giovedì 30 ottobre 2008

Pinocchi


Ieri, ovviamente, hanno mandato gli squadristi. Ma no, tranquilli, non importa che siano stati mandati dal “governo”, non importa che siano stati ingaggiati. Quando c'è da pestare, i picciotti rispondono all'appello dei boss spontaneamente. C'era da “creare il casino”, il casino tanto invocato, tanto agognato, tanto assaporato. Kossiga è andato in avanscoperta ricordando a tutti come si fa; poi sono spuntati i manganelli “tricolori” e persino il Pinocchio gigante a mo' di bastone.

Gli squadristi armati hanno eseguito; gli squadristi ben nascosti, ma non meno squadristi di quegli altri, ora possono alimentare le loro solite grancasse. Guardateli, persino in questo blog dimenticato: tutti belli carini, tutti con le loro parolette d'ordine, il “diritto a studiare”, i “facinorosi” e tutto il resto. Con una prassi consolidata, chiedono “argomentazioni”. Chiedono sempre “argomentazioni”, questi qui. Non importa, poi, fornirgliene a quintali, e che le loro, di “argomentazioni”, siano sempre le solite, trite e ritrite idiozie riprese dai loro giornaletti e dalle loro geniali televisioncine.

Riescono ad apparire prezzolati anche se, ovviamente, non prendono un soldo. L'altra sera, sui due dei bollettini televisivi di Berlusconi (tg2 e tg5), c'era un “ampio risalto” agli “studenti che si oppongono alla piazza” (guarda caso, tutti giovinotti di forzaitaglia). Ma per carità, hanno anche loro tutti i diritti di opporsi; solo che sono tre gatti. Il reportage del tg5 ha previsto addirittura un collegamento da Firenze: due interviste a dei giòvini con i soliti tormentoni studiati a tavolino, e addirittura una non meglio precisata “riunione” dove si vedevano dei tipi col culo su delle seggiole. A quanto si vedeva dal servizio, poteva essere anche un convegno di giovani allevatori di rottweiler, o di appassionati di birra trappista; ma no, erano i “numerosi studenti che si oppongono alle occupazioni e alle manifestazioni”.

Qui a Firenze, i giovinotti di forzaitaglia hanno una sede, in piazza Pier Vettori. Ci passo davanti spessissimo, non essendo lontano da casa mia. Un fondo di magazzino pavesato di bandiere e di poster del “Popolo delle Libertà” (provvisorie), ancora fermi alle elezioni del 13 aprile. E ci credo: anche durante la campagna elettorale, non c'è stato un minuto che sia uno che lo abbia visto aperto, quel fondo. E tuttora rimane disperatamente chiuso, sprangato. Un semplice supporto pubblicitario, un locale-spot.

Vogliono le argomentazioni. Le argomentazioni migliori, quelle che lorsignori non desiderano e di cui hanno una paura terrificante, sono ottocentomila persone in piazza a Roma e altre svariate migliaia in tutta Italia. Hanno talmente paura da scomodare prima il “picconatore”, poi i picconi. Pardon, i pinocchi. L'arma perfetta per questi schifosi che hanno riempito di bugie la testa della gente, e che continuano a farlo. Sbraitano sui “bambini portati in piazza”, quando loro coi bambini sbattuti in tv hanno contribuito a addormentare le coscienze. E vi ricordate quanti bambini, anche neonati, furono portati in piazza per il “Family Day”?

Ci hanno sempre i “rami secchi” da tagliare, loro. Con il pretesto dei “rami secchi”, tagliano tutto l'albero. Lo hanno fatto nelle ferrovie (senz'altro coadiuvati dai “centrosinistri” loro consimilari), privilegiando i progetti inutilmente faraonici e riducendo il servizio ferroviario ordinario in condizioni ancor più catastrofiche di prima. Lo faranno anche nella scuola e nell'università. Lo scopo è sempre quello: il privato. Il loro privato. Nel sud le ferrovie sono allo sbando totale, ma proliferano le autolinee private che hanno ottimamente beneficiato della cosa. Così avverrà per la scuola e per l'università: forza, scuolucce private! Ora privatizzano anche le università, così il cammino sarà finalmente completato. Non solo completato: sarà stato fatto dando l'illusione di “eliminare gli sprechi”. E ci credono pure, poveri imbecilli. Ci credono, o fanno finta di crederci. Ma il risultato è lo stesso: fare spot. Ovunque sia possibile farli. Una rete capillare di “consigli per gli acquisti”, dalla tv nazionale ai forum e ai blog più oscuri. Dal giornalone di famiglia fino al fondo costantemente sbarrato di piazza Pier Vettori.

Da questo punto di vista, lo ripeto, il Pinocchio gigante utilizzato dai picciotti “tricolori” in piazza è stato esemplare. L'arma perfetta per dei bugiardi criminali. Da qui il mio invito a chiunque sostenga questa lotta di non cadere in nessuna provocazione: quando vi chiedono “argomentazioni”, quando vi ripetono il loro bla-bla-bla, abbiate ben presente che i veri “facinorosi” sono loro, che sono solo degli squallidi esecutori di ordini, che il loro CQ (Cervello Qualunque) oramai è programmato per questo. Non abboccate alla loro finta tranquillità, perché dietro quella loro ostentata “pacatezza”, quando c'è, si nasconde la violenza più nera.

Alla fine del libro di Collodi, Pinocchio, come tutti sanno, diventa un “ragazzino perbene”. Si mette a studiare e fa contento babbo Geppetto. Diventa un bambino lindo e ubbidiente. Pronto anche lui per un bello spot pubblicitario, o per essere intervistato nel reportage del tg5 e dire “nghè nghè, voglio studiare, toglietemi di mezzo tutti questi cattivoni che me lo impediscono!”. Nella sua bella cameretta di bravo bambino, Pinocchio vede, abbandonato su una sedia, il vecchio burattino di legno che era. Quello, un giorno, lo darà ai suoi camerati in piazza per pestare chi non ci sta.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

peccato che il pinocchio sia stato usato da sinistra.

giorgio

Riccardo Venturi ha detto...

Contano i pinocchi, non il pinocchio e da chi è stato usato. I pinocchi, quelli veri, e quelli che hanno pestato, sono da una parte sola. Ciao.