DUE.
Il progetto era nato in tutta segretezza negli ultimi mesi del 2006, quando, sull'onda dell'indubbio successo e del prestigio che era venuta via via acquisendo, la Fondazione aveva lanciato una sorta di offensiva su vasta scala contro le varie "serate de André" che, oramai da anni, si svolgevano in tutto il Paese. Ritenendosi legalmente titolare dei marchi De André®, Fabrizio® e Faber® (ma per quest'ultimo i legali della Fondazione avevano delle cause in corso sia con la Faber Castell, storica produttrice di matite e articoli di cancelleria, sia con la casa editrice inglese Faber & Faber), non si era limitata a far chiudere una pletora di siti Internet a vario titolo dedicati all'income source, a parte un paio considerati ortodossi e con i quali aveva anzi stipulato un accordo commerciale di massima e concesso l'autorizzazione a fregiarsi del logo, ma aveva iniziato una campagna a tappeto con lo slogan Fabrizio è di tutti.
Quanto fosse di tutti, se n'erano accorti per prime alcune decine di persone che si radunavano ogni anno, la sera dell'11 gennaio, in piazza del Duomo, a Milano, con chitarre e fiaschi di vino, per ricordare l'anniversario della scomparsa di De André. Dopo neanche mezz'ora erano comparse a sirene spiegate alcune auto della Polizia Municipale, dalle quali erano scesi degli agenti brandendo delle ordinanze con il quale il Comune di Milano intimava lo sgombero immediato del luogo pubblico occupato abusivamente, con l'aggravante del disturbo alla quiete notturna. Alle facce incredule degli astanti infreddoliti si erano aggiunti presto alcuni strani tizi in giacca e cravatta nel frattempo sopraggiunti a bordo di una BMW X5 grigia metallizzata; costoro recavano due ordinanze del Tribunale con le quali si sanciva il divieto su tutto il territorio nazionale di tenere manifestazioni non autorizzate contenenti tre marchi registrati. Per sedare un accenno di rissa, erano intervenuti i Carabinieri comandati dal maresciallo Zerbini (peraltro notissimo estimatore di Fabrizio De André), che avevano provveduto a sgomberare la piazza in maniera da non creare ulteriori disordini.
L'episodio aveva avuto discreta rilevanza mediatica, ed aveva portato alla luce l'oramai avvenuta acquisizione in esclusiva di Fabrizio De André, della sua opera e delle iniziative svolte in suo nome da parte della Fondazione; si era infatti configurata, dal punto di vista legale, una situazione di sfruttamento diretto per eredità dei diritti d'autore con regolare cessione da parte degli eredi nelle persone della sig.ra Ghezzi Teodora detta Dori (nata a Lentate sul Seveso, Milano, il 30 marzo 1946), De André Cristiano (nato a Genova il 29 dicembre 1962) e De André Luisa Vittoria detta Luvi (nata a Tempio Pausania, provincia di Olbia-Tempio, il 30 novembre 1977), di detti diritti alla Fondazione "Fabrizio De André" (di cui risultava per altro presidente la medesima Dori Ghezzi, con Fernanda Pivano come presidente onorario). Con la "cacciata dal Duomo" (così veniva chiamato oramai l'episodio) erano state proibite in tutta Italia le manifestazioni deandreiane non autorizzate, fatto che aveva suscitato l'interesse persino di un'infuocata puntata di "Matrix" durante la quale era stato aggredita in diretta la dott.sa Anna Maria Equizzi, alta funzionaria della SIAE, che stava perorando con decisione la giustezza dell'iniziativa nel nome della lotta alla pirateria discografica.
In seguito a questi fatti, che avevano di fatto spinto nella clandestinità tutta una massa di piccole "serate de André" organizzate oramai da anni come eventi-tappabuchi nei palinsesti culturali di innumerevoli e spesso improbabili località, la Fondazione aveva deciso di passare senz'altro al suo progetto-monstre: il Festival.
