Faceva l' "antiproibizionista", voleva abolire la pena di morte, fondava Nessuno tocchi Caino. Poi, appunto, nel 1992 viene eletta deputata con il PRC. Entra in Commissione Giustizia e si mette a visitare carceri come una forsennata.
L'anno dopo ha già la sua bella lista civica, a Milano, dove si fa -incredibile!- appoggiare dai radicali. E quando ci sono di mezzo i radicali, si sa già perfettamente cosa succede, no?
Poiché la lista civica della signora in questione non raccatta boccino, nel 1994, quando scende in campo il Cavaliere, eccola approdare immediatamente in Forza Italia. Manco a dirlo, rieccola nella Commissione Giustizia della quale diviene anche presidentessa.
Nel 1995 le viene attribuito il "Premio Silone" per la sua attività in favore dei "diritti umani e civili". Fonda anche il "Circolo delle Libertà Ignazio Silone".
Poi entra nelle giunte comunali milanesi di destra, dice di occuparsi strenuamente delle condizioni delle donne nel mondo, si occupa in particolare della condizione di una donna (la sua) e, infine, diventa Assessore alle attività produttive con la Moratti.
Nell'ottobre del 2010 passa finalmente a Futuro e Libertà, continuando le sue rifondazioni.
L'8 febbraio 2011 la signora in questione, finalmente e definitivamente rifondata con il più tipico percorso del politicante italiano -sinist', dest'!- dona al mondo la sua opinione sul tragico fatto di Roma, che ha visto la morte atroce di quattro bambini Rom.
"È più facile educare un cane che uno zingaro", esordisce la signora in un'intervista a Radio 24. Poi si lancia in arditi paragoni: "Quelli fanno la pipì sui muri, il mio cagnolino non fa la pipì sui muri." A questo punto ci sarebbe ragionevolmente da chiedersi che razza di cagnolino possieda la signora, oppure come lo abbia "educato". La povera bestiola, come tutti i cani, alza la zampa per fare la sua pipì e quella, zac!, le assesta una pedata educativa? E menomale che nessuno doveva toccare Caino; nessuno tocchi canino, casomai. Fossi un cane, mi guarderei bene dal cadere nelle grinfie di questa qui. Oppure mi piacerebbe essere un rottweiler, e anche piuttosto incazzucchiato.
Ma non è finita qui. La signora ha sentito l'imperativo bisogno di lanciarsi in una profonda disamina sociale. "Il presidente Napolitano ha sbagliato perché ha parlato senza cognizione di causa: ha detto che devono avere una casa." In effetti, il presidente Napolitano non deve aver mai avuto problemi abitativi; la signora, invece, è nota per aver abitato costantemente in baracche maleodoranti, indicibili tuguri, unte e fumose stamberghe, sotto i ponti, nelle stazioni, in capannoni abbandonati e, va da sé, in campi. La sua cognizione di causa dev'essere assolutamente eccelsa. Prosegue poi:
E perché gli italiani no? Quelli ci odiano e ci vedono solo come possibilità per sfruttarci o rubarci qualcosa e noi gli diamo la casa. Ma l'italiano che non ha una casa cosa dovrebbe dire?".
Il raggiungimento del sublime. Tutta una vita di antiproibizionismo, di caini da non toccare, di condizioni delle donne, di visitine in galera, di premi siloni, di camere dei deputati, di commissioni giustizia e di palazzi marini per arrivare a dire esattamente le stesse cose dell'ultimo dei leghisti, o del ragazzotto di Forza Nuova. E il bello è che non arrivo affatto a stupirmene!
Dimenticavo: qualora se ne fosse scordato il nome, la signora in questione si chiama Tiziana Maiolo.
Rifondazione razzista; o meglio, Rifondazione italiana.