mercoledì 2 gennaio 2019

Nuova ballata in onore delli imbecilli di tutti i Paesi



Conosco l’Imbecilli delle Antologie, colle malinconie
di castrare le statue e le liriche,
e di sciupare, nella melma, i fiori.

Ho visto l’Imbecille a discutere Iddio
senza averlo cercato ne’ fornelli chimici.

Ho visto molti Imbecilli canori come sciacalli
che giuocavan, sui dadi, la prima nota e l’ultima
di certe canzoni peregrine non composte ancora.

Ho visto l’Imbecilli letterati, spudorati
per le loro sciocchezze, menarne vanto,
come un incanto d’errori di sintassi e di gramatica.

Ho visto l’Imbecille al Finimondo,
l’Imbecilli politici, statisti e arringa-popoli,
sfacciati ed imprudenti, stolti e paralitici.

Tra l’Imbecilli e i Coccodrilli è poca distinzione:
la Storia Naturale spiega il Natale
dell’una e dell’altra bestia:
dal fango delle inondazioni.

L’Imbecilli si soffiano il naso:
noi non siam persuasi della loro onestà.

Soffiansi il naso ed asciugansi l’occhi:
queste lustre alli sciocchi fanno di sicurtà.

Piangono l’Imbecilli; non ci credete;
la cattiveria tira le cuoja all’ignoranza,
ma sopra a quanto avanza,
combinano un grazioso giuocherello;
preparano il giubbetto a chi diffida,
al rosso farsetto
stiran le vertebre.

L’Imbecilli hanno il catarro:
essi aggiogano al carro, invece de’ pazienti buoi,
l’eroi dell’a venire.

Ho veduto dei grandi Imbecilli
girar poc’anzi a stuolo per il mio paese,
molte pretese sciorinando al Sole.

Ho veduto l’altr’jeri a concistoro in un palazzo antico
molti Imbecilli foggiare un intrico contro il Pensiero.

Ed ho veduto un Generale ameno
ricondurre il sereno sulle tombe
col buon ajuto della cannonata,
beata partecipazione del moschetto alla galera,
lezion buona e severa a chi verrà.

L’Imbecille è crudele.
Bestia rara! Le più rare s’accovaccian dentro all’are,
le preclare vanno a torno a buggerare,
le più care sono preste a malignare,
le più avare danno fondo al fondo mare.

Ora il mar, che fan seccare, stenta un poco a preparare
funerali e bare; ma verrà, quando verrà, la calamità.
Piangeranno, grideranno! Chi sa quanti in quel mattino
strilleranno in un cantuccio, per la triste avversità.
Poco furbi, o troppo tardi?
Per colmare la tormenta si saran raccomandati
alla comoda prudenza dei cerotti immostardati
dai magni economisti gagliardi e liberisti.


Gian Pietro Lucini
1867-1914