lunedì 26 maggio 2014
Ils n'ont pas voté, ovvero La risposta è 42
Naturalmente, per dovere
di cronaca, hanno dovuto far presente i “dati sull'affluenza”: il
57,22% esattamente. Finiti i vecchi tempi dei collegamenti col
Viminale; ora la percentuale di votanti è un dato secondario, da
relegare in qualche angolino o addirittura da ignorare del tutto; e
non c'è da stupirsene. Sotto i titoloni coi “cicloni”, gli
“tsunami” e i “trionfi”, la realtà viene nascosta da chi non
solo vive al di fuori di essa, ma ha interesse a che tutto un
continente ne viva costantemente al di fuori. La realtà, del resto,
è la seguente: in Italia come altrove, il vero scetticismo, quello
autentico, reale, tangibile, non è verso le “istituzioni europee”,
verso la “moneta unica” o quant'altro; è uno scetticismo nei
confronti di un intero sistema, il quale si esprime -tra le altre
cose- disertando in massa le urne elettorali. Non ci si crede più, e
ve lo si manda a dire in questo modo inequivocabile, tanto più
inequivocabile quanto più lo minimizzate e ignorate, quanto più
tendete a dire che è un “fenomeno fisiologico”. Fisiologico? Ma
ve lo ricordate, ad esempio, quando in Italia andava a votare il 90%
degli aventi diritto? Fisiologico, casomai, è il progressivo
smascheramento della “democrazia” liberal-borghese, talmente
palese da indurre una massa inarrestabile di persone a non scomodarsi
a andare alle scuoline imbandierate. Questo è il vero tsunami,
questa è la realtà, questo è il responso; e questa è la vera
paura che avete, e che cercherete di tenere a bada con le menzogne e
con la repressione generalizzata.
E così, oggi, ci vengono
persino a dire che il “Partito Democratico” avrebbe “superato
la DC”; scordando magari che, nei suoi tempi migliori, la DC
arrivava fino al 38% ma con l'85 o il 90 per cento dei votanti. Il
“PD” ha preso il 40% del 57,22%. Per il resto, si può continuare
ad libitum con le barzellette; tipo quella del buffone genovese che,
come previsto, è durato una cacata. E' stato messo lì al momento
giusto, quando c'era da arginare in qualche modo un malcontento
sociale che stava avviandosi allo scontro (cosa che, del resto, lo
stesso Grillo dichiarava apertis verbis: “senza di noi ci sarebbe
stata la guerra civile”). Un utile idiota che ha propinato
stronzate a dritta e a manca, impallinando allodole finché è
servito impallinarle e facendo ridere polli già precotti ai quali
sono bastati ottanta euro finti per tornare ad essere contenti; e
così il Grillo, assieme al suo amicone sociopate Casaleggio, ai
pischelli e alle pischelle dalla “faccia pulita” e alle piazze a
base di insalata di Bergoglio, Berlinguer, Hitler, Lupin III e chissà
chi altro, oggi fanno i disperati del 57,22%. Dimostrando, fra le
altre cose, di non aver capito assolutamente un cazzo della Rete e
dei suoi meccanismi più profondi, proprio loro tutti “guru”
della “comunicazione” internettara. Se lo sono presi nel guru,
giustappunto. Di Berlusconi & co., fa quasi fatica parlarne;
quelli là non è che vivono fuori dal mondo, oramai vivono nel bar
ai confini dell'Universo.
Poi c'è la “sinistra”,
ah sì, già. Ogni anno ci ha l'idolo di turno; l'anno scorso, in
Italia, era una specie di facocero che faceva il “magistrato” e
che si esprimeva in un linguaggio primordiale che avrebbe fatto la
felicità dei linguisti storici interessati alla ricostruzione del
siciliano dei tempi dei Vespri (marzo 1282); quest'anno, invece, è
stato un bel ragazzo ellenico (il cui nome, non eccessivamente
difficile, è stato comunque ritenuto impronunciabile da molti: ho
sentito alcuni parlare, anche alla radio, di “Lista Piras”,
capito mi hai) che, nel suo paese, ha spopolato ma che, qui, ha preso
il 4% del 57,22%. Questi qua sono andati persino oltre il bar ai
confini dell'Universo, unico posto dove si legge ancora il
“Manifesto”. Il quale oggi titola “Kalispera”; e bravi, sì.
