lunedì 1 settembre 2014

Contratti



Nel 1965, un avvocato arlesiano di 47 anni, maître André-François Raffray (in Francia si dà il titolo di maître a avvocati, notai e giuristi in genere), stipulò con un'anziana signora un vantaggioso contratto di compravendita di un'immobile.

Si trattava di un tipo di contratto assai comune in Francia: il cosiddetto contrat en viager, o "ipoteca inversa". Simile alla "nuda proprietà", ma che prevede non il pagamento immediato dell'intera cifra pattuita, bensì mediante l'erogazione di un vitalizio alla parte cedente. Maître Raffray, per la cessione dell'appartamento, stabilì di versare alla signora, allora novantenne, una somma mensile di 2500 franchi fino alla sua morte, all'occorrenza della quale sarebbe entrato in pieno possesso dell'immobile. Naturalmente, l'avv. Raffray pensava di avere stipulato una compravendita particolarmente vantaggiosa; la signora sarebbe infatti morta sicuramente di lì a poco.

Il problema, del tutto imprevisto, è che la signora novantenne in questione si chiamava Jeanne-Louise Calment.

Jeanne-Louise Calment, nata a Arles il 21 febbraio 1875, è morta, sempre a Arles, il 4 agosto 1997 all'età di centoventidue anni e 164 giorni.

L'atto di nascita di Jeanne-Louise Calment.
Jeanne-Louise Calment, all'età di dieci anni, era partita con tutta la sua famiglia per andare a Parigi al funerale di Victor Hugo. A tredici anni, aveva conosciuto Vincent Van Gogh, che era entrato nel negozio di famiglia a battere cassa: voleva in prestito del denaro.  Parlandone, lo aveva definito brutto, sporco, puzzolente e sgradevole, però i soldi glieli aveva dati. Aveva conosciuto anche il grande poeta occitano Frédéric Mistral, premio Nobel per la letteratura. Si era sposata, ed ebbe una sola figlia morta  a soli trentasei anni; suo marito, invece, era morto il 2 ottobre 1942 dopo aver mangiato una torta fatta con delle ciliegie andate a male.

La signora Jeanne-Louise Calment è tuttora la "decana storica dell'umanità", vale a dire la persona campata più a lungo in assoluto e per la quale esista una documentazione certa. 

A partire dal 1965, percepì regolarmente i suoi 2500 franchi mensili versatigli dall'avv. Raffray, acquirente in ipoteca inversa del suo appartamento; il quale pensava d'avere fatto l'affare della sua vita, e che si ritrovò invece in una specie di incubo. La signora continuava imperterrita a campare, in ottima salute; nel 1975  compì cent'anni, dritta come un fuso. Tirava di scherma, andava in bicicletta e fumava le Gitanes; nel 1988, quando la città di Arles festeggiò il centenario dell'arrivo di Vincent Van Gogh, Jeanne-Louise Calment aveva 113 anni, era ancora un diociliberi e viveva economicamente tranquilla grazie al contrattino stipulato con l'avvocato Raffray, che si stava letteralmente dissanguando.

L'avvocato André-François Raffray non andò mai a vivere nell'appartamento del centro di Arles; morì nel dicembre del 1994 all'età di settantasette anni, per un cancro al colon. Poiché i contratti si rispettano (come ci dicono gli avvocati), gli toccò pure passare l'obbligazione alla vedova, la quale continuò a versare alla signora Calment il vitalizio mensile. Risparmiando sulle sigarette: all'età di centodiciotto anni, la signora aveva infatti deciso di smettere di fumare. Continuava però col suo olio d'oliva, che metteva ovunque, e col suo chilo di cioccolata alla settimana. 

Quando, finalmente, Jeanne-Louise Calment si era decisa a morire, la famiglia Raffray le aveva pagato duemilacinquecento franchi al mese per trentadue anni; circa duecentomila euro in valuta attuale, corrispondenti a più del doppio del valore dell'appartamento. Una volta, circa all'età di centododici anni, la signora Calment, a proposito del contratto, si era lasciata sfuggire: "Maître Raffray non aveva calcolato che io ero in gara con Matusalemme."

Nella foto: Jeanne-Louise Calment nel 1897, all'età di 22 anni. Aveva ancora cento anni da vivere.