lunedì 8 agosto 2011

Consuelo


Lo dico subito: ultimamente non me ne frega eccessivamente di scrivere alcunché. I motivi? L'urbanità e il rispetto imporrebbero una terminologia adeguata, ma poiché è da una vita che mi dicono che sono un legno torto, non mi smentirò e userò un'espressione assai colorita, ancorché senz'altro trita e banale: cazzi miei. M'interessa assai di più giocare col gatto. Il mondo va avanti, indietro o resta fermo anche senza i commenti del Venturi (e di chiunque altro); ogni tanto è bene ricordarselo.

Lo scorso 23 luglio sono andato a fare una passeggiata a Genova. Non so se era una passeggiata o un funerale, e propendo più per quest'ultima ipotesi; nonostante tutto, ci sono voluto andare. Ho evitato accuratamente di leggere cose altrui al riguardo, e me la sono tenuta come cosa propria; ma la prossima volta che mi capiterà di andare a Genova, ci tornerò a modo mio. Probabilmente di dicembre e di notte; da quando sono andato via dalle città di mare, ho preso a detestare l'inverno. In riva al mare, invece, lo amavo parecchio.

Passeggiando per Genova il ventitré di luglio, che sembrava dovesse piovere e invece ne è uscita fuori una giornata assolata e calda, ho trovato il manifesto che vedete sotto il titolo. Mi ha fatto letteralmente scompisciare dalle risate, e iddio solo sa quanto ne avessi bisogno. Cristo del Consuelo, Cristo de mi amor / Ven cura la herida de mi corazón. Mi sia scusato, ma un gesuccristo così brutto non mi era mai capitato di vederlo; altro che crocifissione, sembra che gli stiano cavando le palle con un paio di tronchesi, oppure che il consuelo sia di una natura squisitamente terrena e anche lui, porca miseria, 'e gli era un omo. Altre ipotesi, francamente, non me ne sono venute; e forse è meglio. Vorrei però sottolineare anche la posizione decisamente sfarfallata della corona di spine, gli occhi rivoltati all'indietro in segno di sommo dolore o di sommo gàudio e la bocca che esprime forse il santo desiderio di tirare un gigantesco moccolo in aramaico.

Amen; poco altro c'è da dire. Redelnoir dorme accanto a me sulla seggiola e oggi ho constatato con molto piacere che la Svizzera Pesciatina mi garba parecchio di più della Svizzera propriamente detta. Passo le ferie in giro per i vicinati, in una sorta di piccola viagem à minha terra, accompagnato da ombre, fontane e pietre.