lunedì 24 agosto 2015

Dieci cose che non esistono (1)

Poiché, sebbene ancora per non molto, è agosto e "non si lavora, agosto, nelle stanche, tue dolci oziose ore", oggi mi son detto: passiamo un po' in rassegna dieci cose che, palesemente, non esistono. Che le cose che vado ad elencare siano del tutto inesistenti, è in realtà talmente evidente che non ci sarebbe alcun bisogno di soffermarsi eccessivamente su di esse; tutti sanno che non ci sono e che sono, a vario titolo, invenzioni belle e buone. Si tratta quindi di nient'altro che di una sorta di promemoria che, spero, potrà comunque risultare di una certa quale utilità; in questa prima parte troverete le prime cinque (la seconda parte sarà pubblicata verso Natale). Nota. Il riferimento a "via Vaiarini" contenuto al punto 1. si riferisce ad una via della città di Piacenza, dove mi trovavo all'inizio di questo post; ora sono tornato a Firenze.

1. La Via Francigena. Da un po' di tempo tutta l'Italia è infestata da cartelli (corredati da immagini di pellegrini, croci varie ecc.) che indirizzano verso una non meglio precisata "Via Francigena", che dovrebbe essere un antico percorso verso il santuario di Santiago de Compostela. Santiago de Compostela, come tutti sanno, è situato in Galizia, nel nord-ovest della penisola Iberica; esiste peraltro un autentico Camino de Compostela che diversi sconsiderati, persino atei incalliti e bestemmiatori inveterati, intenderebbero farsi a piedi per passare le famose vacanze alternative. Tale cammino, però, segue perlomeno un dato percorso lineare, ha un tracciato, ha un inizio e una fine; la "via Francigena", invece, non si sa esattamente da dove passi. O meglio: passa ovunque. In Italia la si ritrova in innumerevoli pezzetti, tutti segnalati da cartelli, serissimi convegni, sedicenti rifugi, paesini più o meno medievali, sagre e quant'altro. Si ritrova la via Francigena in una zona industriale di Gallarate, un pezzo è alla periferia di Udine tra un supermercato Carrefour e l'Agenzia delle Entrate, da dove passa direttamente nelle Marche incrociando la Scorrevole di Macerata. Altri pezzi vari sono in solitarie stradette nella campagna senese, dove i contadini, quando non sanno che fare, prendono il viottolo che di solito utilizzano per concimare i campi e lo francigenizzano all'istante (trasformando ovviamente il capanno degli attrezzi in antica stazione di ristoro). Un pezzo di Francigena si trova all'entrata della città di Piacenza vicino al supermercato "Il Gigante" (antica figura di tempi oscuri che terrorizzava i pellegrini; un altro pezzo è in realtà la via Giosuè Carducci di Valmontone (Roma), dove si trova una panetteria che fa affari d'oro proponendo la "focaccia der pellegrìno" (euro 12,40 al chilo). A tutto ciò sono usualmente associati inesistenti pellegrini medievali il cui nome deve obbligatoriamente terminare in -rico (Sigerico, Federico, Portorico, Chicchirico ecc.), che vagano da dieci secoli circa essendosi chiaramente smarriti e che meditano oramai di prendere un volo Ryan Air. Si deve ammettere che l'invenzione della "via Francigena" è comunque geniale; tutti si possono fare la propria Francigena, ora scendo un attimo e vado a farmene una in via Vaiarini (richiedendo naturalmente i relativi finanziamenti e organizzando all'istante un convegno su "Via Vaiarini come cardine teologico-mistico-numerologico della Francigena, con collegamenti ai Templari, a Rennes-le-Château e chiamando immediatamente Voyager).

