Con Rossella si va a tragedie che definire semplicemente "dimenticate" è poco.
I campi di rifugiati saharawi? O da quelle parti non c'è che sabbia infuocata? Addirittura un "popolo"? Profughi? Più che dimenticati, queste qui sono tragedie che viaggiano nel territorio dell'inesistenza; eppure ci sono delle persone che non mollano. Un giorno pigliano i bagagli e basta, dato che le armi non ce le hanno e le hanno già vendute tutte a stati, staterelli e bande, e vanno a farsi un mazzo di culo senza che nessuno ne sappia nulla. Quando poi càpita che le rapiscono, ben che vada si beccano una peraltro scarsa pubblica opinione che esprime elevatissimi concetti nelle rubriche di posta della Gazzetta del Chupachups o del Corriere dello Schiavo, del tipo "Se la sono andata a cercare" o "Ma che ci vanno a fare?"
La stessa pubblica opinione che, però, non ha alcun dubbio su che cosa vadano a fare i nostri fùrgidi eroi, quelli delle "missioni di pace", quelli in divisina e uniformotta, quegli agli ordini signorsì, quelli dell'Afghanistan e compagnia bella. Quelli che i politicanti in tivvù chiamano sempre "i nostri ragazzi", e che invece son ragazzi soltano loro e se li tengano pure coi loro milioni di euro che paghiamo però noi perché vadano a giocherellare alla guerra (scoprendo ogni tanto che ci si muore). Quelli delle giovani mogli sempre incinte. Quelli dei funerali col bambino di due anni agghindato col basco della Folgore. E quelli dei marò che fanno pum pum ai pescatori indiani, e che se n'andassero a pescare più in là una buona volta.
Come si può vedere, per i marò si smuove immediatamente mezzo mondo. Crisi diplomatiche internazionali. Parte il sottosegretario, Staffan De Mistura, un signore che prima di essere cooptato tecnicamente da Monti ha fatto per quarant'anni il superinviato dell'ONU in ogni sorta di bordello planetario. Situazione costantemente monitorata. Prime pagine dei giornali. Analisi degli opinionisti. E porca marò, davvero. Rossella Urru è prigioniera da quattro mesi. Nessuna crisi diplomatica, nessun De Miscuglio, nessun monitor, nessuno sparacazzate mediatico. Per cercare di smuovere un po' le cose tocca organizzare un blogghindèi fra un due o trecento scalzi e gnudi come il sottoscritto, la Sabrina, l'Ermenegildo e la Genoveffa de' Pisis (quella del blog sulle trine antiche di Valenciennes).
Ora, c'è da essere parecchio e crudelmente realisti.
Nessuno si immagina che i rapitori di Rossella, Ainhoa e Enric, in qualche buco a sud di Tindouf, si colleghino con l'Asocial Network e si straccino le vesti impacchettando i cooperanti in posta prioritaria e rispedendoli a casa liberi.
Ancor di meno c'è da sperare che all'Asocial Network si colleghino dalla Farnesina e che, leggendo queste parole, parta immediatamente Sgràffan De Segatura per interloquire ad alto livello; anche perché, per tutte le Rosselle del mondo, i livelli sono costantemente infimi.
Magari, d'ora in poi, sarebbe bene che tutti i cooperanti che vanno a cercare di fare qualcosa in mezzo alle merde del mondo col rischio di essere rapiti e ammazzati, si muniscano prima di partire di divise da marò. Suona sempre meglio. Nelle città ci sono persino i negozi di abbigliamento del cazzo che si chiamano "Marina Militare" e "Armata di Mare", se si chiamassero "Cooperazione Internazionale" non li venderebbero mica i golfini blé.
Ma se a una mezzaseghina di niente potrà servire questa cosa perché Rossella torni a casa, e poi magari ostinatamente a farsi il culo per gli altri che niente di straniente hanno, la fo volentieri e la rifò anche se me lo chiedono. Con tutta una salva di porchemarò e d'altre bestemmie a quel cristodiddìo, perché mi c'incazzo pure, e parecchio.