sabato 14 novembre 2015

Non-elogio della Follia


Basilea (Svizzera). La tomba di Erasmo Da Rotterdam, vittima olandese degli attentati di Parigi del 14 novembre 2015.

Dall' "Elogio" di Erasmo fino alle cretinate di Stiv Giobbs, a vari livelli e capacità, mi sembra che madama Follia abbia ricevuto un po' troppe lodi. Non è mai una buona cosa, la follia, e non la si può travestire di belle parole e di distinguo più o meno sottili e/o filosofici. Così ci ritroviamo, ancora una volta, in tempi dove la Follia regna padrona. Invasati che sparano in mezzo alla gente imbottiti di armi e di esplosivo, inneggiando al solito "grande dio" di turno; altri invasati che sui morti in mezzo alle strade inneggiano a guerre su guerre e vi costruiscono sopra luride carriere; chiusure sempre più spaventose che preparano alla perfezione l'esplosione prossima ventura; e, in mezzo a tutto questo, il collante. Si chiama denaro, profitto, capitale, controllo. Ora, le cose sono talmente chiare che non ci dovrebbe stare a ragionar tanto sopra, né a freddo e né a caldo dopo l'ennesimo massacro di gente qualsiasi in una qualsiasi città; anche perché di massacri ne avvengono ogni giorno, senza teatri o stadi. Ne avvengono ogni giorno senza che ce ne importi assolutamente nulla. Ce ne importa soltanto quando siamo toccati direttamente e avvertiamo che potrebbe toccare ad ognuno di noi, in qualsiasi posto e senza alcuna distinzione. Allora si percepisce bene che cosa sia quella Follia che ci piace tanto coccolare; solo che la percepiamo attribuendola soltanto ad alcuni. Invece la Follia si genera e si espande; si autoriproduce come un cancro, ed è sempre di più generalizzata. Non c'è nessuna differenza sostanziale tra il "kamikaze" che entra nella redazione di una rivista o in un teatro e compie un massacro, e l'umarell che sull'autobus invita l'autista a schiacciare la mamma rom con il bambino in braccio; nessuna differenza sostanziale tra il decapitatore e Matteo Salvini; nessuna differenza avvertibile tra il democratico presidente bombardatore e i capi delle orde naziste "religiose". Formano un ingranaggio perfetto. Tutte cose che si dovrebbero avvertire bene, perché non sono difficili da avvertire a due condizioni: la prima è farla finita coi bla bla, e la seconda è di smetterla di essere folli.

C'è una famosa battuta di Woody Allen che dice: "A me Dio non mi fa paura, è il suo fan club che mi spaventa". A tale riguardo, io sono spaventato in eguale misura sia dai fanatici "islamici", sia dalle folle che inneggiano al papa in visita. E non me ne importa nulla se gli uni siano i "cattivi" e gli altri siano i "buoni"; le favolette mediorientali, nelle quali peraltro nessuno "crede" veramente a parte una sparuta minoranza, ci stanno ammazzando tutti quanti e in tutto il mondo. E mi spaventa l'asservimento totale ad esse, mi spaventa dio sempre dalla loro parte, mi spaventano i potenti come mi spaventa l'uomo della strada anche se potrebbe essere la prossima vittima. In tutto questo, cerco come posso di non lasciarmi sopraffare da queste paure, perché la paura e il terrore sono i figli primogeniti della Follia. Figli primogeniti viziatissimi, che stanno ottenendo tutto e, in primo luogo, la loro ipertrofia. Ma certo, "dietro" tutto questo le "religioni" sono in massima parte dei comodissimi pretesti a portata di mano; lungi da me non tenere conto dei problemi sociopolitici, degli sfruttamenti, delle ingiustizie, delle ipocrisie assassine, di tutto quanto. Ma non bisognerebbe che tutte queste cose ci facessero passare e tollerare un momento di più la peste religiosa, la Follia che essa genera, lo strumento di morte che essa è in mano ai Folli. Che predichino guerra o "pace", che facciano gli oscurantisti o i progressisti, che agiscano per il "bene" o per il "male". Altro che i 126 morti di Parigi: non sono bastati secoli e centinaia di milioni di morti per capire tutto questo. Sarebbe urgente capirlo perché tutto questo ci sta portando, e a passi rapidi, verso la fine.

