domenica 12 ottobre 2014
Cittadini, istituzioni e dignità
Il signore ritratto nella foto qua sopra si chiama Marco Doria.
Con quel cognome lì, non poteva essere che genovese; e, infatti, attualmente fa di mestiere il sindaco di Genova.
A Genova, ogni anno, c'è l'alluvione. Anzi, no: c'è l'evento imprevedibile. Talmente imprevedibile, che basta scorrere le date: 1970, 7/8 ottobre (44 morti). 1992, 27 settembre (2 morti). 1993, 23 settembre (5 morti). 2010, 4 ottobre (1 morto). 2011, 4 novembre (6 morti). 2014, 9/10 ottobre (1 morto). A Genova, tra l'inizio dell'autunno e i primi di novembre, si verificano episodi atmosferici del genere praticamente ogni anno, del tutto trasversali alle giunte comunali, ai governi, alle protezioni civili, agli allerta meteo; episodi atmosferici che si abbattono, va da sé, su una gestione criminale del territorio. Non soltanto a Genova, è chiaro; ma a Genova la cosa, mettiamola così, è particolarmente evidente.
Mi ricordo quando, nelle famose giornate del luglio 2001, si sentivano tanti e tanti genovesi, oltre che fare il tifo per le squadracce della polizia e dei carabinieri, accusare i black bloc di "distruggere Genova". Nossignori. Genova ve la siete distrutta da soli, giorno dopo giorno, e in un modo assolutamente capillare. Altro che tre vetrine e due macchine incendiate. Ve la siete distrutta accettando che lo fosse senza un minimo di ribellione. Accettando che una città meravigliosa, ma dall'equilibrio territoriale del tutto speciale e fragilissimo, fosse non devastata, ma polverizzata. Alla fine, è del tutto logico che, in autunno quando si scontrano fronti atmosferici, il territorio non ce la faccia più e esiga il suo tributo.
Il signor Marco Doria, quel sindaco che ora insultate e minacciate e al quale promettete schiaffi e badilate di fango, è stato eletto dalla cittadinanza genovese che si è recata a votare al ballottaggio, il 21 maggio 2012, con quasi il 60% dei suffragi.
Non è, a quanto mi risulta, né migliore e né peggiore dei suoi predecessori. Di quella Marta Vincenzi, ad esempio, che il 14 maggio 2007 era stata eletta con il 51,21% dei voti e che, nel novembre del 2011, avevate insultato, minacciato, preso a badilate di fango ecc.
E non sarà neppure migliore o peggiore del prossimo sindaco che eleggerete, di qualsiasi partito o coalizione egli o ella sia, che insulterete, minaccerete e piglierete a schiaffi dopo la terribile alluvione del 19 ottobre 2017 o di chissà quando. Perché, al pari di ogni città, paese e campagna di questo paese, non siete mai stati capaci di ribellarvi una volta per tutte. Siete rimasti lì a minacciare, insultare, promettere e spalare fango. Perché avete preferito pensare al negozietto, a farvi intervistare dal tiggì di turno sul fatto che avete perso tutto, perché avete aspettato di ricominciare e poi, zàc, siete tornati a votarli.
Quindi è inutile, cari miei, che ve la prendiate tanto col sindaco Doria di turno. Spalàtevi il negozietto e il Borgo Incrociati, fischiate pure le istituzioni che poi correte a rilegittimare, magari andate dietro la prossima volta a quel vostro concittadino che fa il comico, e buona esondazione. Dateci fùlgidi esempi di solidarietà, fateci presente che oggi a spalare con voi ci sono gli stessi immigrati che col bel tempo vorreste ributtare a mare, e cantateci lodi sperticate degli angeli del fango e del calciatore del Genoa.
Nel frattempo, indignatevi pure con i TAR che "bloccano tutto coi ricorsi", perché i soldi ci sono. I soldi ci sono sempre, però ci sono sempre pure le alluvioni. E ci saranno sempre pure sindaci che dovranno passare il loro quarto d'ora alla gogna, ché tanto cosa volete che sia. Oh, mica glielo ha ordinato il dottore di fare il sindaco; e non mi sembra che sia propriamente una sinecura.
A voialtri, invece, bisognerebbe far presente che non si è cittadini soltanto nelle emergenze. Lo si è tutti i giorni, e che la principale caratteristica del cittadino dovrebbe essere quella di intervenire, e intervenire facendosi sentire con le buone e con le cattive, nei giorni qualsiasi. In quelli quando le istituzioni vi preparano e vi ammanniscono la quotidiana distruzione della quale, poi, vi accorgete quando arriva il fronte perturbato e vi scarica addosso l'evento imprevedibile. Allora, all'improvviso, sembrate accorgervi che cosa siano, realmente, le istituzioni; e vi incazzate per dieci minuti scarsi, perché poi ci avete da spalare i vostri negozietti di cianfrusaglie e le vostre case di fronte al Rio Fereggiano. O di fronte a qualsiasi rio Fereggiano d'Italia, da Aosta a Capo Passero.