Bonasera. Mi piacerebbe dir loro “Kalinychta”, che ci starebbe
meglio. Buonanotte. Inutile persino cercare di svegliarli, non c'è
riuscito nessuno; e che dormano, allora, il loro sonno tombale senza
aver capito che pure nel bar ai confini dell'Universo tutti sanno che
la risposta è 42. La vecchia Guida Galattica ci dà sempre: infatti
la vera risposta è stata proprio 42. Per cento. Facciamo anche 45,
vai, mettendoci le schede nulle e bianche; quelli che si sono sì
rotti i coglioni, ma che considerano ancora votare come un “dovere
civico” nei confronti di coloro il cui dovere è quello di
sterminarci, uno ad uno.
Poi c'è il vincitore, il
trionfatore, il ciclonatore: Supergiovane Matteo. Si è beccato oltre
il 40% di quel 57,22% che ancora crede di trovare “rappresentanza”
in un mondo politico fuori oramai da tutto, a livello europeo e
locale. Chiaramente, non bisogna commettere l'errore di crede che
tutto ciò non abbia incidenza; la ha, e la avrà, sempre più
pesante. E' stata cercata ed è stata trovata la legittimazione,
sebbene fasulla, per cancellare ogni tipo di opposizione reale nel
paese, la quale si trova all'interno di quel 42% per cento che ha
rifiutato il giochino (e che lo abbia rifiutato ammodo, lo si vede
dal ceffone che ha rifilato ai “protestatari”, ai giustizialisti
forcaioli pentastellati, al fascista Travaglio, al “Fatto
Quotidiano”). Il PD, però, non è la “nuova DC” che tanti si
sono affannati a dire; è qualcosa che va oltre. E' una destra
carognesca e efficientista che ha come scopo la distruzione totale di
ogni voce dissonante e la formazione di un assetto istituzionale che
non tollera alcuna deviazione; e per il futuro sarà una cosa da
tenere a mente, soprattutto dal punto di vista della repressione.
Sarà sempre più dura e capillare, almeno finché non saranno
(ri)appresi gli elementari meccanismi della creazione e dello
sviluppo dei rapporti di forza. Eppure un rapporto di forza ben
preciso lo si vede: quel 42 o 45 per cento di persone che hanno detto
“no”. Lo potrà ignorare il “Repubblika Beobachter” nei suoi
titoli, ma è un dato che sta lì davanti agli occhi di tutti; ed è
al suo interno che occorrerebbe lavorare, impedendo tra le altre cose
che l'avvio allo scontro sociale (dato che i suoi meccanismi sono
ancora tutti in atto) sia per l'ennesima volta convogliato a finti
“movimenti di protesta” come i cialtroni dei Cinque Stelle, gli
“antisistema” che si sono ben affrettati a tuffarcisi come pesci,
nel sistema e nelle sue istituzioni nazionali e locali (non dopo aver
dato una bella mano a soffocare una situazione che stava sfuggendo di
mano). Stando all'interno del sistema, se ne è parte piena e se ne è
sempre suoi complici. Stando all'interno del sistema, non si compie
mai nessuna azione reale di lotta. Stando all'interno del sistema, lo
si avalla e basta. E' totalmente al di fuori di esso che la realtà
si muove e si evolve, ed è al di fuori di esso che l'azione deve
essere espletata, accettando una realtà che è dura e che sarà
ancor più dura e rischiosa; ma una realtà che darà i suoi frutti
soltanto quando si smetterà di rifugiarsi in mille idiozie, in
semplici aspetti slegati dall'insieme (caso tipico: i “beni
comuni”) e in gloriosi passati sempre più lontani e nebulosi.
Guardiamoci in faccia:
siamo tutti degli schiavi. La risposta alla schiavitù è possibile
unicamente agendo in modo che il “futuro”, quella famosa cosa che
ci propinano ogni minuto, ce lo riprendiamo in mano direttamente e
senza più nessuna mediazione, né quella di un boyscout e né quella
di Topo Galileo, né quella dell' “economista” e né quella del
fascista, né quella dell' “Europeista” e né quella dell'
“Euroscettico” ancorché travestito da avvenente ragazzone greco
“de sinistra” che piace tanto a carampane come la dissepolta
Castellina appositamente traslata dal suo loculo con procedimenti
lovecraftiani. Sapete chi ha vinto davvero? Ha vinto il non delegare,
non votare. Ovunque in Europa. Anche nella Francia “profonda” che
si consegna allegramente ai fascisti della Le Pen grazie alle
“elezioni”. Schiavi per sempre, o artefici del proprio futuro?
Sarà questa la domanda da porsi, e stavolta con urgenza, e stavolta
agendo nel più totale rifiuto del sistema, delle sue istituzioni,
del suo lavoro, del suo odio, della sua morte.