Dice Hollande che "stanerà" gli autori di tutto questo. Non c'è nessun bisogno di stanare chicchessia. Tutto e tutti ci stanno davanti agli occhi, dal terrorista al presidente, dal politicante all'uomo della strada, dal "mite" Mattarella che grazia il giustiziere a chi si fa esplodere in mezzo a una manifestazione. Sarebbe giunto il momento di stanare le vere cause di tutto questo, le quali peraltro non sono per nulla difficili da trovare. L'interazione tra chi ha aperto le porte dell'Inferno e l'Inferno che si è ritrovato ad avere quelle porte aperte a suo agio, ognuno coi suoi codazzi di servi. Aprire le porte dell'Inferno grazie ai loro riassetti geopolitici, ai loro ordini nuovi o vecchi, alle loro esportazioni di democrazia, ai loro bestiali finanziamenti di bestie, alle loro strategie che, tra l'altro, si sono dimostrate sempre stupide e dilettantesche. Mi guardo bene dai “complotti” o roba del genere; non si parla di complotti, qui. Si parla di perfetta interazione, vale a dire di un sistema organico di cause e di effetti. Che oramai i “primi ministri”, tipo Matteo Renzi, si rechino in certi paesi a vendere armi direttamente, non è un complotto: è normalissima cronaca. Il giorno prima vendono le armi all'Arabia Inaudita, e il giorno dopo fanno finta di frignare sui morti del Bataclan. Domani saranno di nuovo allo stadio a fare il tifo per Paulo Sousa e il giorno dopo a invitare a meditare sulle “parole di pace” del papa. La Follia ha le sue precise e prevedibili scalette.

Duole, allora, dover dare ragione a un personaggio come Assad; però quello che ha dichiarato in queste ore è assolutamente giusto. “La politica francese ha contribuito alla diffusione del terrorismo”, in sintesi. “Quello che è accaduto a Parigi noi lo viviamo da cinque anni”. Già, la “politica francese”, vale a dire di quel paese attorno al quale ora tutti “si stringono”; ma i francesi lo avranno saputo che cosa li attendeva, fin da quando il signor Carlabrunì decise di andare a bombardare in Libia? La Francia si è distinta tra tutti per il suo allegro attivismo, anche con Hollande & company; pensavano, questi signori, che sarebbero state tutte rose e fiori, per di più in un paese dove tutto, compresi gli attentatori radicali, viene tranquillamente fabbricato in casa con politiche scellerate di odio, di banlieues, di razzismo, di muscoletti securitari che si afflosciano costantemente? A ogni attentatuni ecco che compare il presidente o il ministro ad elencare le “misure di sicurezza senza precedenti”; stavolta addirittura lo stato di emergenza con tanto, si pensi un po', di possibilità di dichiarare il coprifuoco. Misure che, come tutto ha dimostrato ampiamente, non serviranno assolutamente a nulla. Guerra chiama guerra. Guerra chiama soldi. Soldi chiamano guerra. Poiché non sono bastati i millenni per dimostrare e comprovare tutto questo, non c'è da farsi nessuna illusione. Questi sono folli, e folli siamo noialtri che li stiamo ancora ad ascoltare e a seguire. La sovversione della Follia passa solo per un semplice, brevissima parola: No.

Ma dato che, ora come ora, la parola “No” è scomparsa dal vocabolario collettivo e personale, ed i pochi che ancora si azzardano a pronunciarla e ad agire almeno un po' di conseguenza vanno contro la “legalità” e sono perseguiti persino se scrivono qualcosa su un muro, sarà bene rassegnarsi, tirare avanti alla bell'e meglio, tacere sempre di più per salvarsi il culo e sperare di non andare a vedere un concerto rock o a assistere a una partita di pallone senza uscirne a gambe all'aria, visto che in guerra può succedere a tutti. Le alternative sono parecchio gettonate: i fronti nazionali, le leghe, i veri finlandesi, i fili spinati elettrificati, i muri ungheresi, croati, sloveni, i nazisti religiosi polacchi spiritualizzati da Radio Maria (quella polacca ci ha una “y” in più, Radio Maryja, e sembra di ascoltare il bollettino dell'ISIS), gli sciacalli italiani che riempiono le piazze bolognesi, le marianne, le marsigliesi e i tricolori, i nazionalismi, le chiusure che vengono perfettamente scardinate armi in pugno, l'indifferenza assassina verso ciò che succede appena fuori il proprio orticello. Siamo tutti francesi, come no, ma guai a essere tutti libanesi; eppure, appena prima Parigi c'è stata Beirut. Ma cosa vuoi che sia un attentato a Beirut, quelli ci campano di attentati. Cosa vuoi che siano cinquanta libanesi saltati in aria, e cosa vuoi che siano cinquecentomila siriani o roba del genere. Il capitalismo frigna forte solo quando i morti sono in mezzo alla “Ville Lumière” e si preoccupa ora per i “Giubilei” romani, specie ora che c'è il papa tanto buono e bravo. E pure di sinistra, vah! L'altro giorno è passato pure vicino a casa mia e c'era il Lungarno dei Pioppi -no, dico, il Lungarno dei Pioppi, mica Rue Voltaire o place de la République!- trasformato in una no man's land. Misura di sicurezza principe: la rimozione dei cestini della spazzatura. Sennò l'ISIS ci mette dentro le bombe. ISIS. Sembra la sigla di “Isolotto Isolotto”. Chissà come si sono sentiti sicuri i cittadini, il “fan club” che sbavava al passaggio del bravo monarca assoluto di sinistra a base di dio, e dio, e dio, sempre dio.

