggettivamente dalla parte dei conservatori e dei leghisti, che non vedono al di là del proprio naso e delle proprie tasche quando si tratta di difendere i propri piccoli interessi contro quelli della comunità, l’hanno dimostrato alle elezioni regionali del 2010 in Piemonte. Invece di votare per la Bresso, hanno sprecato il cinque per cento dei voti nella lista qualunquista di Grillo, permettendo a Cota di vincere con un uno per cento di vantaggio."

Qui si comincia a vedere davvero l'intento di Odifreddi. Anzi, direi che è già chiarissimo. La delegittimazione speciosa di chi si oppone alla TAV a base di "conservatorismo" e "leghismo", in perfetto stile piddì. Ha già deciso, motu proprio, che i valsusini sono da bollare come "conservatori" e "leghisti" perché non hanno votato per quel bell'elemento di Mercedes Bresso (la quale, naturalmente, è favorevolissima alla TAV; ci mancherebbe). Ha deciso che i voti non dati all'ineffabile Bresso sono sprecati, specialmente se dati a Grillo. Insomma, c'è da domandarsi seriamente se questa parte della sua articolessa non l'abbia data a scrivere direttamente a Piero Fassino o ad altri personaggini del genere, quelli che organizzano le festicciole invitando i Moretti (e non è quello della birra). A proposito: mi risulta che anche il tanto vituperato Cota, il leghista, è un ferreo sostenitore della TAV; si potrebbe quindi, razionalmente, dare del "leghista" anche a Odifreddi. Fa i calcoletti "elettorali", l'Odifreddi, non accorgendosi minimamente delle contraddizioni terrificanti delle sue affermazioni; ha svolto il temino così come vuolsi colà dove si puote.

"Manifestare contro lo sviluppo tecnologico collettivo dei treni, significa schierarsi oggettivamente a favore dello sviluppo tecnologico individuale delle auto e dei camion. E’ una scelta oscurantista, perfettamente in linea con la politica che il cartello delle grandi fabbriche automobilistiche europee ha imposto ai governi nei decenni passati: mentre la Svizzera ha gradualmente dirottato tutto il trasporto delle merci sulle rotaie, bonificando le strade e le autostrade dai Tir, noi abbiamo potenziato ilsistema stradale e autostradale, infestandolo di traffico."

Poteva mancare l' "oscurantismo" nelle argomentazioni dell'illuminato Odifreddi? Impossibile. La delegittimazione degli oppositori della TAV lo impone: leghisti, conservatori, oscurantisti. Un tempo si diceva: nemici del progresso. Naturalmente, per Odifreddi, la costruzione della TAV eliminerà del tutto le tante odiate automobili e gli ancor più odiati camion. Una volta ultimata l'opera, le autostrade si svuoteranno magicamente; addirittura accusa i No-TAV di schierarsi con le grandi fabbriche automobilistiche europee. A questo punto, avrebbe potuto dire direttamente che sono pagati di Marchionne, ma forse s'è ricordato che il sor Pulloverino è un "fan" a tutto tondo della TAV. E qui si sfiora la comicità, ricordando magari che anche le autostrade svizzere sono infestate di TIR e di automobili. Viene da pensare che l'Odifreddi non si sia mai fatto in macchina da Chiasso a Berna, e non si sia mai beccato una coda di quindici chilometri al San Gottardo. Quando stavo in Svizzera, ho visto code di TIR di tutta Europa; e non parlo di trent'anni fa.

Pur non essendo certamente un campione in questo genere di cose, un ragionamento logico elementare come questo s'impone e mi riesce. Dunque: Odifreddi è contro Marchionne e contro Cota, ed è favorevole alla TAV. Marchionne e Cota sono pure favorevoli alla TAV; quindi Odifreddi sostiene in realtà le ragioni di coloro dei quali dichiara di essere "contro". Facendo un parallelo: io dichiaro di essere contro i fagiolini lessi e contro i gobbi schifosi della Juventus, però poi scrivo un bell'articolo dove racconto di quando mi sono mangiato un chilo di fagiolini lessi guardando la partita della Juve e facendo per essa un tifo sfegatato. Spiegando magari che tifare contro la Juve è "oscurantista". Ma conclude possente Odifreddi:

"Dietro alla battaglia pro o contro la Tav, sta in fondo questo interrogativo: vogliamo continuare ad aumentare il degrado delle città, del territorio e della vita quotidiana prodotto dalle auto e dai camion, o preferiamo investire su autobus e treni per invertire la tendenza e sperare in uno sviluppo meno disumano? Se lo ricordino i No-Tav, che invece di provare a bloccare le rotaie potrebbero più utilmente provare a bloccare i caselli autostradali, a partire da quelli che portano nella Val di Susa."

