ma che caldo, che caldo faceva.
Defraudati di un'estate intera,
sbarre e case come galere.
Quarantadue gradi regolati da permessi,
i letti sudati, un bambino che nasce.
I teoremi, le intimidazioni,
le fantasie as-so-cia-ti-ve.
Comincia l'estate: dentro.
Finisce l'estate: liberi.
Ma liberi, lo sappiano tutti,
sono sempre stati;
E lo saranno sempre,
perché la libertà non conosce sbarre.
Lorenzo, Mirko, David
e tutti gli altri.
S'impone il vecchio detto latino:
estote parati.
Altri potranno essere
privati di una stagione
e tutto questo ha un prezzo.
La gioia di oggi non deve ingannare.
Potrà essere ancora dolore
e ancora assenza.
Ma è un'assenza che non piega
e che si rende, ora più che mai,
presenza
lotta
allegria
vita.
Quell'estate a Firenze era caldo,
e l'autunno lo erediterà tutto.