"I treni arrivavano in orario!" -diranno i miei piccoli lettori.
E invece no. Quando c'era lui, i treni pigliavano misteriosamente fuoco a Viareggio (uno spiacevolissimo episodio); però, in compenso, scomparivano le sale d'aspetto dalle stazioni. Ma chi sarà? Non abbiate a pensar male, e che io voglia evocare qualcuno dalle parti di Predappio; anche se, va detto, il personaggio in questione è pure romagnolo, essendo nato a Rimini il 29 ottobre 1953. Coi treni ci ha comunque a che fare parecchio, essendo l'attuale Amministratore Delegato delle Ferrovie dello Stato (dello Stato?!?!).
Non ne voglio, oggi, pronunciare il nome; ci ho come un fastidio alla ghiandola pituitaria che mi piglia nel pensare a quelle sillabe, e quindi soprassiederò. E' una ghiandola assai sensibile, e se magari qualcuno le ricorda pure che il tizio in questione è stato -ad esempio- segretario nazionale della CGIL Trasporti dal 1986 al 1991, si rischia seriamente un'insurrezione delle pituitarie. Dal 2008, è anche presidente di Grandi Stazioni, "società del gruppo Ferrovie dello Stato nata nel 1998 con lo scopo di riqualificare e gestire, anche commercialmente, le 13 maggiori stazioni italiane." Cominciamo dunque con lo stabilire un punto fermo: una grande stazione ferroviaria è oggetto, attualmente, di gestione commerciale. Non è più uno scalo dotato di servizi per i passeggeri, ma qualcosa che deve produrre, da gestire come un'impresa privata. E, infatti, con Grandi Stazioni, società di cui è presidente il manager pubblico di cui stiamo anonimamente parlando, le stazioni in questione sono state, di fatto, privatizzate.
Questo post si basa su una di quelle piccole notizie sperse nelle cronache cittadine dei giornali, e ha a che fare appunto con una di queste grandi stazioni; nella fattispecie, quella di Firenze Santa Maria Novella. Sembra che, ieri, il nostro Amministratore Delegato, nonché Presidente, fosse a Firenze per un'inaugurazione, assieme nientepopodimeno che al Sindaco della città (un altro di cui non farò il nome). Ci avevano da tagliare il nastrino per un servizio fondamentale reso alla cittadinanza e ai viaggiatori: il Freccia Club.
La stazione centrale di Firenze è, da qualche tempo, oggetto di restyling. Spesso e volentieri mi sono attirato qualche strale, dato che è quasi unanimenente considerata un capolavoro dell'architettura razionalista eccetera, progettata da Giovanni Michelucci rieccètera, artemoderna e pititì e patatà. Ora, il fatto gli è che, secondo me, è una delle stazioni ferroviarie in assoluto più brutte e cupe d'Italia, d'Europa e forse anche del mondo. Sarò insensibile ai richiami artistici, ma a me l'architettura razionalista di fascistissima memoria fa generalmente cacare; si è fatto tanto puzzo per abbattere una povera pensilina al suo esterno che sí, non sarà stata granché, ma pure la stazione intera è un emerito troiaio. Solo che guai a dirlo, come per il jazz. Ci sono delle cose intoccabili. La stazione di Firenze e le insulse (e noiosissime) cacofonie jazzistiche devono essere comunque sacre. Detestarle, e dirlo, può costare caro. Ma, tornando alla stazione di Firenze, tira via: l'importante sarebbe, come me la ricordo, che funzionasse come stazione ferroviaria, e stop. Che fosse quello e nient'altro che quello, e pazienza se qualcuno la ritiene un capolavoro e qualcun altro una schifezza. Guardiamo invece un attimo che cos'è adesso una Grande Stazione come quella di Firenze.
Per cominciare, non si può più pisciare liberamente. Non esiste più un gabinetto a gratis, perché i cessi pubblici sono contrari alla logica imprenditoriale. A Firenze devi mettere 70 centesimi in una fessura, ti si spalanca una porticina a vetri ed entri in un magico mondo di lucette azzurrate, di sanitizzazione automatica, di distributori automatici di dentifricio e preservativi. L'acqua nei lavandini è però costantemente ghiaccia marmata, la merda incrostata nelle tazze c'è sempre (e in abbondanza!), la carta igienica c'è quando se ne ricordano di mettercela, sui pavimenti si scivola che è un piacere e se non hai settanta centesimi esatti la porticina a vetri non ti dà il resto. L'alternativa è pisciarsi (o cacarsi) addosso, oppure reggerla finché non monti su un meraviglioso e pulitissimo WC di un treno.
Alla stazione centrale di Firenze non puoi più mangiare nulla che non siano le meravigliose e sanissime specialità di Chef Express e di McDonald's; quest'ultima ha occupato militarmente sia l'interno che l'esterno della stazione, mentre Chef Express presenta un minimarket dove puoi acquistare ottimi salatini dell'antichissima bottega di Olivia & Marino a novemila euro al pacchetto, panini al cromo-vanadio e bibite gassate che necessiterebbero di un annesso kit per la glicemia con siringa d'insulina annessa. Ogni altra possibilità di mettere qualcosa sotto ai denti è preclusa: la gestione commerciale della stazione prevede che la ristorazione sia concessa in esclusiva a imprese appaltanti. E l'impresa appaltante non è mai, che so io, il Premiato Forno a Legna di Pinzauti Mario o la Trattoria "Ribollita e Peposo all'Imprunetana" del mercato centrale.
