giovedì 8 gennaio 2015
C'est triste.
Di cose tristi, oggi ce
ne sarebbero parecchie. Talmente tante, da poter andare in ordine
sparso.
È
triste dover ascoltare i più merdosi razzisti d'Europa, dalla Le Pen
a Salvini, prendere la palla al balzo e passare all'incasso. In modo
talmente perfetto, da far quasi dire che siano tra i mandanti del
massacro di Charlie Hebdo. Un assist straordinario. Sentire la Le
Pen, una nazista, fare l'apostolessa della “libertà di
espressione”
e stracciarsi le vesti per Charlie Hebdo quando è possibile che,
oggi, un bel bicchierino alla salute dei camerati “jihadisti” se
lo sia fatto volentieri. Uno spot elettorale al peggio vomito
d'Europa preparato con cura dal peggio vomito in salsa maomettana.
Un'allegra congrega di massacratori e di assassini.
È
triste dover ascoltare i “cordogli” del Vaticano, che ci viene
pure a fare la morale sulla “libertà di stampa”. Chi, loro?
Quelli che hanno esultato in prima pagina, sull' “Ottenebratore
Romano”, quando è morto José Saramago che, per tutta la vita, non
aveva fatto che mettere alla berlina chiese, religioni, “sacre
scritture” e favolette mediorientali? Quelli che ci hanno avuto
l'Index Librorum Prohibitorum fino al 4 febbraio
1966?
È
triste vedere le riunioni dei “Comitati di Emergenza” di governi
e governicchi, anche loro ben serviti dai tagliagole maomettani. Giri
di vite, sorveglianze, tolleranze zero...come se non bastasse già il
lager in cui tutti quanti viviamo senza nemmeno più accorgercene.
Questo il risultato. Creare la paura e la conseguente repressione
ancor più estesa, ancor più capillare. Creare ancora più
securitarismo. Creare ancora più razzismo. A tutti fa un gran
comodo. Credete che gliene importi qualcosa, in realtà, di Charlie
Hebdo e di quattro vignettisti satirici? Gliene importa ancor meno
dei bambini ammazzati come cani nella scuola pakistana. Gliene
importa ancor meno dei milioni di profughi siriani e iracheni.
È
triste vedere un vicepresidente USA che “esprime solidarietà” in
francese, persino. Gli USA che, con la loro mirabile “esportazione
della democrazia” a mano armata sono stati il principale
destabilizzatore di tutta un'area, ben supportati dai loro compari
“europei”. Quella che hanno chiamato “guerra al terrorismo” è
stata la maggiore e più efficace miccia di tutto il terrorismo
attuale, tra affaroni della famiglia Bush, sostegni all'Arabia
Saudita “filo-occidentale” e finanziatrice della peggiore feccia
“islamica”.
È
triste dover contare morti su morti nella redazione di un giornale
satirico che, per parecchi versi, era espressione di quella borghesia
francese “illuminata” e “progressista” che se lo può
permettere, di satirizzare su dio, patria e famiglia. Mica ci vivono
loro, nelle banlieues o nei campi profughi. Mica sono mai dovuti
scappare da un paese in guerra. E, nonostante tutto, oltre alle tante
minacce che ieri si sono concretizzate nel massacro, hanno dovuto
subire censure, attacchi e sequestri proprio da parte di coloro che,
in questo momento, esprimono “solidarietà” pelosa, cianciano di
libertà e inalberano il cartello “Je suis Charlie”. Fin dai
tempi del predecessore di Charlie Hebdo, Hara Kiri
e di François Cavanna, che si è visto sequestrare la rivista non so
quante volte proprio dalle autorità della République
che oggi si straccia le vesti. Charlie Hebdo e i suoi morti, oggi,
servono per farsi belli e “civili”; ieri servivano per le accuse
di vilipendio.
Sarà
triste non poterli più vedere, quei borghesi anarcoidi e
scriteriati, i Cabu, i Wolinski, i Charb, i Tignous. Ci mancheranno
maledettamente, e ci mancheranno ancor di più proprio perché non ci
era affatto ignota la loro borghesissima ambiguità. Poi, magari,
sarà triste anche dover constatare che una strage con dodici morti
sembra averne fatti solo quattro. I famosi vignettisti. E gli altri
otto? Di un paio se ne sa solo il nome, un economista che era lì per
caso e un altro giornalista. Si sa che sono stati ammazzati due
poliziotti, che sicuramente non disegnavano vignette. E gli altri?
È
triste dover assistere a veglie di preghiera
organizzate un po' ovunque. Preghiera? Per chi, per Charlie Hebdo? Ma
vogliamo scherzare o che è, l'ultima, esilarante vignetta di Cabu?
Sarebbe come organizzare una novena per Don Zauker o una messa
da requiem per la famiglia Quagliotti. Ma lo volete capire che,
comunque la si voglia mettere, c'è di mezzo una stramaledetta
religione? Sì, d'accordo, le banlieues, i profughi, lo sfruttamento,
l'imperialismo, la guerra, tutto quanto; ma com'è che la reazione si
è manifestata per tramite di mistiche barbe, “scritture”,
teocrazie, guerre sante e quant'altro? Non sarà che le “religioni”
ce la hanno dentro per definizione, la violenza più stupida e cieca?
Non sarà che, grattata la “spiritualità”, viene fuori la loro
vera essenza di annullamento della volontà, di obbedienza cieca
perché “lo vuole dio” e di sterminio?
È
triste, infine,
sapere fin dall'inizio che, di tutto questo, non verrà tenuto il
minimo conto. Sapere che il massacro di Charlie Hebdo è utilissimo,
e per più di un motivo (e senza invocare ridicoli “complotti”).
Toglie di mezzo una voce che, pur con tutti i suoi limiti, provava ad
essere libera e non nel coretto belante delle pecore di regime. Dà
un impulso decisivo alle richieste di bloccare l'immigrazione e di
respingere le masse di disperati, e sappiamo bene da chi generalmente
provengano (solo che la “jihad”, chissà perché, non li colpisce
mai, questi finti “nemici” dei quali, in realtà, è la
principale alleata al pari dei nazisti dell'ISIS
e della merda del genere). Crea
fascismo e guerra, e fascismo e guerra significano quello che hanno
sempre significato: soldi. Controllo. Repressione. Altro che
“libertà”. Quella va lasciata a servi come Michele Serra, quello che oggi dice che “il mondo islamico deve
rispondere ai compagni che sbagliano come un tempo la sinistra fece
con le Brigate Rosse”. Gli “intellettuali” piddini sono delle
vignette viventi, li deve aver disegnati un genio superiore a
Wolinski.
Oppure va lasciata pure a tanti vignettisti tanto "satirici" e "liberi" che non si sono peritati mai a vendersi al migliore offerente, mettendosi bovinamente al servizio di liberissimi potentati editoriali. Qui da noi siamo degli specialisti: basterebbe fare il nome di Giorgio Forattini. Ma mi sa che nessuna "jihad" colpirà mai un personaggino come quello.
Se
si vuole “essere Charlie”, sarebbe bene tenerne conto e non
cadere nell'odio, nel fanatismo, nelle “fobie” incrociate e negli
“scontri di civiltà”. Tutte cose che accomunano perfettamente la
finta “religione” dei tagliagole maomettani (e dei tagliagole in
nome di qualsiasi altro “dio” schifoso) e la finta “democrazia”,
e la finta “civiltà”, che ancor più fintamente fanno finta di
contrapporglisi.