martedì 16 aprile 2013

Bombe



Non so come mai, ma non mi stupirei se, per le bombe di Boston, saltassero fuori cose bizzarre e tremendamente americane.

Tipo: la vendetta di un maratoneta portoricano dilettante convinto di poter battere gli etiopi o roba del genere, e invece escluso dalla corsa per un motivo o per un altro (di motivi per essere esclusi dalle corse ce ne sono a camionate).

Oppure il gesto solitario di qualcuno che voleva protestare per l'estinzione delle foche monache, oppure contro i medici abortisti, oppure contro gli antiabortisti, oppure.

Oppure gli ordigni sono stati piazzati da Michael Moore per dimostrare quanto sia facile, negli Stati Uniti, fabbricarsi una bomba da solo con materiale in libera vendita al supermercato, piazzarla alla maratona e farla esplodere tranquillamente al traguardo.

Oppure da un membro della Congregazione Pentecostale Apocalittica Palingenetica Presbiteriano-Metodista in solidarietà con il proprio sommo sacerdote arrestato per molestie ad una cavalla minorenne (labile citazione a memoria da un vecchio film di Woody Allen, credo Provaci ancora Sam ma non ne sono sicuro).

Oppure dal quindicenne solitario e asociale che non ha nemmeno una pagina Facebook (cosa fatta planetariamente rimarcare in occasione di una qualche recente strage a scuola o al cinema).

Oppure, ancora, per una serie di motivi per i quali si può anche decidere, perché no, di mettere qualche bomba in mezzo ai maratoneti.

Senza contare che tutto questo può tranquillamente andare, almeno per qualche tempo, sotto il nome di "Al Qaeda".

Mi spiace solo per quel bambino di otto anni che magari voleva farsi una corsa e basta, e che ha sbattuto un po' troppo presto in un groviglio di merda che esplode.