lunedì 24 luglio 2017

Chiessi mentre la Corsica brucia



Chiessi, ventiquattro luglio.
Poco dopo le diciassette, le cinque della sera,
nel cielo terso d'estate compaiono due nuvole.
Qui le chiamano "Ossi di seppia".
Si dice che si formino solo quando il vento vira a ponente,
e che nascondano proprio quel vento forte.

 
Poco dopo, un'altra nuvola, enorme.
Ma non è un "osso di seppia", è una titanica nuvola di fumo.
Viene dalla Corsica, che sta di fronte a Chiessi.
La Corsica sta bruciando.


Alle porte di Bastia.
Gracchiano le radio còrse. Parlano di una catastrofe.
Novecento, mille ettari di foresta e di macchia in fiamme.
E la foresta incenerita è partita per Chiessi.
Si è trasferita nel cielo.


Ora la foresta ha occupato il cielo.
Il profilo della Corsica si staglia mentre il fumo inghiotte il sole.
Sono quasi le sei.


Il sole si deforma.
La foresta in fumo si prende anche il mare.
Cambia i riflessi, lo infuoca, lo incupisce.
L'estate diviene una stagione di quieto orrore.


E Chiessi si ritrova in una specie di
oscuro autunno al tramonto.
Corsica surella abbrusgia.
Guardando la foresta dissolta registrai.