Il signore che si vede qua sopra, perché questo post è pieno di signori qua sopra, è pure genovese. Come il sindaco. Solo che, lui, fa un mestiere diverso: fa l'arcivescovo. Ha una carriera più che rispettabile, perché prima faceva nientepopodimeno che il presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Nei giorni scorsi, come hanno raccontato i giornali, l'arcivescovo di Genova è stato protagonista di un curiosissimo episodio.
Durante l'ultimo evento imprevedibile, infatti, la sua auto blindata ha subito la sorte di centinaia di automezzi: è stata portata via dalla furia delle acque, alle quali della blindatura o meno nun jene pò' fregà de meno.
La cosa curiosa è che l'autovettura blindata del cardinal Bagnasco veniva ospitata nel cortile della Qvestvra, che pure è stata colpita dall'annuale cataclisma. Orbene, la grossa vettura, sollevata dalla massa d'acqua, è stata trascinata via finché non ha sfondato un portone: quello dell'ufficio immigrazione della Qvestvra medesima. Un modo un po' singolare, per un cittadino extracomunitario qual è Bagnasco, di andare a rivolgersi all'ufficio competente.
In questo post si è parlato parecchio di cittadini e di istituzioni; parliamo adesso un po' di dignità. So che è una parola scivolosa, questa; ci si scivola sopra ben più che sul fango depositato dal Bisagno o dal Polcevera, antico torrente dove in tempi remotissimi sguazzavano i salmoni (il nome deriva dall'antico ligure *Porko-bhera "che porta i salmoni", ove porko- riflette l'antico nome del salmone, "pesce porco").
Ci si scivola sopra, quella parola, perché tutti noi crediamo di averne a bizzeffe, di dignità. Rifiutiamo di considerarci dei poveri piccoli indegni con la tastiera o col badile in mano, mentre scriviamo post o spaliamo fango insultanto il sindaco o aggredendo le squadre dei vigili urbani perché, in quel momento, rappresentano le istituzioni e lo Stato dal quale ci si sente "abbandonati". O se siete sempre "abbandonati dallo Stato", che ne direste una buona volta di abbandonarlo voialtri, lo Stato?.... Ci avete mai pensato, invece di ripulire lo scantinato?
Tornando al Cardinale Arcivescovo di Genova, oggi costui si è sentito in dovere, Lui, di bacchettare lo Stato italiano e le sue istituzioni.
Ha dichiarato infatti: "Lo Stato non si nasconda!", mentre era in mezzo agli alluvionati. I quali, va detto, non si sono manco sognati di insultarlo e minacciarlo perché Egli, com'è noto, ha fatto di tutto e di più per salvare il territorio genovese, per salvaguardarlo da ogni sorta di speculazioni, per impedire lo sfacelo. Un autentico Faro. Ci fosse stato lui, come sindaco! "Lo Stato non sia distratto e lento", ha dichiarato; et voilà, pure la lezioncina di Sua Eminenza. Il quale, peraltro, non ha spalato nulla; e la macchina blindata gli verrà sostituita prontamente.
Fossi stato io il Sindaco di Genova, o qualsiasi altro rappresentante delle istituzioni di questo Stato, a questo punto sarei scoppiato. Vanno bene gli insulti. Vanno bene le palate di fango. Vanno bene pure le minacce, ché tanto son cose che si dicono e poi non si fa assolutamente nulla, come sempre. Ma pure il ditino puntato di questo qui? Ma uno, dico uno, un sindaco, un assessore, un consigliere comunale, un parlamentare che si sia alzato e gli abbia detto: "Ma te che cazzo vuoi?"
Ma come, in quanto Stato italiano a te, alla tua organizzazione planetaria, al tuo principale più buono del 30% degli altri papi della stessa fascia, alle tue ingerenze continue, ai tuoi uomini di paglia che abbiamo in quantità esorbitante qui fra noi, alle tue favole mediorientali, alle tue speculazioni edilizie (anche a Genova!), alle tue tasse dalle quali sei esentato, ai tuoi ermellini estoni, alla tua RaiNews24 (ora PapaNews 24, servizio non-stop), ai tuoi presidenti del consiglio, alle tue preghierine e a tutto il resto, abbiamo fatto sempre ponti d'oro parando il culo ad un semplice cenno della mano, e ora ci vieni pure a fare la ramanzina? Nasconderci? "Distratti" e "lenti"? Ma se siamo così solleciti, così attenti e così rapidi a obbedire a te e a quelli come te! Che ci hai da dire, ancora?
No, ci mancherebbe. Ossequi. Sia dalle istituzioni statali bacchettate, sia dalla famosa gente, la quale avrebbe dovuto tirargli una cestata di fango a merda, al pari che al Sindaco. E allora fallo te, il Sindaco, appunto! Magari ti eleggerebbero pure a man bassa. Magari gli angeli del fango li faresti scendere direttamente da' Cieli. Anzi, perché no, saresti pure capace, con qualche intercessione messa bene, di bloccare i fronti perturbati, quando arriva ottobre. E, se non ci riesci, nessuno ti insulterebbe. Meglio insultare lo Stato e le sue istituzioni terrene, senza preoccuparsi però mai di abbatterle, con quei badili e con qualcos'altro. Meglio mugugnare e spalare, bravi e onesti come si è. E la dignità viene, come sempre, scambiata per una vita tanto onesta e laboriosa e per un condono edilizio.