La stazione centrale, a una cert'ora, chiude. Con tanto di cancelli. Ne va del decoro, perché c'era il degrado e ci andavano a dormire quelli brutti, sporchi e cattivi. Spazzati via manu militari. Una volta capito come si fa, ci hanno preso gusto: in fondo in fondo, chiunque si rechi alla stazione dopo una data ora, metti caso per una cosa assolutamente incredibile come prendere un treno, dev'essere guardato con sospetto. Hanno quindi cominciato con la chiusura della sala d'aspetto alle ore 22, anticipata dopo un po' alle 21. All'ora di chiusura, dei gentili incaricati passavano cacciando via chiunque era ancora dentro. Fuori c'erano tre gradi sottozero? E pazienza! Tanto fra poco parte il treno...sí....fra poco....fra pochissimo...l'intercity 599 viaggia con 340 minuti di ritardo, ci scusiamo per l'inconveniente...
E arriviamo quindi al famoso Freccia Club inaugurato ieri. In base alla notizia, il nuovo servizio si trova all'esterno della stazione e sarà utilizzabile per i viaggiatori che usano frequentemente Freccia Rossa. Sí, perché, nel frattempo, la normale sala d'aspetto all'interno della stazione è stata totalmente chiusa e eliminata. Non c'è più, e non ci sarà più. Chi usa frequentemente Freccia Rossa potrà andare, con emissione di una tessera e presentazione dell'economicissimo biglietto, accedere al Freccia Club inaugurato dall'Amministratore Delegato e dal Sindaco; gli altri possono scegliere tra:
a) Starsene a fare avanti-ndrè per la stazione, ma senza fumare e senza mettersi a sedere per terra, perché contrario al decoro;
b) Usufruire dell'atrio di fronte alla biglietteria, stanzone completamente aperto, freddissimo ma benevolmente dotato di comodissimi sedili in caldissima lega d'acciaio, morbidi come una pietraia del Tagikistan e opportunamente bucherellati per far provare l'ebbrezza della tortura cinese al proprio culo.
In compenso, come spiega raggiante l'Amministratore Delegato, La stazione sarà completata entro settembre. Con nuovi e fondamentali servizi per i viaggiatori, specialmente per quelli che non usano frequentemente Freccia Rossa (maledetti pendolari, studenti, pezzenti che usano frequentemente i regionalacci, paria degli oramai rari intercity, turisti):
a) una libreria Feltrinelli su due piani, dopo che in centro (a pochi metri dalla stazione) ce ne sono già due e, soprattutto, dopo che la medesima Feltrinelli si sta fagocitando tutto con piglio tipicamente proletario (come ben sanno quelli della libreria Edison):
b) un noleggio di automobili, che resterà particolarmente utile quando il Sindaco avrà finalmente privatizzato anche gli autobus;
c) infine, la cosa in assoluto più utile: la presenza dell'Ordine degli Architetti. Arrivate a Firenze, ovviamente col Freccia Rossa? Bene, la Grande Stazione ora vi offrirà direttamente la possibilità di un bel progettino per la vostra mansarda o per la ristrutturazione del fienile a San Gersolè, ché le campagne attorno a Firenze sono così in. Un bel monolocale in San Lorenzo dopo che saranno stati espulsi abitanti, extracomunitari e bancarellisti? Un loft di prestigio al posto del circolo Anarchico di via de' Conciatori? Ci si potrà pensare direttamente alla stazione!
Sí, perché -come dice il Sindaco- la Stazione è il biglietto da visita della città. E lui sí che se ne intende, di salottini; ci è fisso! Ci sono 59 milioni di persone che partono da qui, afferma; peccato che una cospicua parte di esse non siano mai certe di arrivare, come sa chiunque si azzardi a prendere un treno qualsiasi in questo paese. Ma gli fa eco l'Amministratore Delegato, annunciando, entro "uno o due mesi", l'inizio degli scavi della TAV sotto Firenze. E queste sono le notizie, che ho riportato, direi, seraficamente. Anche perché, in fondo, non sono queste le vere notizie.
La vera notizia è un'altra.
E' il fatto che non sembra fregargliene niente a nessuno.
E' il fatto che nessuno, nel leggere queste cose, nel vedere in che condizioni sono le ferrovie italiane riqualificate, nel vedere i treni cancellati per una cacatina di neve, nel viaggiare con ritardi mostruosi a prezzi sempre più cari, nel recarsi a fare i propri bisogni in cessi vomitevoli perché le ditte appaltatrici non vengono pagate, nel vedere i servizi pubblici totalmente eliminati, nello starsene al gelo e in piedi perché chiudono le sale d'aspetto (ma che cazzo di costo avranno, delle sale d'aspetto ?!?!), nel vedere lo smantellamento dei trasporti pubblici di qualsiasi genere, nel vedere, sentire e provare queste e decine di altre cose proprie non di cittadini, ma di sudditi, se ne stia là fermo, bouche bée, passivo, ringrullito, rassegnato, pecora, spesso persino contento che glielo stiano mettendo nel culo a sue esclusive spese.
Si prenderà con ammirata felicità la libreria totalitaria, penserà com'è bello averci l'Ordine degli Architetti, pagherà duemila lire per una pisciata, si farà il culo a tondini sui sedili in biglietteria e, infine, salirà su un meraviglioso, indimenticabile treno italiano. E la sua sala d'aspetto? Quella dove, da ragazzo, baciucchiava la ragazza prima di partire? Quella dove saltava in aria per qualche bomba d'agosto? E' diventata un Club.