Non ci sarà un posto al mondo dove potrò stare, quando sarò morto
E non distinguerò più il bene dal male, quando sarò morto
E non mi troverete a cantare questa canzone, quando sarò morto
E allora mi sa che dovrò farlo finché sono vivo
E non sentirò più lo scorrere del tempo, quando sarò morto
E tutti i piaceri dell'amore non ce li avrò più, quando sarò morto
Dalla mia penna non uscirà mai più un verso, quando sarò morto
E allora mi sa che dovrò farlo finché sono vivo
E non respirerò più l'aria salubre, quando sarò morto
E non potrò più nemmeno preoccuparmi dei fatti miei, quando sarò morto
Nessuno mi chiederà di fare la mia parte, quando sarò morto
E allora mi sa che dovrò farlo finché sono vivo
E non correrò più per scappare dalla pioggia, quando sarò morto
E non potrò nemmeno soffrire una pena, quando sarò morto
Non saprò chi lodare o biasimare, quando sarò morto
E allora mi sa che dovrò farlo finché sono vivo
Non vedrò più il sole dorato, quando sarò morto
E sera e mattina sarà per me la stessa cosa, quando sarò morto
Non potrò più cantare più forte dei cannoni, quando sarò morto
E allora mi sa che dovrò farlo finché sono vivo
I miei giorni non saranno danze meravigliose, quando sarò morto
E le sabbie mi scivoleranno via dagli occhi, quando sarò morto
Non potrò associare il mio nome a una lotta, quando sarò morto
E allora mi sa che dovrò farlo finché sono vivo
Non riderò delle menzogne, quando sarò morto
Non potrò chiedere perché, come e quando, quando sarò morto
Non potrò vivere fieramente tanto da morirne, quando sarò morto
E allora mi sa che dovrò farlo finché sono vivo.
Phil Ochs.
5 commenti:
WHEN I'M GONE
by Phil Ochs
There's no place in this world where I'll belong when I'm gone
And I won't know the right from the wrong when I'm gone
And you won't find me singin' on this song when I'm gone
So I guess I'll have to do it while I'm here
And I won't feel the flowing of the time when I'm gone
All the pleasures of love will not be mine when I'm gone
My pen won't pour out a lyric line when I'm gone
So I guess I'll have to do it while I'm here
And I won't breathe the bracing air when I'm gone
And I can't even worry 'bout my cares when I'm gone
Won't be asked to do my share when I'm gone
So I guess I'll have to do it while I'm here
And I won't be running from the rain when I'm gone
And I can't even suffer from the pain when I'm gone
Can't say who's to praise and who's to blame when I'm gone
So I guess I'll have to do it while I'm here
Won't see the golden of the sun when I'm gone
And the evenings and the mornings will be one when I'm gone
Can't be singing louder than the guns when I'm gone
So I guess I'll have to do it while I'm here
All my days won't be dances of delight when I'm gone
And the sands will be shifting from my sight when I'm gone
Can't add my name into the fight while I'm gone
So I guess I'll have to do it while I'm here
And I won't be laughing at the lies when I'm gone
And I can't question how or when or why when I'm gone
Can't live proud enough to die when I'm gone
So I guess I'll have to do it while I'm here
Mr. Blaine, gli lascio un meme aspettandoLa nel mio blog Titiritero de Gayoles, distinti saluti, Sergio.
credo che il verso da te tradotto come:
"E le sabbie mi scivoleranno via dagli occhi, quando sarò morto "
A proposito delle sabbie, ritengo abbiano a che fare col mito di sandman, l'uomo della sabbia, che getta sabbia negli occhi dei bambini che non vogliono addormentarsi ...
Ovviamente per gli occhi di un morto non serve più, la sabbia.
salud
credevo che l'omino della sabbia portasse i sogni, una specie di Morfeo. Ma da dove viene questo mito?
Saluti
Il sandman è, in diverse culture occidentali, uno spirito che sorveglia il sonno E i sogni dei bambini spargendo sabbia magica o polvere sui loro occhi. Se al risveglio ci si ritrova qualche granello sulle ciglia, quella è prova della sua presenza la notte prima.
Su Wiki(inglese) trovi traccia delle principali traduzioni e riscritture letterarie del mito, da quella di E.T.A. Hoffmann (“Der Sandmann”, 1817, riletta da Freud nel 1919 in “The Uncanny”) a quella di Andersen (“Ole Lukøje”, tradotta in “The Sandman”, 1842); quindi, i vari fumetti e i diversi omaggi rock (da Roy Orbison a Enya, dai Genesis ai Metallica)
salud
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