*
Al piccolo scantinato si accedeva da una porticina metallica situata nello storico palazzo dove, negli ultimi anni del XIX secolo, aveva avuto sede la tipografia che stampava in lingua italiana le opere dell'Anarchismo internazionale. L'anonima targa accanto alla porta recitava:
GABINETTO FOTOGRAFICO SCELSI
CAPOLAGO
SI ESEGUONO STAMPE ANCHE DIGITALI A PREZZI MODICI
SI PREGA BUSSARE CON FORZA
Non c'era infatti alcun campanello; situato a pochi metri dal lago, il fabbricato era attualmente occupato da alcuni uffici dove avevano sede società offshore, finanziarie e persino il Linux Group del Canton Ticino. Era stata vista sempre pochissima gente bussare alla porta metallica; apriva quasi sempre una giovane donna piuttosto alta, che d'estate indossava curiosamente delle magliette con dei draghi e un pin con l'effigie di Gaetano Bresci. Si presentavano sempre le stesse persone, che dicevano ostentatamente frasi come "Avrei delle stampe per un matrimonio", oppure "Sono pronte quelle digitali dell'inaugurazione?"; al che, la ragazza apriva furtivamente la porta, e chi si fosse avventurato per le strette e male illuminate scale che menavano nel seminterrato sarebbe prima passato per due sgabuzzini stracolmi di fotografie tradizionali in via di sviluppo con spose in bianco, gruppi di parenti, neonati, professori a convegno ed altri interessantissimi soggetti; c'erano anche due personal computer e due stampanti laser per le digitali, ma in quel momento erano inattivi.
"Sbrigati, Andrea, vieni dentro".
"E mi sbrigo, mi sbrigo. Notizie di Riccardo?"
"Nessuna. L'ultima volta che mi ha scritto era in Bulgaria per prendere contatto coi fornitori di cd, credo sia sempre da quelle parti…sai che non è semplice…"
"Andiamo giù? Io invece ho buone notizie…"
"Roba dai naviganti…?"
"Sssh. Ne parliamo di sotto."
La giovane donna si avvicinò al tavolino dove erano sistemati i computers, e lo spostò facendo comparire una pesante botola in legno; una volta tiratala via, una strettissima rampa di scale portava sotto. I due scesero, dopo che era stata accesa una lampadina con un interruttore a peretta; risistemata la botola (che sotto il rivestimento in legno era fatta di materiale insonorizzante), si ritrovarono in ciò che veramente era il sedicente gabinetto fotografico: una sala di registrazione e mixaggio. Dotata di tutte le apparecchiature necessarie. Presa live o a tracce separate. Effetti sonori. Campionatori. Hard Disk Recording.
"Insomma…?"
Il giovane si ravviò i capelli che un tempo erano stati assai più lunghi, e porse alla ragazza un foglio stampato:
From: farewellship@aurevoir.aq
To: info@andreaparodi.com
Date: 11-19-2007
Subject: Sei tracce complete
A., in allegato trovi gli mp3 di sei tracce complete della NdF. Si tratta di S. con "Canzone per Nadia Desdemona", del sottoscritto con "Galere", di W. con "The Ballad of Patty Hearst", di R. con "Han visto Dio fumare un Romeo y Julieta", di P. con "Terrazzini" e di G. con "La bite au cul d'un poulet". Vai subito in Svizzera da M. e cominciate il lavoro, non abbiamo molto tempo e tutto deve essere pronto per i primi di marzo, anzi meglio fine febbraio. Mi raccomando a voi. F.
"All'anima, Andrea. I primi di marzo, anzi meglio fine febbraio. E mancano ancora perlomeno una decina di tracce. La vedo dura. E Riccardino che non si fa vivo dalla Bulgaria o dove cazzo sarà andato a finire…"
"Non ti preoccupare per lui, quello torna quando meno te lo aspetti con uno Scania estone carico di tutti i cd più a basso prezzo del mondo…"
"Speriamo…intanto continuo a vederla dura…"
"Beh, qualcosa per cominciare a lavorare ce l'abbiamo."
"Ma come mai i primi di marzo?"
"Al ha ascoltato una conversazione tra la Signora e un altro tipo della Fondazione. Il Festivaluccio di Bordighera comincia il 16 marzo, e in pompa magna. Prima serata su Rai Uno, e fiaccolata in via del Campo con pezzi grossi della politica. Ai primi di marzo, zàc, noi cominciamo la distribuzione clandestina della 'Nave dei Folli' e cominciamo a fregarli. Poi sai chi arriva."
"Ma stanno sempre fra i pinguini…?"
"Sì, ma fra poco si muovono. Spero soltanto che non si fermino a imbriacarsi alla Tortuga, visto gli stomachini che ci hanno fra tutti quanti…"
"Le hai già ascoltate, le tracce?"
"Sì. Roba da far accapponare la pelle, ti giuro."
"Andrea…"
"Dimmi, bellezza."
"E se va male…?"
"Se va male, Manuelina, mi sa che ci faremo un lungo viaggio tutti quanti sull'Arrivederci."
(2 – continua)
3 commenti:
Bello.
Il Maresciallo Zerbini, peraltro,
sono io, perchè
a) sono diventato mio padre
b) lui è Maggiore.
Comunque scrivi bene, mi piace.
E tuo padre che ha fatto, è stato ucciso in un sogno precedente?....
Senza dubbio. Non sai quanto l'ho odiato, tra i 15 e i 20 anni.
Sam
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