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Qui non so letteralmente che cosa dire, a parte che mi sono cascate le palle. E credo che sarà una reazione comune a molti di voi, ovviamente specificando che alle signore cascheranno le ovaie. Riassumiamo: per combattere il degrado delle città e del territorio, bisogna costruire TAV a tutto spiano. Non solo, bisogna investire su autobus e treni, tutti belli privatizzati, con 109 euro per andare da Milano a Roma e i prezzi dei biglietti urbani a cifre immonde. Tutto questo, per Odifreddi, sarebbe uno "sviluppo meno disumano"; me lo vedo quasi davanti a un cantiere TAV, inginocchiato, a esclamare: "Ma quant'è umana, lei!". Magari in compagnia di Marchionne, sicuramente interessatissimo allo sviluppo più umano; o di Cota e della Bresso che si fanno una tavvàta d'amore. Insomma, da una parte gli odi freddi, e dall'altra gli amori caldi.

Ho volutamente tralasciato, finora, un piccolo particolare. Ma, del resto, sarebbe del tutto inutile ricordare a un Odifreddi che i No-TAV sono i portatori dell'unica vera rivolta sociale di una popolazione intera che sia avvenuta in tempi recenti in questo paese. Può essere che a Odifreddi la cosa non interessi minimamente; e, infatti, nel suo illuminato articolo non fa menzione delle cariche della polizia, dei lacrimogeni, degli arresti, delle manganellate. Chissà, forse per Odifreddi gli agenti difendono il progresso e la scienza contro l'oscurantismo di quei valligiani rozzi, ignoranti, leghisti e conservatori. Gli sfugge, all'Odifreddi, che nell'opposizione alla costruzione della TAV ci sono tante di quelle cose che vanno ben oltre il treno e tutte le boiate finto-"progressiste" che obbediscono perfettamente al manualetto del PD. Gli sfugge che il "progresso" delle TAV e di quant'altro è soltanto un'espressione di un capitalismo sfrenato che riesce a mettere d'accordo, come si è ben visto, la Bresso e Marchionne, Cota e Fassino, e tutti quelli che non si sono peritati a far scendere i campo, per propaganda e delegittimazione, persino gli Odifreddi (il quale s'è prestato benissimo) e i Michele Serra (altro bell'elemento che, recentemente, e pressoché con le stesse argomentazioni, ha tuonato contro i No-TAV).

Non mi togliete Voyager, per favore. Da quando esiste, mi provoca regolarmente un'ora e mezzo di buonumore: frittata di cipolle, Peroni gelata e via fra Rennes-le-Chateau, i Templari, l'ultima Thule, le congiunzioni archeologico-astro-misteriche fra Tenochtitlán, i templi di Angkor-Vat, l'Erebus sull'Antartide, la Skeleton Coast e il deposito comunale di Sant'Angelo a Lecore. Però, dopo aver letto l'articolo di Odifreddi, mi sono chiesto se non sia quasi meglio dello scienziato tuttologo che sta cominciando a fare precisamente come la Chiesa Cattolica che tanto aborre: come questa, oramai, parla di tutto fuorché di Gesù Cristo, Odifreddi parla di tutto fuorché di matematica. Sarebbe decisamente meglio, dopo questa performance da cialtrone obbediente, che parlasse per un anno nel suo blog di integrali e derivate. Me lo rjcordo, Odifreddi, quando qualche anno fa animava in qualche amena località le Vacances de l'Esprit; è bastata una TAV per mandare son esprit en vacance. Per fortuna che ci sono matematici (magari, chissà, anche più bravi di lui) che la pensano diversamente.