Sono passate tante e tante cose sotto i nostri occhi,
che gli occhi non han visto nulla;
ma più oltre e dietro,
la memoria come uno schermo bianco
una notte in un chiuso
dove scorgemmo strane parvenze,
strane piu di te,
nell'immoto fogliame d'un albero di pepe
errando fra le pietre rotte
-tremila anni o seimila-
frugando in edifici diroccati
che potevano essere forse la nostra casa
e sforzando la mente e ricordare date e gesta d'eroi:
potremo dunque?
abbiamo fronteggiato asperità inesistenti
-a quanto si diceva- smarriti,
ritrovando una strada intasata di reggimenti ciechi,
naufraghi in acquitrini e dentro il lago di Maratona:
potremo ora morire normalmente?
Yorgos Seferis.
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