3. Il degrado. Avete mai vissuto non dico in un paesino, ma in una cittadina svizzera? Io sì, e anche per non pochissimo tempo. Ricordo la mia reazione il giorno dopo che ero tornato a Firenze in pianta stabile: avevo preso l'autobus (il 17 per la precisione) per recarmi da qualche parte, e mi ritrovai in un ingorgo micidiale in via della Scala (che non è quella della famosa canzone di Stefano Rosso, quella del Letto 26). Ricordo con commozione il piacere che mi prese in mezzo al puzzo, ai claxon, allo zozzume; non riuscivo a capacitarmi come la gente fosse così nervosa, mentre io mi godevo beato il ritorno alla vita. Giunsi quindi alla conclusione, fin da allora, che il cosiddetto "Degrado" (parola-cardine del sistema di controllo) fosse del tutto inesistente. Ciò che va sotto il nome di "degrado" è la normale e necessaria condizione delle aree urbane, naturalmente commisurato alla loro estensione e alla loro importanza (storica, artistica, sociale, culturale). Una città viva ha da essere sporca, incasinata, bugliolesca, briaca, irrespirabile. Deve essere insicura e averci le sue zone che fanno paura e dove non è consigliabile recarsi di notte. I muri devono essere pieni di scritte, perché le scritte sui muri sono voce assai più dei social networks. Le strade devono averci le loro buche nell'asfalto che ti rovinano le sospensioni della sacra macchinina. Ci dev'essere una congrua quota di piromani pazzi che ti bruciano il SUV. Devono essere piene di gente di ogni razza e colore e puzzare non solo di smog, ma anche di cibi indigeribili, in culo all'Expò. Ci devono essere gli eroi e gli antieroi. Ci dev'essere il letame da cui nascono i fior. I cumuli di bottiglie di birra e di altri alcolici, spesso vere e proprie opere d'arte effimera. Che palle le "città vivibili" e le classifiche del benessere dalle quali risulta che si vivrebbe meglio in qualche anodina città australiana che a Roma o a Napoli. Ma avete presente Roma e Napoli? Io preferirei centomila volte vivere a Palermo piuttosto che a La Chaux des Fonds. Al Cairo piuttosto che a Zurigo. A Istanbul piuttosto che a Sondrio. Il "degrado" non esiste; l'unica cosa veramente degradata è la testa di chi ci crede. Mantieni davvero la città pulita: spara agli Angeli del Bello e metti vinaccio nei fontanelli dell'acqua di qualità, che fa veni' le rane. Prima di tutto perché gli angeli, anche loro, non esistono; e poi perché il Bello è ben altra cosa. Nella Firenze rinascimentale, quella di Michelangelo e del Brunelleschi, si rovesciavano merda e piscio per le strade direttamente dalle finestre, e si affogava dal puzzo. Ogni tanto certi topastri portavano qualche salutare pestilenza che regolava la popolazione e faceva rifiorire l'economia. Ah, les pestilences d'antan!
4. Lo Spirito Santo. Qualche tempo fa chiamavo questo blog "Blogghino di periferia"; tanto ho fatto, che sono riuscito a trasformarlo in qualcosa che ha oltrepassato la periferia. Mica ci ho da dire più nulla, anche se in omaggio alla tradizione mantengo gli ammennicoli coi tiratori di sampietrini, con Guy Fawkes e con gli anarchici. Figuriamoci quindi se mi va di affrontare questioni come l'esistenza o l'inesistenza di Dio, tanto per fare un esempio. Però, di una cosa continuo ad essere certo: lo Spirito Santo non esiste. Capisco che sia stato messo lì per fare numero, 3 è il numero perfetto e Terence Hill lo chiamavano Trinità, mica Unità o Duità. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo: ma vogliamo babbiare? Sarebbe come dire il Padre, il Figlio e la Cugina (non c'è cosa più divina, del resto). A tale riguardo, in via eccezionale, mi permetto di raccontare una barzelletta che molti, del resto, conosceranno. Gesù e gli Apostoli sono a cena (non l'ultima, chiaramente) assieme alla Madonna. A un certo punto, del tutto inaspettato, dall'Alto de' Cieli piomba un salamino sul tavolo. San Pietro lo prende, lo esamina, lo passa agli altri Apostoli e infine a Gesù Cristo. "Che cos'è, Maestro?", chiedono tutti? Gesù lo osserva ancora e sentenzia: "Non lo so.". Sconcerto. A quel punto la Madonna lo prende, lo tocca, lo scruta e infine proclama: "Non lo so nemmeno io; però, se non fosse per lo spago, somiglierebbe tanto allo Spirito Santo..."
5. I Vostri Marò. Confesso: per un certo periodo ho pensato anch'io che i Vostri Marò (miei non sono in ogni caso) esistessero per davvero. Ho cominciato ad avere dei seri dubbi quando li ho visti raffigurati sempre nella medesima posizione, con un'espressione più immobile di quella di Christopher Lambert in "Nirvana", e la cosa mi è finalmente apparsa chiara: li hanno fatti tutte e due col Pongo. Mi direte senz'altro: O bravo, però quei due poveri pescatori indiani sono stati ammazzati sul serio. Non so come si andata, e lo dico con la morte nel cuore; e, non amando i complottismi, non so nemmeno chi abbia loro sparato. Magari saranno stati un paio di perfidi Marines, ché "Liberate i nostri Marines" suona pure meglio e poi dev'essere sempre colpa degli americani. Sempre col nostro complesso di inferiorità: abbiamo preso tali Thetower e Bigturn e li abbiamo italianizzati in "Latorre" e "Girone". La certezza l'ho avuta quando ho sentito un tizio che dice faccia il "governatore della Liguria" (e che è la Liguria, un territorio dell'Ovest...?), tale Giovanni Toti, che candidamente parlava dei "Tre Marò"; qualcuno gli ha risposto opportunamente di andare a fare delle campagne di sensibilizzazione a Venticinquemiglia e nelle Sei Terre. A questo punto si potrebbe pure ipotizzare che i due pescatori indiani siano ancora vivi, e lo volesse lo Spirito Santo (vedi punto 4). Restano naturalmente ignoti i motivi per cui sia stata orchestrata tutta la faccenda; ma, del resto, siamo nel Paese dove restano ignoti i motivi per cui cascano aeroplani vicino alle isolette, saltano in aria treni, banche e stazioni, eccetera, eccetera...
(1. Continua)