Se questa, allora, non è Follia, ditemi voialtri che cos'è perché io mi arrendo. Posso anche dichiararmi non folle, ma non serve a nulla: circondato dalla Follia, andrà a finire che anch'io lo diventerò, folle. Finché ce la faccio a resistere (scrivere “resistere” ora come ora, però, sembra una barzelletta), però, applicherò alcune regole dettate da quel minimo buon senso che mi è rimasto. Ad esempio, no, io non sono francese. Non siamo tutti francesi e non dovremmo esserlo. Non mi confondo con quei milioni e milioni di francesi che manderanno presto al potere una fascista e una razzista matricolata, aiutata dai suoi fratellini “islamisti radicali”. Non mi confondo con il francese Hollande che ci ha sempre i suoi cari aeroplanini carichi di grandeur, e poi si ritrova a sentirsi le bombe sotto le terga mentre assiste all'amichevole tra Francia e Germania allo stadio. Non ho da sentirmi francese, o italiano, o burundese, o della Georgia Australe; mi sento del mondo, e basta. Anche qui da un buco, da un ex garage dell'Isolotto (Firenze). Non ho da manifestare nessuna solidarietà a dei Folli e alle loro lacrime di coccodrillo. Non ho da sentirmi più “sicuro” se Alfano o chiunque altro mi manda trecentoottanta poliziotti in più, che magari arresteranno me o dei miei amici perché ho cercato di impedire che una mànica di servi fascisti portassero i loro slogan e la loro guerra, la loro razione di guerra, in un quartiere. Non ho da affiggere o sventolare tricolori o altre bandiere. Non ho da delegare la mia nascita, la mia vita e la mia morte a nessun personaggino soprannaturale e alle sue favolette (che a volte sono pure divertenti, ma altre volte sono terribilmente stupide e anche crudeli). Non ho nessuna verità e nessun dogma. Naturalmente, tutto questo non mi salverà, se putacaso se. A Parigi o all'Isolotto. Nessuno mi può dire se il mio vicino di casa non stia preparandosi per venirmi a comunicare che Allah è il più grande (akbar, porca puttana, è un superlativo!), però non dicendomelo con Facebook o Twitter ma con un fucile d'assalto. E poi lo capirei anche, visto che Facebook e Twitter non ce li ho.

Tutto questo non voglio minimamente chiamarlo né “anarchia”, né in nessun altro modo. Lo chiamo semplicemente Ragione. Ve la ricordate, la Ragione? Quella cosa di Voltaire, rue Voltaire, la grande cultura occidentale, la filosofia, il pensiero... beh, dov'è finita adesso? Nei tempi dove, in contrapposizione al “fanatismo”, si elevano i peana ai valori del “nostro mondo”, questi presupposti valori se ne sono andati via. Via dalle piazze e via dai cervelli. Sostituiti da X Factor e dagli smartphone. Buoni soltanto per dare a bere che esistano ancora, mentre sono stati distrutti. Mentre siamo stati peggio che lobotomizzati. E allora non resterebbe altro che da rinchiudersi da qualche parte; ma non si sa nemmeno dove. Aspettando la guerra, anche se ci siamo già dentro. Ci penserà, forse, lei. Ci penserà la Follia alla quale stasera rivolgo questo Non-Elogio; poi, dààài, domani finalmente mi faccio il facebook e mi metto, come tutti, a spippolare sul telefonino. Ciao amo, hai visto a Pariggi? Sì amo, ce penserei io, ce pensa la Meloni, stasera se va a vède er concerto degli Igols of Det Mètal....so' forti ahò, 'nnamo ar Bataclànne!

P.S. In margine, vorrei invitare tutti, sempre che lo vogliano, a leggere questo articolo di Sandro Moiso pubblicato su Carmilla Online: Prima che tutto accada.