Non so se conoscete la persona raffigurata nella fotografia. E' un poeta. Forse il più grande poeta ungherese del ventesimo secolo; si chiamava Attila József. Ebbe una vita durissima e infelice. Fu comunista. Morì suicida il 3 dicembre 1937 all'età di trentadue anni, sdraiandosi sui binari e facendosi passare sopra il treno a una stazione dal nome impronunciabile, Balatonszárszó. Per i compleanni si ripensa a quelli passati, e sto ripensando a quando mi fu regalato il libro delle sue poesie. Avevo sedici anni. Mi sono rimaste dentro, alcune di quelle poesie. Ce n'è una che si chiama Notte di sobborgo, ad esempio; e poi ci sono quelle per i compleanni. Ad ogni compleanno, suo o altrui, scriveva una poesia; soleva dire che era l'unico regalo che poteva permettersi di farsi, o di fare. Soldi: nessuno. Della sua grandezza, come sempre, si sono accorti dopo che il treno era passato. In tutti i sensi.
La poesia che segue è sua. Si chiama Quello che nascondi nel cuore.
E' per tutti. O per tutto. Così, tanto per tirarlo fuori proprio oggi, quello che si nasconde nel cuore. La scrisse per un compleanno. Non per il suo, ma per l'ottantesimo di Sigmund Freud.
[Il testo della poesia è stato rimosso per volontà della sig.ra Agnes Preszler, traduttrice, la quale evidentemente si aspetta enormi danneggiamenti economici e morali dall'inserimento della sua fatica in un blogghino di periferia come questo. Si noti che tale richiesta è stata inoltrata dalla signora il 3 dicembre 2011, quindi oltre 4 anni dopo l'inserimento in questo blog; nel frattempo, evidentemente, devo averle sottratto chissà quanti emolumenti e chissà quale enorme quantità di "proprietà intellettuale". Ho comunque immediatamente aderito alla richiesta della signora, esprimendole nel contempo la mia più completa disistima. - R.V.]
2 commenti:
Amit szívedbe rejtesz
Amit szívedbe rejtesz,
szemednek tárd ki azt;
amit szemeddel sejtesz,
szíveddel várd ki azt.
A szerelembe -- mondják --
belehal, aki él.
De úgy kell a boldogság,
mint egy falat kenyér.
S aki él, mind-mind gyermek
és anyaölbe vágy.
Ölnek, ha nem ölelnek --
a harctér nászi ágy.
Légy, mint a Nyolcvan Éves,
akit pusztítanak
a növekvők s míg vérez,
nemz millió fiat.
Már nincs benned a régen
talpadba tört tövis.
És most szívedből szépen
kihull halálod is.
Amit szemeddel sejtesz,
kezeddel fogd meg azt.
Akit szívedbe rejtesz,
öld, vagy csókold meg azt!
Beh, buon compleanno Ric!
Un reply su un blog è regalo ancora più minuscolo di una poesia ma tant'è...quelli come noi sanno accontentarsi;ormai dovremmo averlo imparato, no?
E poi la poesia te la scriverò anch'io certo, ma per gli 80 anni! :-))
sempre resistenza
r
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