2. Salvini. Salvini è un ologramma realizzato dall'azienda Holoimage Inc. di Newcastle-Upon-Tyne per conto dell'Ufficio Marketing del Partito Democratico Srl. La realizzazione dell'ologramma, commissionato nel 2009 dall'allora syndaco di Fyrenze, Matteo Renzi, ha richiesto approfonditi studi interdisciplinari per raggiungere al momento opportuno il risultato ottimale. Per la creazione dell'ologramma Salvini sono stati consultati manuali di botanica (con speciale attenzione alle Scrofulariacee), dimenticati romanzi orrorifici e gotici del XVIII secolo irlandese, rassegne commerciali di premiate salumerie brianzole, disegni tecnici di varie reti fognarie europee, accurate descrizioni delle punizioni corporali applicate tra il 1648 e il 1752 nel Principato di Seborga, intere collezioni di fumetti pornografici degli anni '70 ("Lando", "Er Tromba", "Corna Vissute") e di "Cronaca Vera", catechismi popolari, ecc. Ottenuta finalmente l'immagine e realizzato il prototipo dell'ologramma (testato in vari consigli comunali milanesi, formati peraltro generalmente anch'essi da ologrammi), si è passati alla realizzazione dei gadgets, tra i quali le famose felpe con sopra scritto il nome di 892.000 località italiane da Aosta a Capo Passero. La creazione dell'ologramma Salvini si è rivelata un asso nella manica per Matteo Renzi, l'attuale Primo Ologramma della Repubblica Italiana (a sua volta creato dalla concorrente azienda Oicchéttuffài di Rinyan-Upon-Arnow). Ultimamente, all'ologramma Salvini sono stati aggiunti altri divertenti gadgets (le ruspe, i campi rom ecc.). L'ologramma Salvini verrà fatto scomparire tra un paio d'anni durante un divertente convegno organizzato alla Stazione Leopolda di Fyrenze, previa sua proiezione sulla Cupola del Brunelleschi con addosso una felpa con scritto "CYGNALE".

3. Il degrado. Avete mai vissuto non dico in un paesino, ma in una cittadina svizzera? Io sì, e anche per non pochissimo tempo. Ricordo la mia reazione il giorno dopo che ero tornato a Firenze in pianta stabile: avevo preso l'autobus (il 17 per la precisione) per recarmi da qualche parte, e mi ritrovai in un ingorgo micidiale in via della Scala (che non è quella della famosa canzone di Stefano Rosso, quella del Letto 26). Ricordo con commozione il piacere che mi prese in mezzo al puzzo, ai claxon, allo zozzume; non riuscivo a capacitarmi come la gente fosse così nervosa, mentre io mi godevo beato il ritorno alla vita. Giunsi quindi alla conclusione, fin da allora, che il cosiddetto "Degrado" (parola-cardine del sistema di controllo) fosse del tutto inesistente. Ciò che va sotto il nome di "degrado" è la normale e necessaria condizione delle aree urbane, naturalmente commisurato alla loro estensione e alla loro importanza (storica, artistica, sociale, culturale). Una città viva ha da essere sporca, incasinata, bugliolesca, briaca, irrespirabile. Deve essere insicura e averci le sue zone che fanno paura e dove non è consigliabile recarsi di notte. I muri devono essere pieni di scritte, perché le scritte sui muri sono voce assai più dei social networks. Le strade devono averci le loro buche nell'asfalto che ti rovinano le sospensioni della sacra macchinina. Ci dev'essere una congrua quota di piromani pazzi che ti bruciano il SUV. Devono essere piene di gente di ogni razza e colore e puzzare non solo di smog, ma anche di cibi indigeribili, in culo all'Expò. Ci devono essere gli eroi e gli antieroi. Ci dev'essere il letame da cui nascono i fior. I cumuli di bottiglie di birra e di altri alcolici, spesso vere e proprie opere d'arte effimera. Che palle le "città vivibili" e le classifiche del benessere dalle quali risulta che si vivrebbe meglio in qualche anodina città australiana che a Roma o a Napoli. Ma avete presente Roma e Napoli? Io preferirei centomila volte vivere a Palermo piuttosto che a La Chaux des Fonds. Al Cairo piuttosto che a Zurigo. A Istanbul piuttosto che a Sondrio. Il "degrado" non esiste; l'unica cosa veramente degradata è la testa di chi ci crede. Mantieni davvero la città pulita: spara agli Angeli del Bello e metti vinaccio nei fontanelli dell'acqua di qualità, che fa veni' le rane. Prima di tutto perché gli angeli, anche loro, non esistono; e poi perché il Bello è ben altra cosa. Nella Firenze rinascimentale, quella di Michelangelo e del Brunelleschi, si rovesciavano merda e piscio per le strade direttamente dalle finestre, e si affogava dal puzzo. Ogni tanto certi topastri portavano qualche salutare pestilenza che regolava la popolazione e faceva rifiorire l'economia. Ah, les pestilences d'antan!

