mercoledì 7 marzo 2018

Il pensionato 2.0




Lo sento da oltre il muro che ogni suono fa passare,
tira fuori il fucile e si mette a sparare,
lo vedo con lo smartphone, che non so cosa sia bene,
che fa una luce fioca, quasi da trenta candele,
ci ha in mano “La Nazione” piena di paure e orrori,
moschee, polveriere, comitati anti-rumori,
fra i suoni usati e strani dei suoi riti quotidiani,
provare una pistola e mirare agli africani...

Lo sento quando torno stanco e tardi alla mattina
berciare con la moglie, con le figlie o la vicina,
ce l'ha con me perché gli butto la mia sigaretta
giù dentro alla terrazza, dove tiene una Beretta
e poi lo incontro ancora quando viene l'ora mia,
sovente ci scambiamo qualche antica cortesia:
“Brutta testa di cazzo, te e quei negri marrocchini,
Ma tanto sta' tranquillo, che ora ci pensa Salvini...”

Mi dice cento volte tra la rete dei giardini
che lui degli zingari ammazzerebbe anche i bambini
che 'sti rubalavoro van buttati dentro al cesso,
che lui con la pensione non si compra manco il lesso...

Io ascolto, apre la giacca, c'è qualcosa che fa “toc”,
non mi vorrei sbagliare, ma mi sembra una Glock,
mi dice che, oramai, vorrebbe farla finita,
gli dico: “Ma si accomodi!..” “Oggi no, c'è la partita...
magari il cinque marzo, giorno dopo le elezioni,
forse uscirò di casa per levarmi dai coglioni...”
Dovrei un po' trattenerlo, ma nel cesto delle uova
ci ha un dépliant che dice di votare Forza Nuova...

Io ascolto e un po' ricordo il pensionato di Guccini,
di quando i pensionati ci avevan dieci gattini,
di quando al bar accanto, tra lacchezzi e vino rosso
giocavano a ventuno moccolando a più non posso,
e gli 'eran stronzi uguali, però avevan la pensione,
parlavano di donne, e mica dell' “invasione”,
e ce l'avevan sempre co' Andreotti e co' Fanfani,
ora ce l'hanno sempre con quel “prima gli italiani”...

Ma poi mi accorgo che probabilmente è solo un tarlo
che qualcuno gli ha messo nelle teste per votarlo,
e mentre si lamentan che 'un s'arriva a fine mese,
c'è un negro e vende ombrelli, che sarà senegalese...?

Diremo forse un giorno: “Ma è lui sul Ponte Vespucci...?”
C'è un uomo steso in terra, ma che son questi corrucci...?
E' meglio farli fuori poco a poco tutti quanti,
Quindi, per cominciare, un po' di spari sui passanti.
Passanti sì, però, basta che passino un po' strani,
Magari anche un po' negri, mi suiciderò domani,
E poi ci abbiam le vite di sì tante cose piene,
Chi si ricorderà, fra due o tre giorni, di Idy Diene.


(Sull'aria del "Pensionato" di Francesco Guccini)