Stavo quindi per scrivere tutto quanto un sesquipedale pippone su Marco Minniti; poi mi è venuta in mente una cosa semplice, elementare. Una cosa che liquida, a mio parere, tutta la questione. Marco Minniti è semplicemente un perfetto prodotto del Partito Comunista Italiano, nel quale è entrato da giovanissimo. Niente di più e niente di meno. Minniti il dalemiano. E' il prodotto storico degli Zangheri che chiamano i carri armati a Bologna. Il prodotto storico dei Berlinguer. Il prodotto storico di un agire politico che non intendo definire affatto "deriva", bensì logico e prevedibile sviluppo. Si tratta semplicemente di una linea coerente che ha il suo punto di partenza nel passato, e che si è svolta in modo lineare. E non soltanto per Marco Minniti, naturalmente.
In concomitanza con la presenza di Marco Minniti a Firenze per il "Festival delle Religioni" è stata organizzata a Firenze una manifestazione (sabato 23 settembre, concentramento alle ore 16 in piazza dei Cavalleggeri, di fronte alla Biblioteca Nazionale). La piazza si trova a breve distanza da Santa Croce. La manifestazione, intitolata "Minniti, Firenze ti schifa!" è stata organizzata da diverse realtà antagoniste fiorentine. Santa Croce e settembre; mi è venuto in mente un settembre di venticinque anni fa, proprio in piazza Santa Croce.
Quel giorno, in piazza Santa Croce, c'era un altro prodotto del Partito Comunista Italiano: il compagno Bruno Trentin. A ripensarci sono strane le coincidenze: era il 22 settembre 1992. Trentin era un accanito fumatore di pipa.
Era venuto, Bruno Trentin, a spiegare alla piazza fiorentina l'accordo di luglio. La morte della scala mobile, firmata il 31 luglio 1992 da CGIL, CISL e UIL con il governo Amato, assieme al blocco della contrattazione aziendale fino alla fine del successivo 1993. L'accordo sofferto, definito dallo stesso Trentin "brutto ma inevitabile", e per il quale aveva presentato le dimissioni da segretario della CGIL, poi "congelate" fino al 1994 (quando fu sostituito da Sergio Cofferati, a proposito di prodotti). Successe, come forse qualcuno ricorderà, che Firenze, in quel settembre del 1992, schifò parecchio il compagno Trentin che aveva più a cuore l'inflazione del riadeguamento automatico dei salari al costo della vita. E così accadde più o meno quanto segue.
Il corteo che doveva portare i lavoratori in piazza Santa Croce era stato fatto sfilare per via Verdi "contromano", vale a dire nel senso contrario a quello normale di marcia dei veicoli. Poiché le stradine laterali non erano state bloccate, si sfilò dal corteo uno spezzone di Autonomi, seguiti da altre entità tra le quali una Rifondazione Comunista che, allora, era in fase "movimentista". Si sfilarono, in generale, tutti coloro che non andavano in piazza Santa Croce per ingoiare; ce n'erano ancora tanti. E quindi, giù per via del Fico, via delle Pinzochere, le stradine medievali che sboccano in piazza Santa Croce. Rifondazione Comunista si era occupata dei pomodori; gli altri del resto. E fu così che la Firenze che schifava quel prodotto del PCI che se ne stava sul palco, vi si ritrovò esattamente sotto.
E partì di tutto all'indirizzo del compagno Trentin, che soffriva tanto. I pomodori, naturalmente; e poi ogni cosa, cucchiaioni, lo slogan Amato boia, Trentin è la sua troia, chiavi inglesi, romaioli, pensionati che mostravano i cazzotti e gliene dicevano di tutti i colori, e poi, naturalmente, i famosi bulloni. E' passata alla storia come il "lancio dei bulloni", ma può essere che fossero in minoranza. E fu così che il compagno Trentin fu cacciato via da piazza Santa Croce, fu cacciato via dalla Firenze che schifava lui e tutti quelli come lui. Dando peraltro il via a tutta una serie di iniziative analoghe laddove Trentin si recò in seguito a far deglutire l'accordo di luglio: se non mi ricordo male, a Torino, a Bologna, a Milano. Ci fu allora, naturalmente, chi dichiarò immediatamente di non stare né con Trentin, né coi bulloni; sarà stato con chissà chi. Ovviamente c'erano anche quelli che applaudivano il compagno ex-partigiano, tutti belli contenti, tutti vogliosi di isolare i violenti, tutti felici di farselo mettere nel culo.
Accadde anche un episodio decisamente curioso, anche se ha una sua precisa logica. Dopo la cacciata di Trentin da piazza Santa Croce, ci fu più di uno che diede la colpa alla Lega. Sì, proprio la Lega, la Lega Nord di Bossi, insomma. Si faceva fatica a pensare, nel 1992, che esistesse ancora "qualcosa" a sinistra del PCI (anzi, già PDS) e del sindacato di regime, la CGIL, Confederazione Generale degli Ingoiatori del Lavoro. Quindi doveva essere stata la Lega, la destra, i fascisti in camicia verde. Ora, si dà il caso che, a quei tempi, a Firenze di leghisti ce ne saranno stati in tutto quattro o cinque, ad essere larghi.
Parecchia fatica a pensare che, nella Firenze del 1992, mutatis mutandis (o "cambiate le mutande", come dico non di rado per celia), fosse accaduta qualcosa che ricordava la cacciata di Lama dall'Università della Sapienza di Roma, il 17 febbraio 1977. Altro segretario della CGIL e altra pipa. Ma non fumammo con lui, non era venuto in pace. Ma allora sì, si sapeva bene che cosa c'era a sinistra del PCI e dei suoi prodotti che stavano generando altri prodotti, quelli che si vedono ancora oggi, dopo quarant'anni.