4. Lo Spirito Santo. Qualche tempo fa chiamavo questo blog "Blogghino di periferia"; tanto ho fatto, che sono riuscito a trasformarlo in qualcosa che ha oltrepassato la periferia. Mica ci ho da dire più nulla, anche se in omaggio alla tradizione mantengo gli ammennicoli coi tiratori di sampietrini, con Guy Fawkes e con gli anarchici. Figuriamoci quindi se mi va di affrontare questioni come l'esistenza o l'inesistenza di Dio, tanto per fare un esempio. Però, di una cosa continuo ad essere certo: lo Spirito Santo non esiste. Capisco che sia stato messo lì per fare numero, 3 è il numero perfetto e Terence Hill lo chiamavano Trinità, mica Unità o Duità. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo: ma vogliamo babbiare? Sarebbe come dire il Padre, il Figlio e la Cugina (non c'è cosa più divina, del resto). A tale riguardo, in via eccezionale, mi permetto di raccontare una barzelletta che molti, del resto, conosceranno. Gesù e gli Apostoli sono a cena (non l'ultima, chiaramente) assieme alla Madonna. A un certo punto, del tutto inaspettato, dall'Alto de' Cieli piomba un salamino sul tavolo. San Pietro lo prende, lo esamina, lo passa agli altri Apostoli e infine a Gesù Cristo. "Che cos'è, Maestro?", chiedono tutti? Gesù lo osserva ancora e sentenzia: "Non lo so.". Sconcerto. A quel punto la Madonna lo prende, lo tocca, lo scruta e infine proclama: "Non lo so nemmeno io; però, se non fosse per lo spago, somiglierebbe tanto allo Spirito Santo..."

5.  I Vostri Marò. Confesso: per un certo periodo ho pensato anch'io che i Vostri Marò (miei non sono in ogni caso) esistessero per davvero. Ho cominciato ad avere dei seri dubbi quando li ho visti raffigurati sempre nella medesima posizione, con un'espressione più immobile di quella di Christopher Lambert in "Nirvana", e la cosa mi è finalmente apparsa chiara: li hanno fatti tutte e due col Pongo. Mi direte senz'altro: O bravo, però quei due poveri pescatori indiani sono stati ammazzati sul serio. Non so come si andata, e lo dico con la morte nel cuore; e, non amando i complottismi, non so nemmeno chi abbia loro sparato. Magari saranno stati un paio di perfidi Marines, ché "Liberate i nostri Marines" suona pure meglio e poi dev'essere sempre colpa degli americani. Sempre col nostro complesso di inferiorità: abbiamo preso tali Thetower e Bigturn e li abbiamo italianizzati in "Latorre" e "Girone". La certezza l'ho avuta quando ho sentito un tizio che dice faccia il "governatore della Liguria" (e che è la Liguria, un territorio dell'Ovest...?), tale Giovanni Toti, che candidamente parlava dei "Tre Marò"; qualcuno gli ha risposto opportunamente di andare a fare delle campagne di sensibilizzazione a Venticinquemiglia e nelle Sei Terre. A questo punto si potrebbe pure ipotizzare che i due pescatori indiani siano ancora vivi, e lo volesse lo Spirito Santo (vedi punto 4). Restano naturalmente ignoti i motivi per cui sia stata orchestrata tutta la faccenda; ma, del resto, siamo nel Paese dove restano ignoti i motivi per cui cascano aeroplani vicino alle isolette, saltano in aria treni, banche e stazioni, eccetera, eccetera...

(1. Continua)