lunedì 17 dicembre 2012

Ragazzi, l'è mayala.



Su tutti noi incombe, come si sa, la fine del mondo.

Mancano pochissimi giorni; entro venerdì, insomma, non ci saremo più. Nessuno. Una fiammata, e via. Fine di tutto ivi compresa, naturalmente, l'intera bloggherìa planetaria; il mondo s'interroga su quale sarà l'ultimo gruppo Facebook ad essere aperto, e sopratutto su chi spedirà l'ultimo Tweet. Favorito d'obbligo, il Papa; oltre ad avere, ovviamente, un rapporto privilegiato con il Padreterno sembra che abbia raccolto in pochi giorni una quantità decisamente esorbitante di contatti, che ne fanno, va da sé, il principale candidato all'ambito riconoscimento (chi poi lo riconoscerà non si sa, ma sono questioni secondarie).

Questioni secondarie, giustappunto. Perché è ovvio che non bisogna credere a tutta la massa di cazzate sulla fine del mondo, sulla profezia Maya e quant'altro, mentre bisogna credere alle trasformazioni dell'acqua in vino, alle passeggiatine sulle acque, ai morti resuscitati e alle stelle comete (a proposito, e se la fine del mondo venisse proprio da una cometa?) Confesso, ohimè, di essere sempre meno illuminato dalla fede. Può darsi che sia una mia mancanza. In extremis, allora, ho deciso di credere finalmente in qualcosa; credo nella fine del mondo. Di qui a venerdì 21, ho deciso di concedermi questi giorni di fede intensa.

Sperando che sia la volta buona; non vorrei dire, ma -oramai- di fini del mondo preannunciate ne devo aver vissute perlomeno qualche migliaio nell'arco della mia mezza età; e non metto neppure nel conto quelle periodiche dei Testimoni di Genova (ma icché vorranno testimoniare a Genova, lo sanno solo loro). Stavolta, dio sagrato, ci credo. Ci sono di mezzo i Maya e in più mi è arrivata anche una mail di John Titor. Ma la cosa ha anche un altro aspetto, almeno per me: 'sta fine del mondo mi risolverebbe un bel po' di casini. E, immagino, non solo a me.

Interverrebbe, ad esempio, a bloccare tutte le balle sulla ripresa e la candidatura di Monti; oso immaginare che la fine del mondo sarà, almeno lei, del tutto egualitaria e che non andrà a ricercare l'unione dei moderati. Per essere più prosaicamente personalistico, mi bloccherebbe il pagamento di euro 100,73 di Enel e di euro 176,40 di Fastweb. Tornando ai grandi temi dell'umanità, terminerebbe sul nascere il fidanzamento di Silvio Berlusconi con la guagliunciella partenopea, facendolo peraltro morire felice e convinto pure di vincere la farsa elettorale prossima non-ventura. Se domani tolgono due punti al Napoli per il calcioscommesse, farebbe arrivare quarta in classifica la Fiorentina, un ottimo risultato (e mi ricordo di quando, alcun tempo fa, il “buco nero” possibilmente generato al CERN di Ginevra all'inizio di un settembre avrebbe fatto vincere l'ultimo scudetto al Bologna). Beh, chiaro: l'ultimo scudetto dell'umanità, stavolta, lo vince la Juventus. Menomale che è proprio l'ultimo. Il Genoa va in B ma, tanto, a 'sto punto che gliene frega.

Niente TAV. Non si farà. Però sono convinto che, fino al decimo secondo prima dello scoppio, tutta una serie di cialtroni proclamerà l'im-pro-cra-sti-na-bi-le necessità di costruire la Torino-Lione perché “lo vuole l'Europa”. Dopo dieci secondi l'Europa non esisterà più, ma che importa. A cinque secondi dalla fine, il procuratore Caselli emetterà un'ordinanza di arresto per una trentina di attivisti mentre il “Gior(i)nale” ipotizzerà che, tra le possibili cause della fine del mondo, vi siano i danni procurati al traliccio elettrico da Luca Abbà. Salterà anche la realizzazione del tunnel TAV sotto Firenze con l'annessa “stazione Foster”, quell'altra improcrastinabile cosa che l'amministratore delle ferrovie, Moretti, procrastina di due mesi in due mesi oramai dai tempi del big bang.

Dagli Stati Uniti d'America si attende un decisivo contributo alla fine del mondo, magari con un'ultima stragetta scolastica fatta ammodino o un'esportazione di democrazia all'undicesima ora. Da non perdere anche gli estremi eventi nel Regno Unito, con Carlo d'Inghilterra che -si vocifera- strangolerà la madre per regnare almeno mezza giornata ed essere ricordato come ultimo sovrano. Kate Middleton non darà alla luce l'erede al trono, ma tanto che diavolo ci avrebbe da ereditare. La Repubblica di Cuba terminerà embargata. Come ultimo atto, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dichiarerà che questa fine del mondo è un atto esecrabile di antisemitismo e ne approfitterà per un'ultima ripassatina su Gaza, che tanto di fini del mondo ne subisce una circa ogni due anni e quindi ci è abituata. Possibile che la cantante “pacifista” Noa indirizzi un'ultima commossa canzone ai fratelli palestinesi lodando finalmente la raggiunta concordia umanitaria: cari fratelli, vi spazziamo prima via noi dandovi il privilegio di scomparire dalla faccia della terra prima di tutti gli altri. Poi non dite che siamo cattivi, noialtri israeliani. Però, prima di venerdì una bombettina atomica sull'Iran ce la lasciate tirare, eh; e che cazzo. Abbiamo speso chissà quanto per fabbricarle, e sempre lì ferme nei depositi.

Insomma sì, l'è proprio Mayala. E ci credo, cavolo se ci credo. Mi sto preparando a dovere, assieme al gatto. Ho fatto provviste perché stavolta, cristodiddìo, mi sfogo. Basta con i mangiarini morigerati, ho comprato due chili di salsicce al peperoncino, tre confezioni di marrons glacés, un macigno di lardo di Colonnata e non vi dico cosa e quant'altro. Naturalmente ho lasciato tutto da pagare a chiodo, dicendo che passerò sabato. Per il micio, scatolette “Le Chat Millionaire” con caviale del Volga e canard à l'orange; ma ho come un certo sospetto che lui, assieme a tutti i gatti, la sfangherà e ci andrà a tutti quanti nel culo. Insomma, un gatto non credo si scomponga più di tanto di fronte a una volgarissima fine del mondo; di mondi per gatti ce ne sono infiniti, mentre noialtri coglioni ci abbiamo soltanto questo. Soltanto questo. Soltanto questo.

Ma, infine, che sarà mai. Al momento estremo, mi scomporrò in molecole con il sorriso sulle labbra e con una certezza altamente consolatoria: pur non avendo fatto in tempo a rivederla per un'ultima volta, l'isola d'Elba non terminerà in provincia di Pisa ma rimarrà in quella di Livorno. A questo, no, non sarei mai potuto sopravvivere. Alla fine del mondo magari sì, perché non immaginate nemmeno quali e quante risorse io abbia; ma a pigliare un traghetto pisano, certamente no. In fondo, dai, ci vuole così poco ad essere felici.